Acque della Calabria, per la stagione balneare 2016 “bocciate” 18 aree

Ogni acqua è definita come eccellente, buona, sufficiente o scarsa, sulla base delle serie di dati relativi agli indici microbiologici, Escherichia coli ed Enterococchi intestinali.

Altri parametri quali cianobatteri, macro-alghe, fitoplancton marino, monitorati in acque con potenziale tendenza alla loro proliferazione al fine di poter adottare eventuali misure di gestione atte a prevenire l’esposizione; non sono considerati ai fini dalla classificazione, così come la presenza di residui bituminosi, e materiali quale vetro, plastica, gomma o altri rifiuti.

Da pochi giorni, con D.D.G. n. 1164 del 17/02/2016, sono state classificate le acque costiere di balneazione della Calabria per la stagione balneare 2016.

In Calabria, per quanto sia difficile crederlo, la maggior parte delle acque è stata denominata con classe eccellente e buona. Vi sono tuttavia 10 aree con classe sufficiente e 18 con classe scarsa.

Secondo la normativa, tutte le acque devono essere classificate e giudicate almeno sufficienti, per poter essere balneabili. Se le acque sono definite scarse le Regioni e le Province autonome, a decorrere dalla stagione successiva, devono:

  • adottare adeguate misure di gestione, inclusi il divieto di balneazione, per impedire l’esposizione dei bagnanti all’inquinamento;
  • individuare le cause e le ragioni del mancato raggiungimento dello status qualitativo “sufficiente”;
  • applicare adeguate misure per impedire, ridurre o eliminare le cause di inquinamento;
  • avvertire il pubblico mediante un segnale chiaro e semplice ed informarlo delle cause dell’inquinamento nonché dei provvedimenti adottati sulla base del profilo delle acque di balneazione.

Se le acque di balneazione sono classificate di qualità “scarsa” per cinque anni consecutivi, è disposto un divieto permanente di balneazione che le Regioni e le Province autonome possono anche attuare prima della scadenza del termine dei cinque anni stessi nel caso ritengano che il raggiungimento di una qualità “sufficiente” non sia fattibile o comunque eccessivamente costoso.

Sebbene nella classificazione stilata dalla Calabria non è espressa la percentuale precisa dei 2 parametri batteriologici; le 18 zone con classificazione scarsa, impongono all’attenzione che ci sia un’alta concentrazione di Escherichia coli ed Enterococchi intestinali.

acque scarse

acque scarse 2

Quindi vigerà il divieto di balneazione o si riusciranno ad applicare in tempo le adeguate misure per eliminare l’inquinamento?

Ai posteri l’ardua sentenza, per ora consigliamo di evitare la balneazione e l’utilizzo di acqua nelle zone classificate scarse.

V.M.