Iacchite’ pubblica settimanalmente uno studio su L’Evoluzione del Linguaggio e del Giornalismo nella storia delle Radio Private Calabresi curato da Edoardo Maruca, giornalista professionista e radiofonico dagli albori dell’editoria locale.
Molte persone cresciute nell’epoca delle radio private, ritroveranno mode, modi, tendenze e «fattarelli» che hanno caratterizzato il periodo dal 1976 al 2017. Quarant’anni di Radiofonia locale attraverso la quale sono passati milioni di sogni, di parole, di musiche, di studio e di emozioni che hanno accompagnato varie generazioni di Calabresi.
PARTE PRIMA https://www.iacchite.blog/calabria-la-storia-delle-radio-private-introduzione-di-edoardo-maruca/
PARTE QUINTA Calabria. Storia delle radio private, l’evoluzione del linguaggio giornalistico (di Edoardo Maruca) – Iacchite.blog
PARTE SESTA Calabria, la storia delle radio private. La Pubblicità Radiofonica (di Edoardo Maruca) – Iacchite.blog
PARTE SETTIMA Calabria. La storia delle radio private. Lo Speaker Radiofonico (di Edoardo Maruca) – Iacchite.blog
PARTE OTTAVA Calabria. Le radio private negli anni Novanta (di Edoardo Maruca) – Iacchite.blog
PARTE NONA Calabria, la storia delle radio private. Le tecnologie digitali (di Edoardo Maruca) – Iacchite.blog
PARTE DECIMA – LA TRASFORMAZIONE DELLE RADIO
di Edoardo Maruca
Con la prima Decade del 2000, la radio generalista ha conosciuto in Italia un successo straordinario con ascolti altissimi come non si vedevano da anni, favoriti forse dal contemporaneo calo degli spettatori televisivi come confermato da un sondaggio del 2004, il quale rivelava che oltre il 45% degli Italiani, preferiva la radio alla televisione. La radio, soprattutto quella musicale, si dimostrò capace di condizionare i gusti del pubblico, molto più del previsto, con le proprie programmazioni. Il successo della radio nell’ultimo ventennio, è dovuto anche all’evoluzione di Internet «web 2.0» che ne diventò immediatamente parte indissolubile.
Agli inizi del 2000, la rete è entrata prepotentemente nella vita di tutti, dunque anche nella “catena” radiofonica, sovvertendo equilibri e priorità consolidate. Attualmente infatti, si parla di musica e notizie intendendo unicamente qualcosa che passa da un sito dentro il nostro telefonino o Pc. L’ascolto nel senso più generale del termine è più liquido e meno intelligente, forse… Spotify o YouTube sono diventati speranza disperata per quanti continuano a pensare che la musica “incisa” rimanga il cavallo di battaglia per ogni emittente radiofonica, che abbia un presente e anche un futuro; il download, Facebook, Instagram etc. etc. Quindi, hanno preso il posto della radio nel senso più tradizionale del termine, figuriamoci pertanto se può avere un senso parlare di radiofonia “pura”. Vieppiù che proprio agli inizi del 2000, gli editori iniziarono a far proprio il concetto di “radio di segmento” anche a livello locale: non più stazioni assolutamente generaliste ma diversi modi di intendere l’offerta radiofonica e mirate a diversi target di riferimento.
In Calabria, sono diffuse molte radio di segmento e generaliste:
Radio Religiose – Radio Maria e Radio Vaticana
Radio All News/Talk – Radio24 – Sportiva
Radio Oldies – Radio Ricordi (Calabrese) e R.Italia anni 60
Radio Adult Conteporaney – Rtl 102,5 – R.101
Radio Young Adult – Radio Montecarlo – Radio Capital
Radio Folk – Radio Balla Balla (Calabrese)
Radio CHR – Radio 105
Radio Musica Italiana – Radio Italia e Radio Latte e Miele
Radio Dance – M2O
Radio Rock – R. Virgin – R. Freccia
R All Music – R. Juke Box (Calabrese)
R. Hit Radio – R.D.S – – Kiss Kiss
R. Generaliste – Radio Deejay
Radio Calabresi Generaliste
Radio AKR – Acri (CS)
Antenna Bruzia. Cosenza (CS)
Rlb. Bisignano (CS)
Cometa Radio. Corigliano Calabro (CS
Radio Gamma Gioiosa. Marina di Gioiosa Jonica (RC)
Radio Italianissima. Lamezia Terme (CZ)
Jonica Radio. Terranova Da Sibari (CS
Radio Jukebox. Lamezia Terme (CZ)
Radio King International. Palmi (RC)
Radio Nord Castrovillari. Castrovillari (CS)
Radio One Scalea. Scalea (CS)
Promomedia. Gerace (RC)
Radio Roccella. Roccella Jonica (RC)
Radio Sibari Sole. Cassano allo Ionio (CS)
Radio Sound. (CS).
Studio54Network. Calabria
Radio Studio 97. Crotone (KR)
Touring 104. La Radio del Ponte (RC)
Radio Valentina. Soverato (CZ)
I nuovi linguaggi Radiofonici
Se la Radio è lo specchio della società in cui è collocata, questa non può non rifletterne vizi e virtù, valori e mediocrità. È indubbio che la capacità dialettica media degli ultimi anni sia notevolmente diminuita grazie a una serie di «attach» ovvero immagini, note o filmati inseriti nel messaggio ormai quasi totalmente multimediale, atti a meglio «significare» il significato del messaggio, anche verbale, che non ha più necessità di una articolazione lessicale particolarmente composita. La rivoluzione operata dei giornali on-line, complice l’altissimo tasso di analfabetismo funzionale, ha fatto sì però che anche questi venisse coinvolto in un processo di adattamento alla comunicazione digitale.
La sintassi degli articoli on-line è infatti caratterizzata da una marcata frammentazione del significato, certamente collegato all’influsso della lingua parlata e del parlato televisivo in particolare. Da un lato la preferenza per periodi brevissimi, molto spesso costituiti da una sola frase, può essere ricondotta a esigenze di chiarezza e incisività, una sorta di recupero di quella funzione denotativa tipica del giornalismo anglosassone; dall’altro il rischio è quello dell’omogeneità della scrittura, della piattezza stilistica, tuttavia colmabile grazie ai numerosi collegamenti ipertestuali e multimediali. Proprio l’impennata della forma principe di giornalismo, sviluppatasi grazie a Internet, definita come Citizen Journalism non prevede una comunicazione unidirezionale dall’emittente al ricevente, ma una partecipazione attiva dello stesso ricevente, invertendo i ruoli del destinatario dell’informazione stessa che dunque viene mutata in continuazione ma che abbassa la capacità di una verbalizzazione composita ed esaustiva tipica dei giornalisti o dei professionisti della comunicazione.
La Radio e l’analfabetismo Funzionale
In un’intervista con il linguista Tullio De Mauro sui nuovi dati dell’analfabetismo in Italia “meno di un terzo della popolazione italiana avrebbe i livelli di comprensione della scrittura e del calcolo necessari per orientarsi nella vita di una società moderna. Il peso sullo sviluppo economico e sociale resta enorme”. “Il grave analfabetismo strumentale e funzionale incide negativamente sulle capacità produttive del paese e, a loro avviso, è responsabile del grave ristagno economico che affligge l’Italia dai primi anni novanta, la percentuale degli italiani che ha una comprensione dei discorsi politici o che capisca come funzioni la politica italiana è certamente inferiore al 30%”
L’Unesco, definisce l’analfabetismo funzionale come la condizione di una “persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità”. In linea generale, l’alfabetizzazione viene definita come la somma delle abilità di lettura, scrittura e calcolo sviluppate in ambienti formativi da giovani e adulti. L’alfabetizzazione funzionale rappresenta un livello più elevato di alfabetizzazione, più orientata al mondo del lavoro e all’uso continuativo dell’abilità di lettura e scrittura. L’obiettivo principale di tali competenze non è il raggiungimento di un dato strumentale, dunque il saper leggere e scrivere, ma l’utilizzo di tale capacità per partecipare attivamente ed efficacemente a tutte quelle attività che richiedono un certo livello di conoscenza della comunicazione verbale.
L’analfabetismo funzionale, essendo in realtà un concetto molto dinamico e complesso, continuamente ridefinito dallo sviluppo di una società, non può essere definito in modo preciso. I criteri per valutare il fenomeno variano da nazione a nazione e da ricerca a ricerca. Una distinzione convenzionale è quella tra analfabetismo puro o strumentale e analfabetismo funzionale. Una persona completamente analfabeta non è in grado di leggere o scrivere. Di contro, una persona funzionalmente analfabeta, ha una padronanza di una base dell’alfabetizzazione ma con un grado variabile di correttezza grammaticale e di stile. Per alfabetismo da prosa, per esempio, si intende un grado di alfabetizzazione al di sotto della base, questo significa che una persona può leggere un breve testo per comprendere una piccola informazione elementare; mentre una persona che ha un livello inferiore nel calcolo, potrebbe essere in grado di fare una semplice addizione. Il 47% degli italiani, pur sapendo leggere e scrivere, non riesce a comprendere le informazioni e a interpretare la realtà. L’Italia, avendo un alto numero di analfabeti funzionali, si trova in una posizione alta in classifica.
Da notare che questo dato è il più alto in assoluto tra tutti i paesi sviluppati, solo la Spagna sembra seguire da vicino l’Italia.
Analfabetismo Funzionale nel Mondo
Ecco di seguito due tabelle riassuntive sulla percentuale di analfabetismo funzionale di età tra i 16 e i 65 anni dati Human Developmen . Dati riassuntivi percentuali di analfabetismo funzionale di età tra i 16 e i 65 anni per alfabetismo da prosa “persone che possono leggere un breve testo e comprendere una piccola informazione elementare.
L’e-taliano
Indubbiamente Internet o più semplicemente la digitalizzazione, sono riusciti a condizionare la lingua Italiana fino alla trasformazione. Non più modi di dire legati alla moda del momento, ma una nuova varietà di italiano, prima scritto e poi parlato, nell’ambito della continua evoluzione della comunicazione telematica. Verso la metà degli anni ’80, il linguista Francesco Sabatini sanciva la nascita dell’«italiano dell’uso medio». Un “lingua” che finalmente gli italiani cominciavano a parlare davvero, affiancandola o sostituendola al dialetto nella vita di tutti i giorni. Oggi, a trent’anni di distanza, c’è anche un “italiano” scritto nella vita di tutti i giorni. Potremmo considerare l’e-taliano il nuovo De vulgari eloquentia del 2000?. Quello che appare difficile da capire piuttosto, è come abbiano fatto i dialetti ad avere superato la frontiera della digitalizzazione telematica sposando perfettamente le nuove terminologie; dunque «chittà mangiato oje» trad. cosa hai mangiato oggi, lo si trova su Whatsapp o su Facebook ma ancor più mix incredibili del tipo «spedisciami na mail curi pin e a pass» trad. invia una mail con il pin e la password, offre spunto di riflessione per i linguisti più attenti.
Conclusioni
In sociologia, il termine generazione identifica un insieme di persone che è vissuto nello stesso periodo ed è stato esposto a degli eventi che l’hanno caratterizzato. La mia analisi sul linguaggio all’interno delle radio private appartiene a tutti quegli individui segnati dalle stesse informazioni, dalle stesse mode e dagli stessi modi che hanno caratterizzato il periodo dal 1976 al 2016. Quarant’anni di Radiofonia locale attraverso la quale sono passati milioni di sogni, di parole, di musiche e di emozioni che hanno accompagnato varie generazioni. Attraverso la radio locale abbiamo conosciuto meglio la trasformazione della società e della politica, abbiamo imparato i testi delle canzoni o ascoltato le ultime notizie; oggi non esiste più quella radio fiabesca che catturava l’attenzione di milioni di persone essendo fulcro o crocevia di mille pensieri, ma anche se svilita dalle nuove tecnologie, la radio, mantiene il suo ruolo seducente.
Il fatto certo è che la Radio non possa continuare a proporsi come mezzo a sé stante, (questo vale anche per la televisione), ma connesso ad altre offerte mass-mediali. «Fino a poco tempo fa, quando ancora non aveva preso piede Internet, si era soliti attribuire ai mass-media il carattere di comunicazione a una via».
La radio in qualche modo riusciva, grazie alla sua velocità di esecuzione, a fare la differenza. Sicuramente un contesto diverso dai cookie, richiesti dai vari siti internet, che stabiliscono un diverso e più moderno concetto di comunicazione individuale tra emittente e ricevente e con un processo di “feedback”, «cioè una reale integrazione tra emittente e ricevente», sconosciuto ad altri mezzi. Probabilmente i prossimi sistemi di digitalizzazione del segnale radiofonico, potranno consegnare alle radio del futuro quel «Feedback» immediato tipico della Rete ed evidentemente indispensabile alla moderna comunicazione, in questo caso, allora, il carattere di uni-direzionalità e gli aspetti a essa conseguenti, (passività del ricevente, etc. etc.), risultano ampiamente ridotti.
Leggete anche La fine delle Radio locali in Calabria. Tutta la verità (edoardomaruca.it)
- Tutte le fonti bibliografiche e diverse, cfr, riferimenti, ibidem, raison d’être e varie, sono riportate in calce su Radiofonia (edoardomaruca.it)