Calabria 2019, Zingaretti: “Oliverio non è il candidato del Pd”

Il cambio di passo tanto atteso dal PD non può più prescindere da una sostituzione radicale della classe dirigente che fino ad oggi ha rappresentato il partito nel peggiore dei modi, specie al sud e in particolare in Calabria. Questo lo hanno capito tutti, militanti, elettori, cittadini, e lo ha capito soprattutto Zingaretti.

Zingaretti ha capito che è giunta l’ora delle decisioni e che dovrà determinarsi su come porre in essere le obbligate scelte che nelle prossime ore sarà costretto a fare: organizzare e disporre il “cambio della guardia” della vecchia e stantia nomenklatura del partito che da secoli occupano territori che oramai non rispondono più, elettoralmente, neanche ai vecchi capobastoni. Specie in Calabria.

In poche parole a Zingaretti tocca fare quello che Renzi aveva annunciato e che non ha mai fatto: rottamare tutta la classe “dirigente” del Pd in Calabria, pena la stessa fine di Renzi nell’arco di qualche anno. Da questo dipende il futuro politico del partito, perché è l’uso del “lanciafiamme” quello che tutti si aspettano da Zingaretti: basta con personaggi come Palla Palla, Madame Fifì, Capu i Liuni, Iacucci, Seby, e tutta la banda. Personaggi che con la loro sistematica azione politica clientelare e truffaldina, che è andata avanti per decenni, hanno reso inviso il Pd alla stragrande maggioranza dell’elettorato calabrese, e non solo. E le inchieste che li coinvolgono parlano chiaro. Dare ancora spazio a questi ladri di stato significa restituire l’idea all’elettore deluso che nulla è cambiato nel Pd. E questo Zingaretti lo ha capito bene. Nonostante i tentennamenti sul caso “Umbria”, sa che per una ripresa reale del Pd rinnovare la classe dirigente è vitale. Serve un segnale forte e deciso in questo senso.

Infatti Zingaretti è da tempo che va dicendo nei vari capannelli, e nei corridoi romani, che in Calabria le cose non vanno e che Oliverio non sarà mai il candidato del Pd. Anche se Oliverio è del Pd. Ed è proprio sull’appartenenza di Oliverio che Zingaretti gli ha “teso la trappola” per avere una buona scusa per estrometterlo definitivamente dai giochi.
La direttiva per tutti, specie in Calabria, e in particolare per Oliverio e compari, per le elezioni europee era quella di dare forza e voti al candidato Roberti, magistrato di spessore e persona perbene scelto dallo stesso Zingaretti proprio per dare un segnale di discontinuità col passato. Una sorta di chiamata alle armi generale per difendere il fortino tutti insieme, ed invece, com’è loro costume, Palla Palla e compari hanno ben pensato di boicottare il progetto di Zingaretti, dirottando i voti su altri candidati, quali Cozzolino, Iacucci, Picerno, relegando Roberti agli ultimi posti, nelle preferenze, in Calabria. Come a dire: qui comandiamo noi caro Zingaretti, e qui decidiamo noi chi si candida e chi no. Una vera e propria minaccia al segretario con invito a non intromettersi in questioni squisitamente calabresi.

Un vero affronto che Zingaretti non solo ha recepito ma che si è detto pronto a rispedire al mittente. E la risposta a Palla Palla e compari potrebbe arrivare proprio domani nella direzione nazionale del Pd. Domani Zingaretti ha l’occasione di annunciare pubblicamente la cancellazione definitiva del nome di Oliverio dalla lista dei candidati per la corsa alla presidenza della Regione Calabria alle prossime elezioni.
Un’occasione che a detta di tanti, Zingaretti, non si lascerà sfuggire.