Pd, il teatrino di Giletti: Giudiceandrea peggio di Adamo

Sono tanti gli impresentabili anche nelle liste di Pippo Callipo. Dopo l’irraggiungibile Flora Sculco, figlia di cotanto padre, non c’è dubbio che il candidato più chiacchierato sia Giuseppe Giudiceandrea, meglio conosciuto dai lettori di Iacchite’ come il “comunista col culo degli altri”. Dopo aver passato in rassegna il suo “sistema” eccoci a delineare un altro aspetto della sua “falsa politica”. E così torniamo indietro nel tempo di due anni, aprile 2018, quando Giudiceandrea e il suo “compagno” Nicola Adamo diedero vita ad un memorabile teatrino da quel markettaro di Giletti, sempre porcaria e arrassusia… 

Una cosa buona Giletti l’ha fatta: ha mostrato a tutta l’Italia la faccia di bronzo di Nicola Adamo e quella di pietra di Giudiceandrea. Entrambi rappresentano l’orrore politico per eccellenza. Due volti che raffigurano l’ignoranza, l’arroganza, la baldanza di una classe politica che ha ridotto la Calabria in un deserto. I maggiori responsabili della nostra miseria. Giletti, mostrando il volto di Adamo, oltre a confermare la sua esistenza – alcuni pensavano fosse un personaggio mitologico – ci fa capire a quale livello di indecenza può arrivare quest’uomo. Invece di mettersi una maschera e non uscire più di casa per la vergogna, se ne va addirittura in Tv a pontificare il suo operato e quello della giunta Oliverio. Non c’è limite ara faccia tosta.

Ma la cosa che più ha disgustato quei pochi telespettatori che hanno avuto il coraggio di sintonizzarsi su La 7, è stata la faccia fasulla di Giudiceandrea. Peggio di Adamo. Un personaggio che per 4 anni è stato in consiglio regionale accucciato ai piedi proprio di Nicola Adamo e Oliverio, senza mai dire né A, né I. Tant’è che per farsi bello agli occhi di zio Nicola, Giudiceandrea aveva assunto in struttura uno dei suoi fedelissimi: Damiano Covelli. Questo per farvi capire il livello di sudditanza di Giudiceandrea nei confronti di zio Nicola e Oliverio.

Per 4 anni non ha proferito parola, ha fatto e detto tutto quello che i suoi padroni gli hanno detto di dire e fare. Dei vitalizi per 4 anni non glien’è fregato niente. Ma vista la maliparata che si è venuta a creare –  conseguenza dalla batosta elettorale del 4 marzo che ha completamento spazzato via i partiti, e in particolare il Pd calabrese, dove la “coperta corta” pone un problema di candidature alle prossime regionali –   ha pensato di tirare fuori un argomento sensibile come quello dei vitalizi, con la speranza di dare una immagine di se lontano dai marpioni alla Nicola Adamo e convinto di costruirsi, da qui all’anno prossimo, un suo elettorato, proponendosi come il “nuovo che avanza”. Un modo per fare la guerra a Nicola Adamo che vorrebbe candidare Guglielmelli al posto suo. E la scelta dell’argomento dei vitalizi non è casuale. Spera di affondare Nicola Adamo sotto i colpi dell’opinione pubblica – che lo vede come la massima espressione del politico calabrese dedito all’’imbroglio e all’intrallazzo, impegnato solo a garantirsi il vitalizio e la poltrona – facendolo passare ancora una volta per quello che non vuole abolire i vitalizi. E quindi attaccato ai soldi e alla poltrona.

Non ha scelta Giudiceandrea, nonostante la pantomima dell’altro giorno del perdono di zio Nicola: o si dà alla battaglia oppure rischia di sparire e lo scontro è all’ultimo sangue. Tant’è che Nicola nella stessa trasmissione di Giletti ribadisce di non aver fatto nessuna marcia indietro rispetto al giudizio negativo su Giudiceandrea, anzi dice: faccio un passo avanti.

Era stato Oliverio a pretendere da entrambi una tregua, visti i già tanti problemi in maggioranza, costringendo Giudiceandrea a pubblicare una nota dove diceva che tra lui e zio Nicola era tuttappò. Non prima di aver messo i due in contatto per un chiarimento. Una tregua che ha retto 24 ore. Nessuno dei due è disposto a mollare, perché per loro questa è la partita della vita. Chi perde sarà costretto a trovarsi un lavoro, almeno Giudiceandrea, che zio Nicola non ne ha bisogno. Ed è questo che spaventa Giudiceandrea, da sempre “mantenuto” dal denaro pubblico, incapace di provvedere a se stesso e alla propria famiglia con il sudore della propria fronte. Un parassita della peggiore specie che pensa, all’ultimo momento, di potersi intortare la gente passando come colui il quale è contro i privilegi della casta. Un falso, bugiardo che più vomitevole non si può.

Ma per sua sfortuna i commenti alla trasmissione parlano più di lui che di Nicola. Giudeceandrea riesce a superare, nel raccogliere commenti negativi ed invettive sui social, persino Nicola. Segno evidente che la gente non è cascata nella sua patetico tentativo di apparire per quello che non è. Lo conoscono tutti oramai, e tutti conoscono la sua falsità umana e politica, specie quelli che l’hanno votato e che mai rifarebbero questo errore. Il suo miracolo termina qui. L’ora di andarsi a cercare una fatica, per Giudiceandrea, mi sa che sta arrivando.

GdD