Lady truffa, l’aspettativa in ritardo e quella firma sui rimborsi che la inchioda

Anche i media di regime sono stati costretti a “riprendere” la notizia riguardante la sempre più possibile ineleggibilità di Amalia Bruni al Consiglio regionale. Tutto ciò, nonostante le rassicurazioni di Mario Merola, al secolo Stefano Graziano, tragicomico commissario del Pd. In attesa che la scienziata spieghi ai suoi elettori e ai calabresi che cosa è successo dal suo punto di vista, torniamo a ripetere quello che stanno “cantando” le carte dell’Asp di Catanzaro. Anche perché il ricorso di Annunziato Nastasi del M5s è stato già presentato da qualche giorno e lady truffa non s’è ancora degnata di parlare, probabilmente perché le prove la inchiodano e c’è ben poco da dire per evitare che la caccino a calci nel sedere dal Consiglio regionale.

Amalia Bruni nella sua qualità di candidata essendo dirigente del Servizio sanitario nazionale, rispondendo al dettato della legge, avrebbe dovuto rimuovere le cause ostative, chiedendo di essere posta in aspettativa senza retribuzione non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature, previsto per i giorni 3 e 4 settembre 2021.

Giorno 02 settembre 2021 con deliberazione n.993 della commissione straordinaria dell’Asp di Catanzaro si attiva la procedura richiesta dalla legge, ma qualcosa non torna se il limite stabilito per la rimozione delle cause ostative è il giorno 3 e 4 settembre, data della presentazione delle candidature.

Svista, distrazione, arroganza o peggio ancora ignoranza rischiano di fare scorrere i “titoli di coda” sull’esperienza politica regionale di Lady truffa. Infatti nella richiesta inoltrata la candidata Amalia Bruni ha chiesto l’aspettativa, concessa con delibera della commissione straordinaria, dal 06/09/2021 al 10/10/2021, quindi evidentemente in fuori gioco rispetto alle norme previste dalla legge.

Si aprono le danze e quasi certamente chi ne ha legittimità proporrà il ricorso avverso l’elezione di Amalia Bruni, quella che troppo impegnata a mettere la punteggiatura sul codice etico dello “zombie” Carlo Tansi o troppo occupata a fottere i soldi dei calabresi è scivolata battendo forte il culo per terra.

Chi pensa che tutto finisca qui, si sbaglia.

La truffa continua e si arricchisce di ulteriori spunti, o meglio sputi, sulla normale decenza e sul rispetto delle leggi, quelle che non rientrano nel perimetro blindato di Amalia Bruni e della sua truffa organica alla sanità calabrese e da oggi alla dignità ed immagine del consiglio regionale, inteso come espressione alta della democrazia popolare.

Abbiamo visto che Lady truffa è andata in aspettativa, sbagliando, dal 06/09/2021 al 10/10/2021, così giorno 12 ottobre 2021 con deliberazione del direttore generale f.f. dell’Asp di Catanzaro, sempre su richiesta del dirigente medico Amalia Bruni, viene concessa una ulteriore proroga dell’aspettativa dal 11/10/2021 al 31/10/2021 come prosecuzione di quella già concessa.

Appare utile ricordare che alla data del 12 ottobre le urne hanno già decretato la sua sconfitta ed il suo tradimento annunciando per un “vincolo” civico (!) di collocarsi nel gruppo misto, come capogruppo e godendo così di ulteriori postazioni da spartire e ulteriori dotazioni finanziarie. E’ il profumo del dollaro che guida il naso di Amalia Bruni, giusto per non smentire il suo dna a forma di pallottoliere, e così si consumano le prime vendette che lasciano spedalato il buffone Carlo Tansi rimasto con una mano davanti (ammesso che ce ne sia bisogno…) e l’altra dietro. C’è chi giura vendetta eterna alla “megera della nicastrina” come – addirittura – anche i coniugi mafiosi di Cosenza, Capu i Liuni e Madame Fifì, quest’ultima spodestata dal podio della stregoneria da chi non ha nemmeno la levatura tipica di un corazziere! Questa è Amalia Bruni, la Lady truffa della sanità calabrese.

Pensate che la puntata sia conclusa? Sbagliato per la seconda volta.

Il denaro è la chiave di lettura di tutto, quello che deve sempre ritornare nelle casse dell’ARN onlus perché la “famiglia” ha bisogno e così si usa sempre il paravento del Centro Regionale di Neurogenetica, la scatola vuota del mistero di Amalia.

Così ritorniamo al punto di partenza, la determina dirigenziale del 5359 del 29 ottobre 2021 che abbiamo citato all’inizio di questa narrazione e che rimborsa i costi del personale all’ARN onlus per i mesi di Giugno, Luglio e Agosto 2021 per una somma di euro 24.322,16.

Se può interessare nella richiamata determina c’è anche la firma di Amalia Cecilia Bruni ad attestare la legittimità formale come Direttore dell’U.O. del Centro Regionale di Neurogenetica…

Allora c’è una domanda che dobbiamo fare in modo pubblico, perché arrivi anche sulle scrivanie della Procura di Nicola Gratterima Amalia Bruni non era in aspettativa fino al 31/10/2021? Come ha fatto a firmare un atto pubblicato sull’albo pretorio il 29/10/2021? Come si chiama questo, falso in atto pubblico? A Nicola Gratteri la risposta.

Ad integrazione di quanto abbiamo già scritto nei giorni scorsi, i media di regime aggiungono due circostanze: C’è già un precedente riguardante le aspettative presentate in ritardo ed è quello di Giuseppe Graziano, meglio conosciuto come il generale, che per aver presentato in ritardo di cinque giorni la sua aspettativa dal Corpo Forestale dello Stato perse il seggio a beneficio del rampante Gianluca Gallo. E i media di cui sopra spiegano che la fattispecie potrebbe essere addirittura “identica”! La seconda circostanza è che il fortunato beneficiario della sua sciatteria potrebbe essere il M5s e non il Pd e in particolare il candidato Annunziato Nastasi della Circoscrizione Sud. Che è proprio il consigliere che ha presentato ricorso e che ha altissime possibilità di vincerlo. 

La Gazzetta del Sud, dal canto suo, nel riferire della clamorosa vicenda della firma di Amalia, scrive testualmente: “… Non bastasse, sotto i riflettori c’è anche la firma in calce a una delibera dell’Asp su alcuni rimborsi per il Centro di Neurogenetica firmata nel periodo in cui la scienziata era in aspettativa…”.

In attesa del “verbo” di Amalia (che ancora tarda ad arrivare…), c’è già chi la accosta a Pippo Callipo ma almeno l’imprenditore si è dimesso da se mentre la scienziata sarebbe cacciata a calci nel di dietro dopo aver predicato per mesi la legalità de… sticazzi (scusate il francesismo ma quannu ci vo ci vo).