I finanzieri della Tenenza di Amantea hanno eseguito, in diverse regioni, un decreto di sequestro per equivalente pari ad euro 1.613.338, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Paola – Maria Grazia Elia -, su richiesta della locale Procura, in relazione ad indagini coordinate dal Procuratore Pierpaolo Bruni e dirette dal sostituto Maria Francesca Cerchiara – nei confronti di 5 soggetti residenti nelle province di Cosenza, di Roma e di Siena, per evasione di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, nonché per truffa ai danni della Regione Calabria e della Provincia di Cosenza ed altro Ente Pubblico.
Il sequestro ha ad oggetto i saldi attivi di 16 rapporti finanziari e 77 beni immobili (fabbricati e terreni) ubicati nel territorio Senese, Grossetano, Romano, Cosentino, Reggino e Messinese.
Le Fiamme Gialle calabre hanno scoperto un sofisticato meccanismo di false fatturazioni, pari a circa 9 milioni di euro emesse da una serie di società (due delle quali estere, in realtà fittiziamente create al solo scopo di rendere più difficoltose le indagini), enti morali e associazioni no profit, intestate persone “prestanome” al fine di evadere le imposte e creare un indebito credito I.V.A. nei confronti dell’Erario.
Il falso credito di imposta veniva poi indebitamente utilizzato per compensare debiti I.V.A. ritenute d’acconto operate nei confronti di numerosi soggetti e mai versate. Una parte delle false fatture, infatti, è stata utilizzata – unitamente ad altra documentazione mendace – quale giustificativo di spesa nell’ambito di un progetto di formazione professionale per l’apprendistato denominato “Addetto al ricevimento”, nonché nell’ambito di corsi di formazione organizzati nei seguenti settori: “Gestione dell’azienda agrituristica”, “Tecnologia informatica nella gestione e promozione dell’agriturismo”, Agricoltura sostenibile, rispetto per l’ambiente e qualità dell’azienda turistica”.
Tutte le operazioni illecite venivano abilmente “schermate” da scritturazioni contabili opportunamente predisposte che, come dimostrato anche dal loro confronto con i movimenti bancari afferenti i conti aziendali e quello personale del principale indagato, hanno permesso di veicolare oltre 1,6 milioni di euro a beneficio del truffatore il quale ha in parte trasferito il denaro su conti correnti esteri. Con tali stratagemmi gli indagati traevano anche in inganno gli Enti finanziatori, che provvedevano quindi ad accreditare le relative somme.
Al temine delle indagini sono state denunciate 5 persone per i reati di “Emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti” e “Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”. Con il sequestro disposto dal Tribunale di Paola i responsabili vengono privati di beni per un valore pari all’evasione fiscale ed alle indebite percezioni pubbliche conseguite pari ad € 1.613.338.
Tra i cinque denunciati c’è l’assessore comunale di Amantea al Bilancio Rocco Giusta, che già ieri sera ha rassegnato le proprie dimissioni.
Rocco Giusta è coinvolto nella sua veste di professionista che ha istruito la pratica finita sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti.
«La mia scelta – scrive Giusta nella lettera in cui annuncia le dimissioni – seppur sofferta è dettata dal rispetto che nutro per la mia città ma soprattutto dalla esigenza di concentrare le mie forze sulla difesa personale e professionale che sono certo mi vedrà vincitore. Lo devo alla mia giunta e alla mia città».
Tutto questo succede ad appena pochi giorni dall’inchiesta che ha portato in carcere il consigliere comunale Marcello Socievole – a cui Pizzino ha ritirato le deleghe – e al “grande vecchio” della lista vincitrice della competizione elettorale dello scorso 11 giugno, l’ex sindaco di Amantea Franco La Rupa.
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