Calabria, la storia delle radio private: Radio Bruzia Cosenza e la sentenza storica del Pretore Quagliata

Iacchitè, pubblica settimanalmente uno studio sull’ L’Evoluzione del Linguaggio e del Giornalismo nella storia delle Radio Private Calabresi curato da Edoardo Maruca, giornalista professionista e radiofonico dagli albori dell’editoria locale.

Molte persone cresciute nell’epoca delle radio private, ritroveranno mode, modi, tendenze e «fattarelli» che hanno caratterizzato il periodo dal 1976 al 2017. Quarant’anni di Radiofonia locale attraverso la quale sono passati milioni di sogni, di parole, di musiche, di studio e di emozioni che hanno accompagnato varie generazioni di Calabresi.

PRIMA PARTE (https://www.iacchite.blog/calabria-la-storia-delle-radio-private-introduzione-di-edoardo-maruca/)

SECONDA PARTE (https://www.iacchite.blog/calabria-la-storia-delle-radio-private-i-pizzini-dal-carcere-e-il-legame-tra-le-comunita-di-edoardo-maruca/)

Questa settimana: Le Radio troppo libere degli anni 70: Anarchia o Libertà?

Parte Terza

I SEMIANALFABETI (SPIKINGLISH) ANNI 70

di Edoardo Maruca

Purtroppo non disponiamo di dati certi sui consumi culturali in Calabria negli anni ‘70, non è dato sapere quanti dischi, libri, riviste o giornali fossero venduti in quel periodo; è invece certificato dall’Istat (Istituto nazionale di statistica) il dato sull’analfabetismo di circa il 15,24% a fronte del 5,20% nazionale.

Immaginiamo cosa possa aver significato per un giovane, sognante ascoltatore, un rapporto per quanto possibile dialogico con un personaggio dalla voce «strana» che diceva cose stravaganti alla radio libera, qualcuno che con la voce rauca da 30 sigarette al giorno diceva: «oghey ragazzi in this moment it’s five o’clock»… magari con l’accento Catanzarese… un formato oggi improponibile e ridicolo, ma al tempo l’effetto era davvero esilarante. (Descriverò meglio la contaminazione dialettica nell’italiano radiofonico tra qualche capitolo)

Si telefonava alle Radio a qualunque ora e per qualsiasi motivo, erano gli anni in cui le trasmissioni televisive chiudevano alle 23 e «scesa la rete» Rai (2) rimaneva solo la radio privata capace di un contatto umano impossibile per i canali radiofonici della Rai. Richieste per ascoltare una canzone e dedicarla ad un amore «nascosto», raccontare la propria storia o ascoltare quelle altrui, la possibilità di recitare una poesia, di criticare l’operato di un politico o della propria squadra del cuore.

Per tanti anni le Radio Cosentine mandavano in onda indistintamente le telefonate di chicchessia e chiunque abbia vissuto appieno l’epoca delle prime radio locali, sia da ascoltatore piuttosto che da protagonista, ricorderà con commozione e profonda nostalgia quello che è stato sicuramente il periodo più libero e forse anarchico della comunicazione Italiana. Ancora non esistevano le indagini Audiradio o Radiobank (3) «ma vi è la certezza che mai, la radio avrebbe più raggiunto quei picchi d’ascolto».

La Radio Libera

… ma libera veramente “mi piace anche di più perché libera la mente» cantava Eugenio Finardi nel 1976 in un suo grande successo, in verità la radio libera ha poi finito per implodere! Se le notizie non erano sottoposte ai comitati di redazione o eventuali censure, come in Rai, la mancanza di regole e controlli finì per generare una giungla selvaggia, dove la figura del direttore responsabile era inapplicata o comunque fittizia, tutti dicevano ogni cosa, ebbri, forse, dalla dichiarazione della corte costituzionale che il 28 Luglio del 1976, richiamando la legge del 14 aprile 1975, n.103 «Nuove norme in materia di diffusione radiofonica e televisiva» (4) e, invocando l’art 21 della costituzione (5) dichiarava non motivato e quindi illegittimo il monopolio della Rai per le trasmissioni locali, aprendo di fatto la strada a quella che sarebbe stata la radiofonia libera. Sicuramente lo scossone dato dai nuovi giudici costituzionali cambiò un concetto radicato da tempo. (6) Varrà la pena, nel prossimo studio, analizzare il concetto di Libertà…

Bisogna ricordare che seppur in presenza della sentenza della Corte Costituzionale che autorizzava la trasmissione privata in ambito locale (7) sarebbe dovuto trascorrere almeno un decennio, «come più avanti descriverò», per avere una legge di regolamentazione «legge Mammì sul riordinamento del settore radiotelevisivo Italiano». Di fatto mancavano dei precisi parametri radio elettrici se non quello dell’attribuzione della gamma di frequenza di esercizio «fm 87,500 /108,00» e le radio private aprivano e chiudevano velocemente, talvolta «l’emivita” durava una stagione estiva», giusto il tempo delle vacanze … come nell’esempio di Radio Torrevecchia Club, emittente estiva di una frazione di Cetraro sul litorale Tirrenico Cosentino ubicata all’interno di una balera dell’epoca, oppure Radio Lancillotto, dal soprannome del simpatico proprietario che accendeva i trasmettitori «quando gli andava di farlo» (…)

Nonostante il primo censimento delle frequenze radiofoniche a modulazione di frequenza del 1984 «disatteso nella maggior parte dei casi», non troveremo un libro o un documento ufficiale che abbia certezza della reale situazione radiofonica Calabrese fino al 1990, data del primo censimento Ufficiale delle radiofrequenze attivate da soggetti privati.

LE RADIO TROPPO LIBERE DEGLI ANNI 70 : ANARCHIA O LIBERTÀ?

Benché questa non sia una esposizione tecnica, va sottolineato che, subito dopo la sentenza della Cassazione che autorizzava la trasmissione radiofonica in ambito locale, la banda a modulazione di frequenza assegnata era praticamente libera, ovvero assente da segnali radioelettrici se non quelli a bassissima «intensità di campo» appartenenti a stazioni straniere, pertanto bastavano trasmettitori con pochissimi «watt» per coprire distanze ragguardevoli.

Ogni storia ha naturalmente un inizio. Le prime trasmissioni sperimentali in Italia si ebbero a Milano; Parma; Biella e successivamente a Roma e Cagliari.

In Calabria, il punto di partenza della radiofonia locale scaturì dal coraggio dei due titolari di Radio Bruzia Cosenza, negli anni, più conosciuta come Radio Bruzia.

Una meravigliosa parabola (conclusasi purtroppo anche a causa delle disavventure penali di uno dei suoi fondatori) che ha determinato il Big Bang della radiofonia «libera» e in seguito dell’imprenditoria Radiofonica.

L’emittente Cosentina iniziò a trasmettere il 30 novembre 1975 ma il 6 dicembre l’Escopost (Polizia Postale), irruppe negli «studi» di Muoio Piccolo (collinetta che sovrasta la città) con l’ordine di sequestrarne gli impianti.

Da lì a poco tempo si sarebbero trovate nella stessa situazione radio e tv di Rossano e Reggio Calabria.

Dal processo, scaturì il principio della legalità delle stazioni radiotelevisive private e nella fattispecie di Radio Bruzia Cosenza. Il provvedimento istruttorio era contenuto nella sentenza del 16 febbraio 1976 del Pretore Michele Quagliata per il procedimento 3191/75 a carico dei titolari della Stazione Radio. La sentenza del consigliere pretore dirigente Quagliata, ha preceduto solo di qualche mese quella della Corte Costituzionale del 28 luglio 1976 che di fatto, sanciva la fine del monopolio della Rai.

Domenica 7 marzo 1976, Radio Bruzia Cosenza riprese le trasmissioni.

Di seguito, leggiamo un estratto della sentenza divenuta storica

_“Radio Bruzia Cosenza, e quindi tutte le radio locali con limitata potenza di impianti e con antenne “direzionali”, non contrastano con il monopolio radiotelevisivo. Per quanto riguarda Radio Bruzia, è confermato che essa effettivamente ha trasmesso (e trasmetterà) su frequenza modulata di 102 Mhz, compresa nella banda 2 Vhf, banda mai utilizzata dalla rai, e di cui l’Ente radiotelevisivo non può accampare la riserva “perché contrastante con gli stessi fini di utilità di cui all’art. 43 della Costituzione” “in tali sensi è da escludere che tale frequenza sia riservata per servizi di difesa e di sicurezza sociale o marittima di altri organi dello Stato. È da escludersi parimenti che tale stazione radio possa realizzare radiodiffusioni a carattere circolare in quanto, oltre a non avere collegamenti con altre stazioni trasmittenti, non potrebbe per il tipo di radioonde emesse e per la loro lunghezza superare gli ostacoli naturali quali le maestose montagne circostanti la città di Cosenza e la vicina valle del Crati nel cui ambito territoriale ha l’unica possibilità di propagazione”.

Delimitato così il concetto di trasmissione in ambito locale_

Ecco la situazione delle principali e più significative Radio private Calabresi alla fine degli anni ‘70.

  1. RADIO BRUZIA emittente di Cosenza dal 1975
  2. RADIO COSENZA CENTRALE: inizia le trasmissioni nel 1977
    3. RADIO LIBERA BISIGNANO: inizia nel 1976
    4. RADIO POPOLARE BISIGNANO: inizia nel 1978
    5. RADIO JOLLY: inizia nel 1978 a Rende
    6. R. MONTESCURO: inizia nel 1977 a Spezzano Sila
    7. RADIO CALABRIA NOTIZIE: emittente di San Giovanni in Fiore
    8. RADIO COSENZA 2: inizia a Rovito nel 1977
    9. R PAOLA INTERNATIONAL: inizia nel 1979
    10. RADIO SILA: emittente di Laurignano CS dal 1977
    11. RADIO ROSSANO CENTRO: inizia le trasmissioni nel 1979
    12. RADIO ONDA SUD: emittente di Belvedere M dal 1978
    13. RADIO CATANZARO:  inizia nel 1976
    14. RADIO ONDA DEL GOLFO: Pizzo Calabro VV dal 1977
    15. RADIO ANTENNA 3: Pizzo Calabro VV dal 1978
    16. RADIO VERONICA: Catanzaro attiva dal 1977
    17. R. LIBERA CROTONE: emittente attiva dal 1977
    18. CROTONE INTERNAT: emittente di Crotone attiva dal 1976
    19. RADIO ENNE LAMEZIA: emittente fondata nel marzo 1977
    20. RADIO TOURING: Reggio Calabria attiva dal 1976.
    21. RADIO GALLINA SOUND: emittente nata a Gallina -RC- nel 1976
    22. ANTENNA DEL SUD: Reggio Calabria nata nel 1977
    23. RADIO CITTA’ DEL MARE: Reggio Calabria nata nel 1977

 

 

 

Eravamo tutti figli delle stelle …

Forse è anacronistico, ma se ad esaminare questa esposizione sulla radiofonia sarà un Over 50, questi avrà un sussulto leggendo la classifica dei dischi più trasmessi dalle radio sul finire degli anni ’70: proprio in quel periodo sono state pubblicate molte tra le canzoni più belle di ogni tempo e stando ai giornali specialistici dell’epoca, le radio private avevano una programmazione del tutto diversa da quella della Radio Rai o della televisione.

Trasmissione dischi Rai – HIT PARADE (5) E DISCHI CALDI (6)

1) Amarsi un po’ – Lucio Battisti
2) L’angelo azzurro – Umberto Balsamo
3) Ti amo – Umberto Tozzi
4) ‘A Canzuncella – Gli Alunni del sole
5) Rockollection – Laurent Voulzy
6) Bella da morire – Homo Sapiens
7) Year of the cat – Al Stewart
8) Sei forte papà – Gianni Morandi
9) Mi vendo – Renato Zero
10) Se tornassi – Julio Iglesias
11) Io canto – Riccardo Cocciante
12) Ricominciamo – Adriano Pappalardo
13) Gonna fly now (Rocky) – Maynard Ferguson
14) Soli – Adriano Celentano
15) Zodiacs – Roberta Kelly
16) Dammi solo un minuto – I Pooh
17) Figli delle Stelle – Alan Sorrenti
18) Mamma tutto – Iva Zanicchi
19) I will survive – Gloria Gaynor
20) Io canto e tu – Gianni Bella

Trasmissione dischi Radio Libere (7)

  1. Stayin’ alive – Bee Gees
    2. Wuthering heights – Kate Bush
    3. Pensiero stupendo – Patty Pravo
    4. Una Donna per amico – Lucio Battisti
    5. Buona domenica – Antonello Venditti
    6. The Trammps – Disco Inferno
    7. Generale – Francesco De Gregori
    8. Gianna – Rino Gaetano
    9. Triangolo – Renato Zero
    10. La Vie en rose – Grace Jones
    11. Zodiacs – Roberta Kelly
    12. You make me feel – Sylvester
    13. I will survive – Gloria Gaynor
    14. Le Freak – Chic
    15. Born to be alive – Patrick Hernandez
    16. Da ya think I’m sexy – Rod Stewart
    17. Figli delle stelle – Alan Sorrenti
    18. Hot stuff – Donna Summer
    19. Goodnight tonight – Paul McCartney & Wings
    20. Love Is in the Air – John Paul Young.

Le Radio di allora erano così:

Colte, tamarre, esagerate, già colorate nell’epoca del bianco e nero, sicuramente, lo specchio di una Calabria fanalino di coda nell’emancipazione sociale e culturale; era il periodo delle contraddizioni quello degli anni 70; Raffaella Carrà con il “tuca tuca» in Rai e i Led Zeppelin nelle radio libere, il referendum sull’aborto, la febbre del sabato sera, Mike Bongiorno ed i Festival di Sanremo vinti dagli Homo Sapiens e Mino Verniaghi, gli anni del colpo di Stato in Argentina e delle sonde spaziali Voyager, la radio suonava la pacifista Generale di De Gregori mentre le Brigate Rosse ammazzavano Aldo Moro, erano gli anni dei Queen e Furia il Cavallo del West, di Orietta Berti e delle leggi Cossiga sul terrorismo. Papa Paolo VI scomunica Lefebvre e muore, subentra Giovanni Paolo Primo per 33 giorni e muore in circostanze mai del tutto chiarite, arriva il Papa Polacco Wojtyla, incalza Solidarnosc, il muro di Berlino inizia a barcollare e dopo un po’, eccolo: The Wall dei Pink Floyd… beh, quando il gioco si fa duro…

Probabilmente per la diffusione del mezzo radiofonico a livello globale, o forse perché la prima generazione post-bellica era diventata adulta o più semplicemente per caso, «tra la seconda metà degli anni ’70 e la fine degli anni 80 la musica commerciale conseguì livelli qualitativi apicali che non avrebbe più raggiunto nella storia contemporanea». A quale scuola di pensiero dobbiamo attribuire le più belle canzoni di ogni tempo? Questa tabella sui dischi più venduti al mondo ci fa capire quale incisività possano avere avuto le radio commerciali del tempo. (8)

La classifica dei dischi più venduti al mondo

  1. Michael Jackson Thriller 62,400,000
    2. Pink Floyd Dark Side Of The Moon 41,800,000
    3. Soundtrack Grease 40,400,000
    4. Whitney Houston Bodyguard 38,600,000
    5. Bee Gees Saturday Night Fever 37,200,000
    6. Eagles Their Greatest Hits 1971-1975 36,700,000
    7. Led Zeppelin IV 35,900,000
    8. Shania Twain Come On Over 35,400,000
    9. Michael Jackson Bad 33,200,000
    10. Fleetwood Mac Rumours 32,700,000
    11. Dire Straits Brother In Arms 32,600,000
    12. 12 Alanis Morissette Jagged Little Pill 32,200,000
    13. AC/DC Back In Black 32,100,000
    14. Bob Marley Legend 31,300,000
    15. 15 Beatles One 30,800,000
    16. Pink Floyd The Wall 30,700,000
    17. Celine Dion Let’s Talk About Love 30,300,000
    18. Celine Dion Falling Into You 30,200,000
    19. Michael Jackson Dangerous 30,000,000
    20. Guns N’ Roses Appetite For Destruction 29,800,000
    21. 21 Eagles Hotel California 29,200,000
    22. Soundtrack Dirty Dancing 29,000,000
    23. Bruce Springsteen Born In The USA 28,900,000
    24. ABBA Gold 28,800,000
    25. Meat Loaf Bat Out Of Hell 28,700,000
    26. Simon & Garfunkel Greatest Hits 28,600,000
    27. U2 The Joshua Tree 28,300,000
    28. Queen Greatest Hits 27,600,000
    29. Soundtrack Titanic 27,300,000
    30. Beatles Abbey Road 26,400,000
    31. Madonna The Immaculate Collection 26,300,000
    32. Mariah Carey Music Box 26,300,000
    33. Beatles Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band 26,200,000
    34. Santana Supernatural 26,100,000
    35. Backstreet Boys Millenium 25,900,000
    36. Metallica Metallica 25,600,000
    37. Beatles 1962-1966 24,600,000
    38. Beatles 1967-1970 24,600,000
    39. Nirvana Never mind 24,600,000
    40. Eric Clapton Unplugged 24,300,000
    41. Phil Collins No Jacket Required 24,000,000
    42. Whitney Houston Whitney Houston 23,900,000
    43. Britney Spears Baby One More Time 23,800,000
    44. Elton John Elton John’s Greatest Hits 23,200,000
    45. Bon Jovi Slippery When Wet 23,200,000
    46. Spice Girls Spice 22,800,000
    47. Madonna True Blue 22,700,000
    48. Backstreet Boys Backstreet Boys 22,600,000
    49. Queen Greatest Hits II 22,300,000
    50. Norah Jones Come Away With Me 22,300,000

La classifica degli Artisti più venduti

  1. The Beatles 346,500,000
    2. Michael Jackson 205,500,000
    3. Pink Floyd 193,700,000
    4. Elvis Presley 187,000,000
    5. Madonna 185,300,000
    6. Elton John 177,200,000
    7. Queen 170,100,000
    8. Rolling Stones 169,100,000
    9. U2 166,400,000
    10. Led Zeppelin 165,500,000
    11. Celine Dion 163,000,000
    12. Eagles 148,300,000
    13. Mariah Carey 145,900,000
    14. Rod Stewart 140,100,000
    15. Barbra Streisand 139,800,000
    16. Whitney Houston 134,200,000
    17. Garth Brooks 131,900,000
    18. Bruce Springsteen 130,900,000
    19. Eric Clapton 129,000,000
    20. AC/DC 128,700,000
    21. Billy Joel 124,500,000
    22. Bee Gees 122,100,000
    23. Phil Collins 122,000,000
    24. Bob Dylan 119,800,000
    25. Fleetwood Mac 118,100,000
    26. Santana 117,700,000
    27. Neil Diamond 117,300,000
    28. Aerosmith 113,500,000
    29. Bon Jovi 107,200,000
    30. ABBA 106,700,000
    31. Simon & Garfunkel 105,100,000
    32. Paul McCartney 103,700,000
    33. Dire Straits 102,800,000
    34. Metallica 102,500,000
    35. Prince 99,900,000
    36. Genesis 98,000,000
    37. David Bowie 95,700,000
    38. Van Halen 94,000,000
    39. Guns N’ Roses 93,200,000
    40. The Doors 89,700,000
    41. Julio Iglesias 89,500,000
    42. Chicago 88,000,000
    43. Stevie Wonder 87,100,000
    44. Bob Marley 86,600,000
    45. Backstreet Boys 85,900,000
  2. Tutte le fonti bibliografiche e diverse, cfr, riferimenti, ibidem, raison d’être e varie, sono riportate in calce su Radiofonia (edoardomaruca.it)