Occhiuto e le ditte amiche: la CMT di Francesco Amendola

Da sinistra: Cannizzaro, il questore Anzalone, Occhiuto e Potestio

E’ da poco passato Natale, quello del 2014, e la giunta Occhiuto ha appena annunciato l’evento musicale per Capodanno: Francesco De Gregori. Un artista che come si sa attira le folle. E quella di Capodanno di Cosenza è una festa affollata. Da quando è stato istituito questo “rito” ogni anno si riversano in piazza decine di migliaia di cosentini, e non solo. Per arginare la folla servono le transenne, ma il Comune di Cosenza non possiede un numero sufficiente delle stesse per transennare le varie aree da interdire al traffico e al pubblico.

Così si rivolge al Comune di Castrovillari, che è ben lieto di dare una mano e presta al Comune di Cosenza ben 150 transenne, a gratis. Ovviamente il Comune di Castrovillari dice al Comune di Cosenza che non può trasportarle fino a Cosenza e che devono provvedere da soli. Così l’architetto fallito, e vrusciaturu di gente che lavora onestamente, incarica il suo fido braccio destro e capogabinetto Potestio, l’uomo dei clan al Comune, di trovare una soluzione, sempre con un occhio attento agli amici degli amici. E Carminuzzu, che di amici da accontentare ne ha tanti, decide di rivolgersi per un “piacere” al suo amico Francesco Amendola titolare della ditta CMT, chiedendogli di occuparsi del trasporto delle transenne da Castrovillari a Cosenza. Detto fatto.

Solo che per fare questo viaggio di poco meno di 100 Km il buon Potestio, fa elargire al suo amico la bella sommetta di 7.000 e passa euro. I due sono amici perché già altre volte avevano fatto il giochetto delle transenne. Si conoscono bene, ed è da un po’ che “lavorano” insieme. Infatti lo stesso trucchetto era stato usato anche in occasione della venuta di Renzi a Cosenza nel novembre del 2014, e chissà quante altre volte la CMT ha fatto “servizi” per il comune di Cosenza, cosa che non è dato sapere, visto che tali determine apparivano solo il giorno in cui venivano emesse per poi sparire nel nulla per sempre.

A distanza di tempo, e nonostante il signor Francesco Amendola abbia ricevuto un avviso di garanzia dalla procura di Cosenza per queste vicende legate agli affidamenti diretti, ecco che sull’albo pretorio del Comune, come se nulla fosse accaduto, la ditta CMT riceve nuovi affidamenti da Occhiuto per le solite “somme urgenze” per un importo di 47mila euro. Insomma, si riprende esattamente da dove si era finito. 

Ecco, oggi, il sistema truffaldino che stiamo da mesi raccontando è di dominio pubblico. I nomi degli intrallazzati sono quelli che stiamo scrivendo da anni, sempre gli stessi, ricevendo dagli stessi querele e denunce. Ora inizia ad essere chiaro a tutti, detrattori del nostro giornale compresi (che sono veramente pochi), il sistema Occhiuto: rubare ai cittadini per dare agli amici degli amici ed ai suoi creditori. Milioni e milioni di euro spariti nel nulla e in spregio alla Legge. Denaro pubblico sottratto agli asili, ai servizi, ai trasporti, alle scuole, e regalato a mafiosi, strozzini, e finti imprenditori.

Dopo l’iscrizione nel registro degli indagati dei dirigenti Bartucci, Pecoraro, Fernandez e Sasso (Cucunato è deceduto) ovvero i “pezzi” più forti di Occhiuto, ci saremmo aspettati che arrivasse anche il suo turno (parliamo del cazzaro ovviamente) e quello di Potestio, dato che sono loro gli ideatori della grande abbuffata. Questo è chiaro. Ma il porto delle nebbie continua a proteggerli a suon di assoluzioni e di… distrazioni (in tutti i sensi).

Tanto per chiudere il cerchio sulla ditta CMT di Francesco Amendola, si è appreso che il dirigente oggi in pensione Rino Bartucci, meglio conosciuto come Rino lo zerbino, ha firmato ben 14 determine al suo amico su ordine di Occhiuto. Nel dettaglio: 67 mila euro per la bonifica del villaggio rom, 54 mila euro complessivi per il canile di Donnici, 66 mila euro per la demolizione di Palazzo Bombini nel centro storico e 9 mila per sgombero strade. Con la contropartita di lavori gratis a casa della figlia…

Ma alla procura di Cosenza, come tutti sanno, le indagini vanno al rallentatore e quando arrivano al giudice, specie se si chiama Pingitore di cognome, l’esito è assicurato: tutti assolti. Povera Cusenza nostra!

GdD