Omicidio Bergamini, quando il Quotidiano “resuscitò” il camionista Pisano di Rosarno. Alla faccia dei “nostalgici”

Il 24 novembre 2023 in Corte d’Assise a Cosenza nella 29^ udienza del processo per l’omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini è stato chiamato a testimoniare Raffaele Pisano, il camionista di Rosarno che sormontò il cadavere di Denis e che mente – così come l’imputata Isabella Internò – ormai da 34 anni. A proposito di Pisano, nel corso degli anni molti pensavano fosse deceduto e invece non era così e vi spieghiamo perché.

I cosentini sanno bene che il Quotidiano della Calabria, oggi Quotidiano del Sud dopo le peripezie della famiglia Dodaro, storica editrice del giornale, è stato infangato da un brutto periodo nel quale s’è trovato a schierarsi dalla parte degli assassini di Denis Bergamini, che per fortuna oggi è finito ma non tanto da evitare che qualche “nostalgico” travestito da “tifoso” si preoccupi delle “sofferenze” dell’imputata. E allora magari gli ricordiamo un po’ di storia, che gli farà certamente bene.

Il giornale era troppo “giovane” per essere presente all’epoca in cui si consumò l’omicidio (il Quotidiano nasce nel giugno 1995), inizia ad occuparsi del caso dalla fine del 2009 in poi, da quando – in occasione del ventennale della morte di Denis – tutti i media hanno riscoperto la vicenda dando l’impulso per la riapertura delle indagini. Il giornalista “di famiglia” al servizio degli assassini all’epoca galleggiava ancora a Calabria Ora, il giornale nato nel 2006 dopo la diaspora del Quotidiano e miseramente fallito in meno di dieci anni, dopo l’addio del “direttore” (senza le palle) che se n’era tornato all’ovile a dirigere le vacche in Basilicata e dopo gli interregni di Paolo Pollichieni, Piero Sansonetti e da ultimo di Luciano Regolo, quello dello scandalo del “cinghiale ferito”. Il giornalista di fiducia delle famiglie Internò-Tiesi-Conte si sarebbe materializzato al Quotidiano soltanto nel 2015, dopo il misero naufragio di un’altra esperienza editoriale ovvero “La Provincia di Cosenza”. Per poi togliere il disturbo qualche mese fa, destinazione Limbadi. 

Prima che irrompesse il “famiglio” degli assassini, dell’omicidio Bergamini scriveva Francesco Mollo, giornalista di Castrovillari, che aveva lavorato molto bene ed era stato ripreso da tutti i media nazionali per uno scoop niente male: aveva “scovato” il camionista Raffaele Pisano di Rosarno, che tutti noi credevamo morto e sepolto.

Ecco di seguito una testimonianza dell’epoca – 11 dicembre 2011 – tratta da Il Fatto Quotidiano. uno dei media nazionali che aveva ripreso lo scoop.

È miracolosamente “resuscitato” il camionista che investì Denis Bergamini. L’autotrasportatore che travolse il calciatore ferrarese, “suicidato” a 27 anni il 18 novembre del 1989 sotto le ruote di un tir lungo la statale Jonica a Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza, è vivo e vegeto. Passa tranquillamente le sue giornate da pensionato nella stessa casa dove abitava 22 anni fa, a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria. Raffaele Pisano passò indenne il processo a suo carico per omicidio colposo (secondo la versione ufficiale Denis si gettò sotto il suo camion per un amore finito). L’inchiesta venne archiviata come suicidio. Da allora la famiglia di Denis ha lottato per riaprire il caso, forte delle mille incongruenze emerse nella fase delle indagini e anche dopo Fino a pochi mesi fa, quando – grazie anche all’aiuto dell’avvocato Eugenio Gallerani – è riuscita a far riaprire il caso. Da luglio il nome di Denis Bergamini è scritto sopra un fascicolo aperto dalla procura di Castrovillari per l’ipotesi di omicidio volontario a carico di ignotiOra un nuovo colpo di scena. Chi lo investì non è mai scomparso. E, a quanto sembra, non si è certo dato la pena di farlo sapere in giro. A riportare in vita Raffaele Pisano è un articolo a firma Francesco Mollo comparso sul Quotidiano della Calabria. A far sparire per anni le tracce dell’autotrasportatore sarebbe stato uno strano caso di omonimia (un altro Raffaele Pisano di Rosarno morì una dozzina di anni or sono).

“A volte anche l’irreale diventa reale – commenta in proposito il comitato “Verità per Denis” -. Come nacque questa notizia? Si trattò di sola negligenza, da parte di qualcuno molto distratto, o qualcuno volle che risultasse così? In questi due anni i giornali calabresi e la stampa nazionale hanno parlato più volte della morte del camionista, è impossibile che non fosse informato. Perché ha taciuto? Come è possibile che nessuna forza dell’ordine, sapesse che era vivo? Questo funebre silenzio risalta ancora di più l’omicidio del calciatore Denis Bergamini. Non è possibile restare inermi ad aspettare”.