Anna Falcone, la pasionaria della nuova sinistra che lotta per il popolo

Il dramma della sinistra lo conosciamo tutti, ed è quello di una sinistra che non è più sinistra. Una sinistra che non dice più “niente di sinistra” da tempo. E per sinistra intendo quella istituzionale, quella abituata a sedere in parlamento. Quella sinistra, come la storia dimostra, che più delle altre – a differenza, ad esempio, della cosiddetta sinistra extraparlamentare, o di quella rivoluzionaria – ha smarrito la via che porta all’uguaglianza sociale, per far posto agli interessi privati e personali della nomenklatura politica che oggi la compone. Un’accozzaglia di borghesia politica messa lì solo per garantire gli interessi del ricco a discapito del povero. Non senza essersi prima garantiti prebende e privilegi di ogni sorta.  Da “servire il popolo” a servire il potente.

C’è da dire che la sinistra, tutta in questo caso, sia quella dentro che quella fuori dal parlamento, hanno una cosa in comune: l’amore per la scissione. E restando nell’ambito della sinistra istituzionale da Occhetto in poi è stato un fiorire di partiti di sinistra. In Italia c’è sempre qualcuno più a sinistra di chi pensa di essere già a sinistra della sinistra. Ma non c’è solo questo aspetto che caratterizza la sinistra, un’altra peculiarità, tutta Italiana in questo caso, è la perenne mancanza di un leader degno di questo nome. Ed è per questo che nei vari partiti di sinistra italiani è un continuo rincorrere questo o quel “modello straniero”, oppure questa o quella figura autorevole. E così facendo le hanno provate tutte pur di colmare questo vuoto: dai “richiami greci/spagnoli” passando per la magistratura, fino ad arrivare a nominare Grasso leader della sinistra. Il massimo dell’involuzione. Anzi, direi l’antitesi della sinistra.

Eppure pareva che all’indomani della vittoria referendaria qualcosa di concreto a sinistra si muovesse. Tante assemblee e tanti i nomi in campo per cercare di ricostruire una sinistra credibile e di popolo. Vecchi e nuovi compagni, delusi da un PD sempre più lontano dalle necessarie utopie che ogni sinistra che si rispetti rincorre, tutti insieme a discutere di popolo ed uguaglianza: il fior fiore dell’intellighenzia di sinistra. Un miscuglio perfetto tra l’esperienza dei tanti D’Alema, Bersani, Speranza, Vendola, e la voglia di fare dei nuovi pivelli. Su tutti lei: Anna Falcone. La pasionaria del referendum. Colei che abbiamo imparato a conoscere ed ammirare per i vari KO tecnici a cui ha costretto i suoi avversari, nei contraddittori televisivi referendari. Una leader di sicuro. Una compagna che si è sempre distinta per la sua onestà intellettuale, e che è stata tra le promotrici degli incontri a sinistra. Fino ad arrivare alla famosa assemblea del Brancaccio che ha sancito di fatto la nascita della nuova sinistra italiana, con l’assenza di Rifondazione Comunista che ha pensato di collocarsi a sinistra della nascente sinistra.

Finalmente tutti gli orfani della sinistra, tranne Rifondazione Comunista, avranno una casa alla quale fare ritorno. Una casa che accoglierà tutti: operai, diseredati, morti di fame, disoccupati, inoccupati, pensionati al minimo, i quali potranno, finalmente, avere un luogo dove portare le loro istante. Lo aveva promesso Anna Falcone e l’ha fatto: costruire una sinistra plurale e di popolo. Una sinistra che garantisca a lei, prima ancora che ai diseredati, morti di fame, e così via, una bella posizione sociale. Come ad esempio una bella candidatura in qualche listino bloccato con forti possibilità di entrare in parlamento, cosa che altri gruppuscoli di sinistra non gli avrebbero mai garantito. E se per arrivare a questo bisogna riabilitare gente come D’Alema, Bersani, Vendola, Speranza e pari loro, chi se ne importa, l’importante è farlo passare come un volere del popolo. E se un domani il popolo dovesse ribellarsi a queste scelte, fatte a sua insaputa, invece del guinzaglio per tenerlo a bada, così come ha fatto Berlusconi con il suo popolo, per silenziarlo basterà mettergli la museruola. Tanto per questa gente il popolo non sarà mai superiore ad un cane.