Il solito Sgarbi: per la grana si “vende” a Occhiuto&Alarico

Vittorio Sgarbi, dopo aver affermato a SKY che la storia del tesoro di Alarico era solo una leggenda dicendo testualmente: “Se c’è un tesoro a Cosenza, non è quello di Alarico. Un falso mito, un po’ come Atlantide. Non sarà mai trovato perché non è mai esistito”, lunedì 8 febbraio verrà, con la sua consueta disinvoltura prezzolata, alla corte di Occhiuto per promuovere il mito di Alarico e farne un “veicolo di promozione territoriale”.

C’è da scommettere che l’intelligentissimo Vittorio cercherà di convincerci che è vero che è tutta una leggenda, ma che è proprio su una leggenda come questa che si può costruire un brand, proprio con la mitizzazione di un personaggio come Alarico che si attirano le folle dei turisti.

Noi di Iacchitè ci scommettiamo: chi accetta la scommessa?

Marina Mattei
Marina Mattei


Con lui non ci sarà la dottoressa Marina Mattei che, evidentemente, ha subodorato la bufala mediatica e ha declinato l’offerta sia del convegno farlocco, sia dello scavo archeologico ancora più farlocco, ma ci sarà, invece, Maurizio Misasi, il figlio dell’indimenticato ministro Riccardo, membro del Comitato tecnico-scientifico per Alarico. 

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Cosa c’entra Misasi con Alarico e con i beni culturali? L’unica attinenza che ricordiamo è quella che lo vide, ahilui, arrestato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sul finanziamento di 28 miliardi dell’epoca, 1993, per il restauro del “Palazzo del principe” a San Nicola Arcella.

Per fortuna che c’è, pure, il regista Scaglione, che presenterà il futuro, e imprendibile film, a spese dei cosentini, “Alarico il re di tutti Cosenza 410”.

Ma come il re di tutti? Non è forse a causa sua e della sua morte che furono trucidati, perché non rivelassero il luogo della tomba, decine di antichi cosentini che lo seppellirono? E ora, i cosentini dovrebbero pagare per celebrarlo e dedicargli un film?

Occhiù, ma facci il piacere!