Belvedere, clinica Tricarico. Storia di una straordinaria macchina da soldi: il clan Muto e i politici corrotti

Nonostante l’importanza dell’operazione “Clinica malata” della procura della Repubblica di Paola, che ha fatto luce sul fallimento e sulla bancarotta della clinica Tricarico di Belvedere, non c’è stato il clamore mediatico che l’inchiesta avrebbe meritato. La clinica Tricarico ha fatto riferimento per decenni al clan Muto e poi anche ai “big” del Pd, è stata sempre protetta e tirata fuori da ogni impiccio, favorita fino al punto di far chiudere l’ospedale di Praia a Mare che creava “concorrenza” e compagnia cantante. Epperò in pochi lo sottolineano, quasi ci fosse una censura nel raccontare fino in fondo la verità.

La clinica Tricarico di Belvedere “si pone ai massimi livelli regionali, rappresentando un vero punto d’eccellenza per la sanità calabrese. È la seconda struttura privata regionale sia per dimensioni strutturali sia per volume d’affari”.

La struttura è immensa (11mila metri quadrati coperti!) e ha addirittura un pronto soccorso autonomo attivo dal 1990 che eroga oltre 12.000 prestazioni. Con 120 posti letto distribuiti nei raggruppamenti di Medicina e Chirurgia.

La clinica Tricarico è la più grande macchina da soldi del Tirreno cosentino in ambito sanitario. Eppure, questa storica clinica spesso e volentieri si è cacciata in delicatissime crisi finanziarie, che sono state sempre “magicamente” risolte dalla politica fino alle ultime battute quando non c’è stato più niente da fare e anche la massomafia politica è stata costretta ad arrendersi.

Siamo riusciti a metterci in contatto con un dipendente di vecchia data della clinica Tricarico. E’ stata una lunga chiacchierata, che vi proponiamo così com’è uscita fuori.

Ci spiega chi sono questi signori Tricarico?

INDAGINI_salaoperatoria-540x280 “Gente senza scrupoli. Ti usa fin quando gli servi e poi…via. Come se niente fosse… Avanziamo dalle 10 alle 12 mensilità, mentre i loro compensi sono da capogiro…
Gli sarebbe bastato dimezzarsi i loro compensi per recuperare i soldi che avrebbero voluto in più dalla Regione ogni santissima volta che si metteva in cantiere un piano sanitario.
Qualche anno fa avevano minacciato che, senza aumento del budget, avrebbero mandato a casa 51 persone… In realtà le hanno comunque mandate via. Senza alcuno scrupolo. Gente che lavorava li da 20 anni, gente con famiglia. Ha mandato via 19 infermieri con partita Iva, 12 tra segretari ed amministrativi, altri 10 operatori socio sanitari che lavoravano tramite le cooperative”.

Ma soltanto per colpa del budget o c’era dell’altro?

“Li aveva mandati via perché aveva in corso la causa del fallimento dell’Istituto Ninetta Rosano (si tratta della società che è subentrata a quella originaria e che poi ha traghettato il passaggio all’ultima, quella effettivamente falita ndr) e quindi voleva provare ad evitarlo, altrimenti tutto sarebbe caduto sulla nuova società, provando a dimostrare ai giudici che stava minimizzando i costi! Ma era un’impresa impossibile: da quel che si dice avevano più di 100 milioni di euro di debiti con Equitalia, eppure, come vede, hanno fanno tutto quello che hanno voluto per anni e anni… Un motivo ci sarà stato!”.

Chi erano i loro referenti politici?

Principalmente Nicola Adamo. I loro guai sono nati perché hanno litigato con i fratelli Gentile. Fino al 2008 si stava benissimo! Da allora in poi dev’essere accaduto qualcosa di veramente “pesante” perché è finita la pace. Adamo comunque ha dato una grossa mano alla famiglia Tricarico insieme a Magorno, che però è subentrato dopo, quando, grazie soprattutto a Nicola Adamo e alla moglie, è stato inserito nel giro dei “big” del PD. MI risulta che alle elezioni politiche del 2013 la Tricarico abbia finanziato la signora Bruno Bossio in Adamo con oltre 15mila euro. Così come ha fatto Citrigno, l’altro imprenditore della sanità privata legato a Nicola Adamo, alla moglie e a Magorno. Qui lo sappiamo tutti, non c’era bisogno che ce lo dicesse Minniti”.

presta-magobrunoCi spiega come funzionava il sistema di gestione della clinica Tricarico?

“Il potere era gestito così: il dottore Pasquale Tricarico, il “capo” indiscusso, aveva in mano la direzione sanitaria, il dottore Ciro Tricarico, che è suo fratello, è il Procuratore dell’Amministratore Unico che è un ragazzino di 23 anni, cioè suo figlio Fabrizio Tricarico, che studia a Roma e qui viene raramente e che, ovviamente, a 24 anni, non può contare nulla (sono stati arrestati tutti e tre, i primi due in carcere, il ragazzo ai domicliari, ndr). Poi è subentrata la mamma dell’Amministratore Unico, cioè la signora Antonella Capano che, pur non avendo alcuna carica ufficiale, aveva preso in mano la situazione. Lei è l’ex moglie del dottore Ciro Tricarico. Una famigliola unita, non c’è che dire…”.

C’è qualcun altro?

“Beh, sarebbe il caso che indagaste (anche se so che ve ne siete già occupati) del passato burrascoso di colui che viene indicato come consulente legale dell’avvocato Saverio Cetraro e cioé Marcellino Michele Sbarra. E’ un sindacalista della CGIL che in realtà dovrebbe essere un fisioterapista dell’ospedale di Cetraro: non ha mai messo mano su un paziente. Questo anni fa provò a prendersi in mano la clinica. Non ci riuscì e, credetemi, era visto come il diavolo. Sia lui che la moglie, un’impiegata loro… Tale Impieri Rosaria. Poi è stato incredibilmente rivalutato. Lui lavorava all’interno della clinica. Alla moglie era stato affidato l’ufficio del personale. Combinava solo danni!”.

E il clan Muto?

“Beh, lo davo per scontato. Lo sanno tutti che la clinica Tricarico è la clinica di famiglia dei Muto. Sin dalla prima metà degli anni Ottanta Franco Muto, i suoi parenti e i suoi clienti hanno usato la Tricarico come meglio credono. Pensate che negli anni Ottanta la Tricarico era già attiva da parecchio e che il potere del clan si è manifestato gradatamente ma ormai da più di 25 anni era uno schifo: nella clinica gravitavano personaggi di ogni tipo mandati dal clan e “quelli di Cetraro”, come li chiamavamo noi, erano di casa. Ma spero di farle avere dei documenti importanti sui tantissimi ricoveri in clinica che sono stati sponsorizzati da Franco Muto e famiglia”. A presto.