Se conta più la tv delle istituzioni. E tutti vissero felici e contenti (di Flavio Stasi)

di Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano

Corigliano-Rossano 7 novembre 2020

Se conta più la tv delle istituzioni

Riflessione sul finto scandalo della mancanza del Piano Covid in Calabria

E tutti vissero felici e contenti: questa dovrebbe essere la frase finale del racconto di queste ore sulla sanità calabrese? Il Presidente del Consiglio ha twittato a proposito della sostituzione imminente di Cotticelli, sul quale ogni politico ed opinionista della Calabria si affanna a scrivere qualcosa, un commento, una nota, un tweet. Sarò controcorrente, ma credo che se non affrontiamo a fondo i problemi della nostra sanità, la sostituzione di Cotticelli, per quanto dovuta e chiesta da noi già da tempo, non servirà a nulla.

Partiamo dal presupposto che l’assenza del piano covid in Calabria è un finto scandalo: lo sanno tutti, lo abbiamo scritto in tutte le salse, in tutti i modi, con tutti i canali che in Calabria non è stato fatto un lavoro di adeguamento dei Pronto Soccorso, non è stato realizzato un solo posto di terapia intensiva, non è stato assunto un medico in più. Considerati i pensionamenti, stavamo meglio a Marzo che oggi. Per i pronto soccorso parliamo di lavori da qualche migliaia di euro, al massimo qualche decina, non dei milioni spesi altrove.

Oggi tutti sentono il dovere di prendere posizione, a partire dai parlamentari calabresi di ogni colore, perchè “lo ha detto Rai 3”, posizionandosi in base al proprio schieramento in preparazione delle prossime elezioni regionali: è più colpa del governo o della regione, è più colpa di quelli di ora piuttosto che di quelli di prima o di prima ancora. Perdonatemi ma la pezza mi sembra peggiore del buco.

E tolto Cotticelli che faremo? Aspetteremo di nuovo Rai 3 per dire le altre cose che non vanno? Allora forse oggi è il giorno in cui dirle tutte le cose.

In Calabria la sanità pubblica è stata smantellata da governi regionali di centrodestra e centrosinistra che da un lato hanno rimpinzato le aziende sanitarie e le strutture ospedaliere con raccomandati spesso incapaci, pronti ad imboscarsi in un baleno ogni qual volta c’è un problema, dall’altro hanno foraggiato la sanità privata che – piuttosto di integrare l’offerta sanitaria – la sostituisce.

Tutto questo col beneplacito delle classi politiche nazionali, quasi tutte del centro-nord, che grazie a questo meccanismo hanno visto i loro servizi sanitari regionali arricchirsi a scapito dei calabresi costretti all’emigrazione sanitaria.

Questo è lo scandalo che tutti facciamo finta di non conoscere: anche per questo aspettiamo Rai 3 o le inchieste della magistratura?

La foglia di fico dei commissari è servita ai Presidenti di Regione che non hanno avuto l’“onore” di avere poteri speciali per giustificare il proprio non-operato. L’ultimo che ha avuto il piacere di essere contemporaneamente Governatore e Commissario è stato Scopelliti, che ha utilizzato i poteri commissariali per chiudere una ventina di ospedali, mentre il suo predecessore, Loiero, senza neanche i poteri speciali ha chiuso le 11 Aziende Sanitarie Locali della Calabria per creare i 5 mostri di Aziende Provinciali attuali, il tutto senza risolvere il problema del debito della sanità calabrese, anzi, aggravandolo. Dopo Scopelliti hanno, di fatto, continuato a peggiorare la situazione, devastando il sistema sanitario pubblico e favorendo (volontariamente o meno) quello privato.

Con l’emergenza covid, che sembra ormai il palcoscenico di una querelle elettorale, non rischia di essere così? Sperando che questo non accada mai, se i calabresi positivi che necessitano di ricovero dovessero essere molti, senza l’aumento di posti previsto nei vari annunci, dove saranno ricoverati i nostri corregionali? Le aperture e l’aumento dei posti, di queste ore, dei reparti che ospitano i casi covid regionali per ora hanno ritardato questa ipotesi, ma si tratta di azioni quasi sempre intraprese con mezzi di fortuna, tra le carenze (e le resistenze) del personale ed il continuo scarica barile di tutta la governance sanitaria, quasi come se quello di “curare” non fosse un problema della sanità pubblica.

Che tutto questo non sia stato contrastato a causa della inadeguatezza di Cotticelli, scelto da un governo giallo-verde e mantenuto da un governo giallo-rosso, è vero. Che sostituendolo non avremo risolto il problema è inequivocabile. E se continuerà a pesare più un servizio su Rai 3 che il continuo appello delle istituzioni locali, se gli scandali (annunciati) continueranno ad essere più determinanti delle analisi puntuali, allora prepariamoci ad un altro periodo in cui dovremo contrastare le emergenze a mani nude, come abbiamo fatto finora.