Bisignano, pubblico indignato e meno spaventato: una comunità di “Umili” (di Piero Lirangi)

Foto BisiNews

Nei due giorni che precedono il corrente, personalmente mi sono astenuto nel commentare il nefasto gesto dell’incendio delle due ambulanze a Bisignano, deprecabile certo, ma qualcosa mi diceva che gli urlatori, quelli che indicavano la città come mafiosa e ntranchetista si sbagliavano.
Anche perché, mi dicevo, ” la mafia uccide solo d’estate” e l’estate ancora non è arrivata, vuoi vedere che il fenomeno è ancora più grave?
Svelato l’arcano. È ancora più grave.
Per fortuna le forze dell’ordine hanno portato il consuntivo in pareggio, la notizia tranquillizzante data da una brava e solerte giornalista cosentina (Giulia Fresca, ndr), perché l’eco è forte ed arriva prima lontano e poi man mano più vicino, tutti meravigliati ed indignati, manca solo la trasmissione “Quarto grado” e tutti contenti.
E invece no, COSÌ NON VA.

Il virtuosismo nostrano ha fallito ancora, ha fallito perché distratto ed insensibile al grido di dolore di chi non ha un giaciglio, di chi non ha lavoro, di chi non mangia, di chi non ha la possibilità di confrontarsi con niente e nessuno perché emarginato, di chi ha consegnato la propria vita al dolore preferendo il carcere all’indifferenza di chi dietro una bandiera rossa o bianca o grigia proclama uguaglianza e diritti custodendo solo i propri.

Mi chiedo, sempre condannando il maldestro gesto, dove sta la differenza fra quello che è stato fatto e bruciare se stessi, come già più volte successo perché colti da una disperazione insostenibile, fatta di solitudine ed emarginazione, debiti e soprusi.

Avremmo pianto tutti implorando il buon Dio per una vita persa.
In futuro questo potrebbe accadere ancora, facciamo in modo che ciò non capiti, ci indigneremo tutti di meno.

Chi deve sorreggere la parte debole della società pensi meno a se stesso e di più agli altri, perché non ci indigniamo, con le nostre tasse vi paghiamo per farlo, magari qualche parcella in meno a grandi principi del foro per beghe da cortile e un aiuto concreto per evitare che la vita di tanti vada in malora. Questa è solo la punta dell’iceberg, altri non hanno più nemmeno la forza per chiedere, ad altri è stata tolta la dignità, riflettiamo un po’ di più, il giustizialismo non paga.