Calabria 2019, la strada obbligata di Occhiuto

Oramai la strada da percorrere per Occhiuto, in vista delle elezioni regionali, e salvo complicazioni giudiziarie, specie dopo le ultime parole bellicose di Gratteri, è chiara.
Occhiuto non ha che due possibilità vista l’impossibilità di rappresentare tutto il centrodestra unito. E anche questo è chiaro a tutti: a suggellare la fine dei sogni di gloria di Occhiuto è stato lo scambio di battute al veleno tra Wanda Ferro e Tallini, segno evidente delle frizioni tutte interne al centrodestra, dove in tanti non hanno gradito la fuga in avanti di Mario Occhiuto.

Il diverbio tra i due, visti i toni usati, bolla definitivamente la fine di ogni dialogo tra il maggiore sponsor di Occhiuto (Tallini) e la molto probabile candidata del centrodestra alle prossime regionali Wanda Ferro. E se a questo aggiungiamo la già espressa contrarietà della Lega ad un candidato di Forza Italia e il ritorno di zio Silvio dall’ospedale – che scenderà in campo personalmente e ha fatto già sapere a tutti che degli Occhiuto non gli interessa niente, anche perché complici, insieme alla Carfagna, di un tentativo di golpe per defenestralo dal comando del partito – le conclusioni (da cui non si scappa) sono due: o decide di correre da solo con le sue sgangherate liste con il rischio di non raggiungere il quorum (10% Presidente, 4% lista), oppure entra in coalizione per sostenere il candidato alla presidenza della Regione Calabria del centrodestra, con la speranza di rosicchiare, in un futuro governo di centrodestra, qualcosa.

Non ha alternative a questo Occhiuto, che non può più certo fare marcia indietro rispetto alla sua candidatura a presidente. Sarebbe imbarazzante per lui retrocedere dalla possibilità di governare la Calabria alla promessa di un assessorato allo sport e al sociale. Come spiegare questo al suo sgangherato esercito? E poi Occhiuto ha problemi seri che può risolvere solo se è lui a guidare la barca. Intrallazzare, a certi livelli, se non sei nella stanza dei bottoni, è difficile. Perciò sarà costretto, un po’ per orgoglio, un po’ per opportunità, a correre da solo.
Una corsa, la sua, che non ha nessuna possibilità numerica di vincere, i pacchetti di voti che le sue liste portano in dono sono veramente ridicoli. Basta leggere i nomi di chi le promuove: faccendieri, voltagabbana, vecchi arnesi, “nuovi” mestieranti della politica e bande fameliche di lecchini, nani e ballerine.
E per darvi l’idea del giurassico che rappresentano ecco a voi i nomi dei saltimbanchi.

Sergio Abramo (l’uomo che si crede un politico), la coordinatrice regionale di Forza Italia Jole Santelli (Jolanda l’educanda, da 30 anni in politica), il deputato di Forza Italia Francesco Cannizzaro (un nome una garanzia, con lui stai sicuro che gli amici degli amici sono tuoi amici), il sindaco di Pizzo Gianluca Callipo per la lista “Consenso Civico” (l’espressione massima dell’ebetismo politico), Maria Mena Arbitrio, Sabrina Adamo per la lista “Officina del Sud” (queste parlano di officine, senza sapere cos’è il vero lavoro), Eugenio Madeo per la lista “Mario Occhiuto presidente” (il capocomico), per una lista civica il professor Pino Nisticò, Eva Catizone per la lista “Calabria Creativi” (Evelina la Patatina, specialista in scrocco e vacabbunneria), Tonino Daffinà per la lista “Rinasci Calabria per Occhiuto” (il commercialista della cricca), Gianluca Tassone per la lista Nuovo Cdu (figlio di Mario, vero dinosauro della politica), Franco Talarico per la lista Calabria Udc (roba che non si può leggere: esiste ancora l’Udc?), e tanti altri personaggi che da tempo gravitano attorno al circo.

Vedremo quale strada sceglierà Occhiuto. E la sua sua non sarà certo una scelta facile, perché da ciò che decide potrebbe dipendere il suo futuro, già segnato da tanti altri problemi, umano e politico. Sempre che Gratteri, voce che circola in ogni dove oramai da tempo, non intervenga prima.