Asp Cosenza, la faida nel clan dei rossanesi e lo “sgarro” alla pupilla di Fra’ Remigio: protagonisti e retroscena

Una foto recentissima di Fra' Remigio

Nella giornata di ieri una sibillina velina diffusa da (pochi) media di regime informava chi doveva sapere che il Tribunale di Castrovillari – e non quello di Cosenza, attenzione -, aveva dichiarato l’illegittimità dell’incarico di sostituzione di direttore della Unità Operativa Complessa Risorse Umane (leggi Personale) dell’Asp di Cosenza, disposto in favore della dott.ssa F.R., a firma del direttore Generale Antonello Graziano, ordinando il rinnovo della procedura selettiva. Il Tribunale di Castrovillari interpellato, in funzione di Giudice del Lavoro, nella persona del Giudice dott.ssa Margherita Sitongia, su ricorso del candidato P.M., ha accertato che la suddetta nomina di sostituto della UOC Risorse Umane è avvenuta in palese contrasto con le regole e i principi che disciplinano la materia.

Fin qui la velina diffusa, evidentemente ad uso e consumo di una ristretta cerchia di “addetti ai lavori”. A questo punto, tuttavia, è chiaro che la vicenda sia molto più complessa di quello che si potrebbe immaginare e per decifrarla bisogna anzitutto mettere nomi e cognomi al posto delle iniziali. Dunque, la dottoressa defenestrata si chiama Fabiola Rizzuto ed è facilissimo per chi segue da vicino le “gesta” dell’Asp di Cosenza definirla come una “fedelissima” di uno dei colletti bianchi più potenti della sanità cosentina ovvero il leggendario Fra’ Remigio Magnelli, del quale, tra l’altro aveva preso il posto, come vedremo a breve. Il candidato ricorrente e vittorioso invece si chiama Pasqualino Montilli e viene da Rossano e dopo aver fatto parte del cosiddetto “clan dei rossanesi” sostituendo anche lui per qualche tempo il Magnelli ai tempi delle sue brevi vicissitudini giudiziarie, era stato clamorosamente mollato dal direttore generale Graziano alias Strafalaria, che aveva proceduto a promuovere Magnelli capo dei capi del settore amministrativo e la Rizzuto al posto di Montilli. Che era, così, rimasto con il cerino in mano.

Delineato il quadro generale nel quale ci muoviamo, che i media di regime non possono e non vogliono approfondire, andiamo ad analizzare i fatti.

A febbraio 2021, quasi esattamente tre anni fa, Fra’ Remigio Magnelli viene messo per sei mesi al divieto di dimora tra le risate generali dopo una tragicomica operazione del porto delle nebbie di Cosenza. Eh sì, perché appena sei mesi dopo, a luglio 2021, complice la revoca della misura cautelare da parte della Cassazione, Magnelli è trionfalmente tornato negli uffici di via Alimena addirittura promosso a distanza di neanche un anno (maggio 2022) a direttore del Dipartimento amministrativo cioè a capo di TUTTI gli uffici amministrativi. Occupando, quindi, nuovamente anche il suo vecchio ufficio di capo del personale e destinandolo alla sua “pupilla” Fabiola Rizzuto mentre colui  che lo aveva sostituito, Pasqualino Montilli da Rossano appunto, era stato già cacciato a calci nel sedere. Insomma, tutto continuava non solo come se nulla fosse accaduto ma come se il “problemino” giudiziario fosse stato un ulteriore trampolino di lancio per la sua squallida carriera di faccendiere al soldo della massomafia.

Montilli, ovviamente, schiumava rabbia e veleno e cercava inutilmente una sponda nel direttore Graziano e nel suo braccio destro Martino Rizzo, che invece di ascoltarlo facevano spallucce e in pratica lo mollavano al suo destino. Da qui la “vendetta”, maturata ovviamente non certo rivolgendosi alla procura di Cosenza ma al Tribunale di Castrovillari dove ha trovato terreno fertile nella figura del presidente del Tribunale Massimo Lento, che altri non è che il fratello (di sangue) di Marcello, altro colletto bianco di rispetto nell’Asp cosentina, non allineato con la banda di Magnelli e quindi disponibile a fare il dispetto a Fra’ Remigio e al clan dei rossanesi che ha mollato Montilli.

Dunque, siamo davanti a una faida interna al cosiddetto clan dei rossanesi. Eh sì, perché  quello che aveva i titoli per fare il direttore al posto di Magnelli è stato trombato proprio dai suoi ex amici…

Il problema che rende il tutto ai limiti della farsa è comunque la palese incompetenza del direttore Graziano Strafalaria e dei suoi compari. Hanno fatto una procedura senza avviso, spavalda, “a diritto” come diremmo in dialetto. Montilli, una volta assicuratasi la copertura del Tribunale di Castrovillari, ha chiesto l’accesso agli atti e ha fatto ricorso. Quale sarà adesso la reazione dell’Asp? Si sussurra in giro che Montilli abbia firmato una “carta pesante” quando ha sostituito Magnelli, un documento che sputtanerebbe tutti i dirigenti, o comunque la maggior parte, che senza titoli occupano il posto e si arricchiscono da anni e fra questi la Rizzuto… Se qualcuno la dovesse trovare ci faccia un fischio, vi terremo aggiornati.