“Basso profilo”. Il caso Natale Errigo coinvolge Invitalia e Arcuri. Il clamoroso autogol di Salvini

«L’arresto di Natale Errigo, che faceva parte della squadra del Commissario nazionale per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, non ha suscitato l’interesse e l’attenzione della politica, rimasta in silenzio. Eppure sono gravi le ipotesi dei magistrati a carico del giovane, già analista di Invitalia, che partecipava alla gestione dei dispositivi di sicurezza individuale e dei vaccini». Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Francesco Sapia, che aggiunge: «Posto che il commissario Arcuri è esterno all’inchiesta, è doveroso che faccia luce sulla figura di Errigo, che sembrerebbe essersi formato in un ateneo importante, che non intendo tirare in ballo, con cui collabora lo stesso commissario. Lungi da me cedere alle teorie del complotto e delle congetture, tuttavia ritengo che la chiarezza e la trasparenza siano doverose, soprattutto da parte di chi, come Arcuri, è delegato a svolgere un ruolo essenziale, in questo momento di lotta comune alla pandemia».

«Per altro verso – continua il parlamentare del Movimento 5 Stelle – non mi sembrano molto utili le generiche affermazioni di Salvini sul punto, che probabilmente sul piano squisitamente politico ignora che Errigo tifava in maniera aperta per un candidato della Lega a consigliere comunale di Reggio Calabria, poi eletto e divenuto capogruppo, ma totalmente incensurato ed estraneo, devo sottolineare, all’inchiesta “Basso profilo” e al coinvolgimento di Errigo nella medesima». «Il punto – conclude Sapia – è duplice: da un lato è necessario sapere come e perché Errigo sia prima entrato in Invitalia e poi nella squadra del commissario Arcuri; dall’altro è indispensabile che, a prescindere dalle inchieste giudiziarie, la politica capisca che la questione morale sta alla base di tutto, intanto in Calabria, e che essa deve essere la prima preoccupazione, come chiedeva Paolo Borsellino, di tutti i partiti, in ragione del delicato compito che tocca agli amministratori pubblici scelti dal popolo».

Fin qui il deputato Sapia del M5s, che giustamente richiama il clamoroso autogol di Salvini su Natale Errigo, giovane di belle speranze, che è stato sistemato da Totò Caridi e dall’altro uomo forte del centrodestra, “erede” del suo pacchetto di voti, Ciccio “bummino” Cannizzaro, ad Invitalia, dove il “capo” è un altro reggino doc, il buon commissario Arcuri, uomo buono per tutte le stagioni e accriccato nelle caselle giuste. Dopo l’arresto di Caridi (2016), Natale Errigo aveva dovuto fare i salti mortali per mantenere le distanze dal “boss” e prudenzialmente si manteneva distante anche da Cannizzaro (ormai sempre più prossimo allo sputtanamento…) ma non è bastato. Anche Errigo è finito nella rete di Gratteri e il pericolo che si canti tutto è veramente dietro la porta. Bummino lo sa benissimo ma lo sanno bene anche molti altri compari.
E così, lasciato Cannizzaro, il rampante Errigo si era buttato anima e corpo tra le braccia della Lega calabrese e aveva fatto campagna elettorale apertamente (come si evince dai social anche) per l’attuale capogruppo delle Lega al consiglio comunale di Reggio Calabria Giuseppe De Biasi pupillo della Tilde Minasi, scopellitiana di ferro, e recordman di preferenze proprio nelle zone “più calde” della città. Avvisate il capitone della sua ennesima figura di… Salvini.