Nunzio Scalercio esilarante tra droni e cuddruriaddri

E’ come un appuntamento con l’ironia, un modo per chiudere l’anno utilizzando l’arma dello sberleffo gentile e affilato al tempo stesso.

Così anche questo fine dicembre ha visto il teatro dell’Acquario riempirsi di cosentini per ascoltare Nunzio Scalercio e le sue “Cronache di Nanna: a quadara, Nicola e ru stipu”, e dato il prevedibile successo dello spettacolo sono già previste due repliche, una il 2 gennaio, l’altra il 4 gennaio.

I temi della rappresentazione teatrale, fatta come di consueto di monologhi, video e canzoni, erano la leggenda, il mito, più cosentinamente la “nonna”, insomma un territorio che andava dalla favola alla bufala.

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Dentro ovviamente c’era spazio per l’argomento più inutilmente mediatico di questa parte dell’anno, cioè la ricerca del fantastico tesoro di Alarico, ma pure per la giunta regionale, che potrebbe esistere davvero, ma di cui in realtà non si hanno notizie certe.

Dallo spettacolo emergono anche personaggi noti e tuttavia mai citati in modo palese, come Nicola l’esiliato, che non potrebbe tornare in Calabria (ma che invece, colpa di scena, ha avuto un “permesso” proprio ieri…).

Meno evocato invece il sindaco, della cui presenza c’è però flebile traccia lungo tutta la narrazione teatrale.

Più protagonista è stato “u Cuddruriaddru”, simbolo quasi religioso, il solo capace di unire l’umanità al di là delle differenze, perché, come ha svelato Scalercio, gli ingredienti sono “la patata, la farina e l’olio: forse il vero Archè del mondo”.

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Tra gli esilaranti video spiccava il doppiaggio di Pelù, che dopo la gaffe fatta con la foto che lo vedeva avvolto in oltraggiosi peperoncini giallorossi, sperava nel perdono della città cercando di imparare, con fatica, il cosentino.

Non meno divertente la presenza di un credibilissimo “cugino di Edward Luttwak”, che svelava con accento calabro – yankee di aver venduto i famosi droni all’amministrazione comunale di Cosenza. Scalercio – Luttwak, con una giacca over size addosso, però non dice se il Comune ha pagato i droni con un cottimo fiduciario, ma la cosa è assai probabile.

Impressionante per somiglianza di voce e di postura l’imitazione che lo stesso Scalercio fa di un personaggio notissimo in città, cioè Silvano di Santa Teresa, immaginato come un organizzatore ultrà di processioni religiose.

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Accanto al protagonista principale tre compagni di viaggio: le attrici Annarita Laganà e Francesca Florio – che hanno letto una rivisitazione di Cappuccetto Rosso e la tenera storia d’amore tra un cordolo e una fossa stradale – e il cantautore Antonello Anzani, che per una volta abbandona il suo blues per proporre “Il tesoro che non c’è”, sulle note di Bennato.

COMUNICAZIONE DI

NUNZIO SCALERCIO

La prevendita per la terza replica dello spettacolo del 4 gennaio è già iniziata.
TRUCCO: stasira aru teatro c’è nu concerto. Questo significa ca a biglietteria è aperta puru i sira. Ok?
Pu un mi vena a di’ ca un t’aiu dittu nente e ca un truavi u biglietto.

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