La Corte di Appello di Bologna, nel confermare il decreto del tribunale che aveva restituito alla famiglia Iaquinta tutti i beni personali e societari a essa riferibili, ha messo un ulteriore sigillo alla legittimità di quel patrimonio, ribadendo che la sua formazione è avvenuta con l’apporto esclusivo del lavoro del genitore e del figlio. A rendere nota la decisione dei giudici è il professore napoletano Vincenzo Maiello che, con il collega Tommaso Guerini, difende Giuseppe Iaquinta, padre dell’ex calciatore campione del mondo Vincenzo Iaquinta, assistito dall’avvocato Tommaso Rotella. La confisca milionaria dei beni sequestrati avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia nei confronti di Giuseppe, Vincenzo e Adele Iaquinta venne rigettata dal Tribunale delle misure di prevenzione di Bologna lo scorso 3 agosto. (ANSA)
Cronaca
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