Calabria 2019, don Magorno e la Santelli a braccetto nel nuovo partito Renzi/Berlusconi

Salvini continua a dirlo in ogni intervista che rilascia: “Ho firmato un contratto e ho dato la mia parola, onorerò entrambi fino alla fine. Governiamo bene in tante regioni e in tanti comuni con la coalizione di centrodestra, ma io guardo al futuro”.

Un futuro, quello della Lega, che non coincide più con quello di di Forza Italia. Salvini sa bene che non potrà più riproporre, al suo storico e nuovo elettorato, la vecchia alleanza di centrodestra con quella mummia di Berlusconi e tutto l’apparato masso/mafioso che si porta dietro. La gente vota Salvini perché non vuole più sentire parlare di questi personaggi, e Salvini è un razzista, non uno stupido. Non commetterebbe mai un errore grossolano di questo tipo. Il suo 30% virtuale sparirebbe ancor prima di materializzarsi, specie al sud, dove maggiore è la rabbia nei confronti della vecchia politica e dei capibastone che per decenni l’hanno rappresentata. Un ragionamento, quello di Salvini, che influenzerà – dopo la sicura conferma dell’apprezzamento degli italiani alle sue politiche alle imminenti elezioni europee –  le future scelte, in materia di alleanze politiche, anche alle prossime elezioni regionali.

Gli Occhiuto, i Santelli, i Cannizzaro, i Tallini e simili, vecchi arnesi di una politica ladrona che al sud ha prodotti più danni della guerra, dovranno, necessariamente, trovarsi un altro alleato di peso per le prossime regionali. Sostenere un plurindagato pieno di debiti come Occhiuto, per la Lega, sarebbe una rovina, anche perché, in Calabria, Salvini ha già tanti problemi con i suoi, vedi Furgiuele. Imbarcare altri indagati, corrotti e mafiosi vari, non gli conviene. La gente capirebbe che il suo è un cambiamento a trucco e come ha voltato le spalle a Berlusconi e a Renzi in men che non si dica, lo stesso farebbe con lui. Mai come in questo momento storico l’elettorato è mobile.

Con questo svaniscono completamente i sogni di gloria di Occhiuto di sedersi sulla poltrona di presidente della Regione Calabria. I numeri parlano chiaro, Forza Italia in Calabria non vale più niente. Sempre che qualche giudice onesto non intervenga prima. Visti i tanti reati commessi da Occhiuto e dalla sua amministrazione: dal voto di scambio, alla corruzione, per finire all’abuso d’ufficio, passando per la truffa e il peculato.

Se Forza Italia piange, il PD non ride. La situazione che si va delineando, in queste ore, è il peggior incubo che potesse capitare ai vecchi capobastoni locali. Renzi annuncia di voler fondare un suo partito, magari fondendosi con quel che rimane, dopo le elezioni europee, di Forza Italia a guida Berlusconi/Tajani. L’elezione di Zingaretti a segretario del Pd è quasi scontata, ancor di più dopo il ritiro di Minniti. E Renzi a fare il vice di Zingaretti proprio non ci sta. Un’operazione che, dopo il voto delle europee, potrebbe già materializzarsi in Parlamento con la creazione di un “nuovo gruppo”.

In tutto questo cosa faranno i pezzotti cosentini del PD, da che parte si schiereranno i soliti noti pur di garantirsi ancora qualche anno di vita politica?

È difficile dirlo se stiamo ai tanti salti di quaglia “interni alle correnti del PD”, che in tutti questi anni abbiamo visto. All’inizio ad essere renziani erano solo (per quel che riguarda Cosenza) Magorno e Perugini. I famosi renziani della prima ora. Poi arrivarono quelli della seconda ora: Bevacqua, Aiello, Covello, Ambrogio, Aieta, Giudiceandrea. Per finire a quelli della terza ora: Oliverio, Adamo, Bruno Bossio, Iacucci e Guglielmelli, con un Carletto Guccione sempre all’opposizione del partito.

Oggi ad essere renziano è rimasto solo don Magorno. Persino quella gatta morta della Covello ha mollato Renzi. Tutti si dicono con Zingaretti, da Madame Fifì a Palla Palla, per finire a tutti i minnitiani pentiti, cosa che rimetterebbe sotto lo “stesso tetto” Guccione e Nicola Adamo alias Capu i Liuni. Si ritorna al vecchio e stantio minestrone. Non andranno lontano.

Ma non tutti i mali vengono per nuocere: gli Occhiuto, le Santelli, i Cannizzaro, i Tallini potrebbero aderire anche loro al progetto politico messo in atto dal duo Berlusconi/Renzi, ed avere così una nuova formazione politica con cui presentarsi alle prossime regionali. Un partito nuovo di zecca: la Santelli e don Magorno (che con Occhiuto condivide la posizione di politico al servizio dei clan locali) a braccetto in giro per la Calabria a fare campagna elettorale per Occhiuto. Il massimo della fusione tra masso/mafiosi. Il partito perfetto per tipi come loro. Le possibilità di vincere restano bassissime, ma potrebbero, sommando i vari “zoccoli duri” di clientela elettorale, raggiungere un buon risultato: potrebbero piazzarsi sopra quel che rimane del nuovo PD targato Zingaretti.

Resta un unico problema: che nome dare al nuovo partito della Santelli e di Magorno? Potrebbe essere la somma delle due sigle FI e PD, ovvero: F.I.P.D.  Da qui si può partire, basta solo trovare 4 parole che iniziano, una con F, e ce l’ho; un’altra con la I, e c’ho pure questa; poi una la P, e qui la fantasia scorre; e per finire una con la D che ho già trovato. Provate pure voi a dare un significato a questo “acronimo”… diamo una mano a chi una mano (in faccia) non ce l’ha fatta mai mancare. Giusto per ricambiare.