Cosenza e il Consiglio che non si insedia. Lettera aperta a Maurizio Pancaro

Maurizio Pancaro è quello in completo chiaro

Cosenza è l’unica città d’Italia tra quelle che hanno eletto il sindaco al primo turno nella tornata elettorale del 5 giugno scorso che non ha ancora il consiglio comunale insediato.

Sono passati (benedica!) 15 giorni e non siamo ancora venuti a capo delle questioni burocratiche. Eppure non ci sono state contestazioni e la vittoria di Occhiuto è stata talmente schiacciante che Guccione ancora sta correndo dalla vergogna e non riescono a fermarlo. Nonostante la mole!

E allora, perché ‘sto consiglio comunale non si insedia?

Qualcuno ha provato ad agitare lo spauracchio delle solite questioni politiche legate alla nomina della giunta di Occhiuto. Ma, anche in questo caso, il cazzaro ha preso tanti di quei voti che può decidere tranquillamente i suoi assessori senza che nessuno possa aprire bocca, tanto più che nella sua coalizione non ci sono partiti politici e quindi decide solo lui, quasi come un dittatore. Ragion per cui, non si capisce proprio chi possa avere eventuali, ma molto eventuali, mal di pancia.

L’entourage di Occhiuto, dunque, quando qualcuno fa rimostranze di questo tipo, rinvia direttamente alla commissione elettorale, alla quale, evidentemente, è da imputare questo strano ritardo nella proclamazione degli eletti. E il presidente della commissione elettorale, così come succede in tutta Italia, è un magistrato.

Siamo andati a vedere chi è questo “campione” e abbiamo scoperto che si è già messo in evidenza per aver sbagliato, nel momento della proclamazione del sindaco, il nome di battesimo confondendo Mario con Roberto. Lui, il magistrato, si chiama Maurizio Pancaro ed è un magistrato di sorveglianza, adibito con successo anche ad altre mansioni.

Sembra che sia stato oberato di lavoro e non abbia potuto dedicare un po’ di tempo alle elezioni e c’è chi dice, più malignamente, che Occhiuto gli avrebbe sussurrato in un orecchio (tanto lui lo fa con tutti i magistrati cosentini che hanno lavorato con Granieri, che vi scandalizzate?) che, in fondo, se la può anche prendere comoda. Che tanto non c’è nessuno con la pistola puntata… E così siamo arrivati al 15° giorno e nessuno si lamenta. Tanto già prima a Cosenza non c’era opposizione, figurarsi adesso che Guccione ancora sta correndo e Paolini è stato avvistato in Alaska (si fa per dire) a leccarsi le ferite dell’ennesima disfatta.

E visto che non lo fa nessuno, lo facciamo noi, che dobbiamo sopperire anche alla mancanza di coglioni da parte di chi (a parole) dice di volersi opporre alla dittatura “illuminata” del cazzaro.

Allora, caro Maurizio Pancaro, siamo cosentini e ci conosciamo quasi tutti. Mi appello alla nostra vecchia conoscenza consumata sui gradoni della Curva Sud (che non si chiamava ancora Bergamini) dello stadio San Vito, oggi Gigi Marulla. E alle nostre vecchie “ciotie” alla villetta di piazza Loreto ben prima che venisse snaturata da quel cazzaro che conosci anche tu.

Mi appello alla tua riconosciuta onestà e rettitudine morale che ti ha portato a lanciarti nel mondo della Giurisprudenza (io me ne sono accorto subito che non faceva per me e ho gettato la spugna dopo qualche mese!) ma, soprattutto, alla nostra comune fede rossoblù.

Maurizio, quanto cacchio ci vuole per arrivare a questa quadratura del cerchio per una competizione elettorale nella quale c’è stato un risultato quasi bulgaro?

Maurizio, non dare a questo pessimo sindaco (secondo me il peggiore della storia della città) la possibilità di farsi calcoli e calcoletti per questioni che poi ti dirò a voce. Finisci il tuo semplicissimo lavoro, chiamalo (come vuoi tu: Mario, Roberto, cazzaro anche se io ti consiglio la parola che comincia con la c) e digli che la festa è finita. Così poi, se vorrà perdere altro tempo, non potrà prendersela con te.

Grazie e Forza Lupi sempre (che poi il cazzaro non capisce neanche niente di pallone e, secondo me, tifa pure per… chirillà!).

Gabriele Carchidi