Calabria 2020, Corigliano-Rossano: centrodestra allo sbando. Ora tocca a Stasi

Le elezioni regionali avranno uno snodo nevralgico nel risultato che si otterrà nella Piana di Sibari e, in particolare, nella città di Corigliano-Rossano. La nuova città, nata dalla fusione di Corigliano e Rossano attraverso un processo referendario unico in Italia per le dimensioni delle due città, è stata, dai promotori, sempre propagandata come strumento utile a rivendicarne l’autonomia rispetto ai poteri forti cosentini che, da sempre, hanno pescato consensi in questo territorio e poco o nulla hanno fatto per esso. E questo stato d’abbandono, a dire il vero, è stato mantenuto anche quando, ad occupare postazioni importanti furono gli eletti delle due città: accadeva con la destra e la sinistra (Dima e Pacenza), accade oggi con la pattuglia pentastellata, ben quattro eletti la cui presenza sul territorio ha portato gli stessi vantaggi che ha portato Trump ai rapporti tra USA ed Iran. In questo contesto, alla fine di una legislatura regionale devastante per questo territorio, l’esito del voto nella città potrebbe risultare determinante per i destini delle elezioni regionali.

Occorre partire da una premessa importante: se esiste una figura che ha determinato una profonda ferita nella comunità di questa città con le sue azioni questa è Jole Santelli. La sua azione fu determinante per la salvezza del tribunale di Paola tutto a scapito del Tribunale di Rossano. Una scelta che, a distanza di anni, resta priva di ogni giustificazione sia politica e che, oggi, potrebbe rappresentare uno scoglio non secondario per il successo della Santelli. Apparirebbe difficile per i candidati della Santelli far coincidere l’idea che ci si candidi per tutelare gli interessi della città andandosi a posizionare nelle liste di chi ha sempre remato contro.

Certo, Callipo non conosce il territorio, non è mai stata una presenza che ne ha determinato i destini, però è, quantomeno, una figura che non ha fatto danni alla Sibaritide.

Ed all’interno delle liste della Santelli, tra i candidati corissanesi, ritroviamo storie estremamente interessanti. Naturalmente non si può non partire dal generale Graziano. Il promotore della legge sulla fusione cerca di ergersi a paladino dell’interesse della città e lo fa con la solita faccia tosta che ne contraddistingue da sempre l’agire politico. Saltimbanco specializzato tra vari partiti (Verdi, Forza Italia, il Coraggio di Cambiare ed ora UDC in attesa di chissà quale altro salto…magari Lega), si candida al servizio di chi ha in tutti i modi danneggiato la città.

Personaggio da anni al centro di inchieste estremamente delicate, gran manovratore dei forestali, trombato eccellente alle ultime comunali, si è distinto negli ultimi mesi per un’azione d’opposizione incentrata sull’isterismo e su tesi alquanto strampalate (dai cosiddetti livellari a polemiche sulla sanità, ambiente e rifiuti come se il sindaco Stasi fosse in carica da decenni e lui il virgulto novello della politica).

Graziano, di cui ricordiamo le splendide foto estive nella montagna rossanese con il prefetto Galeone, rappresenta l’incoerenza e l’opportunismo politico messo al servizio del proprio interesse personale. Ci si sarebbe aspettati che, proprio se si volesse benedire il cambiamento, la trasparenza e la legalità, che il suo fosse uno dei nomi boicottati così come ha fatto Callipo con Orlandino Greco. Purtroppo la Santelli quei voti li vuole e se ne frega di ciò che porta in dote.

Accanto a Graziano, nella lista del presidente, viene candidata, dopo anni di lontananza dalla politica, Pasqualina Straface. L’ex sindaco di un’amministrazione sciolta per mafia, in queste ore gioisce per la sua assoluzione da un processo che erroneamente si cerca di collocare all’interno di quello scioglimento. Certamente l’assoluzione – su cui abbiamo ampiamente spiegato come sia pesata l’incapacità “volontaria” di Luberto nel determinare l’affossamento delle indagini – assolve la Straface dalle accuse ma questo non cancella ne le condanne dei suoi familiari ne cancella uno scioglimento che, al momento, resta ancora legittimo. Era il caso di candidare chi ha legami con personaggi condannati per mafia e da cui non si è mai dissociata o ha espresso parole di condanna? Non si pretendevanp posizioni alla Impastato però probabilmente non era opportuno far finta che nulla è accaduto.

Ruolo importante poteva avere Ernesto Rapani, candidato nella lista di FdI ma le pessime scelte alle ultime amministrative sembrano averne sancito una crisi interna al partito. Anche in questo caso i rapporti ambigui con l’imprenditoria rossanese rappresentata da “Mollettun” La Pietra lasciano mille perplessità.

Nel campo opposto non abbiamo figure che siano lontanamente paragonabili a quelle sopra citate. Abbiamo però il curioso caso del giovane consigliere comunale Francesco Madeo. Un vero professionista del salto triplo politico. Astro nascente dell’UDC, legatissimo a Cataldo Russo ed ai Trematerra, si riscopre ambientalismo ed operatore agricolo notevolemnte beneficiato dai progetti POR. Candidatosi ed eletto con “Civico e Popolare” cerca prima collocazione nei Verdi, sonda Tansi, sceglie Occhiuto (linearità di progetto). Con la fuga di Occhiuto resta a spasso e cerca in tutti i modi collocazione tra le liste della Santelli ma riesce ad ottenere una candidatura con Callipo. La metamorfosi è completa: dal definirsi anticomunista e ipercritico verso il PD a militante “Cheguevaresco” per il re del tonno voluto fortemente candidato da Zingaretti. Miracoli politici che ci commuovono.

Abbiamo lasciato per ultimo il caso del giorno: Alfio Baffa. Il ragazzo, espressione della Lega nella città di Corigliano-Rossano, è balzato meritatamente all’attenzione delle cronache nazionali per un video che definire sconcertante è poco. All’interno di una vasca da bagno, con sigaro e champagne, quasi novello Scarface, saluta un gruppo chiamato “RevengePorn”. Francamente immaginiamo che tanto non sia piaciuto nemmeno a Salvini ed alla Jole Santelli. Il giovane, anche lui con un passato ballerino tra Forza Italia, 5Stelle ed ora Lega, appare come uno sconsiderato che non si rende conto di cosa voglia dire presentarsi associandosi al fenomeno del “RevengePorn”.

Appare chiaro che chiunque voglia interessarsi al bene pubblico non possa, se in possesso di doti intellettive minime, associarsi a simili azioni. Purtroppo ancora oggi non si registrano prese di posizione, scuse o ritiri di candidatura ne da parte del ragazzo ne da parte dei suoi dirigenti politici a tutti i livelli. Resta da riflettere, proprio legandosi al ragionamento che ha portato alla nascita della città di Corigliano-Rossano, come in questa campagna elettorale avrà un ruolo importante anche la capacità di penetrazione dei candidati forti esterni alla città.

Guccione, Bevacqua, Aieta, Gallo, De Caro, Molinaro, Morrone, Gentile eccetera, saranno capaci di pescare i voti che da sempre i loro ascari gli garantiscono? O ci sarà qualcuno che rifletterà sul fatto che questi signori, navigati, quasi corrosi dalle intemperie della politica, non hanno mai messo in moto un solo atto vantaggioso per quella comunità? E’ li che la partita diventa decisiva proprio per l’affermazione della nuova città: lasciare che sia ancora terra di conquista da parte di questa classe politica predatoria resta il più grande problema per la nascita di una classe dirigente capace di affermarsi e rivendicare la propria autonomia rispetto agli interessi di Cosenza.

Ed in questo diventa giustamente decisiva la scelta che compierà il sindaco Flavio Stasi. Non potrà ancora a lungo restare in silenzio alimentando speculazioni che creeranno confusione e che potrebbero persino creargli spaccature interne alla sua maggioranza (meno omogenea di quel che si crede) attribuendogli risultati deficitari legati a candidati come Tansi. Dovrà, come minimo, sposare l’idea che vadano votati i candidati locali. E, crediamo, che, proprio per il suo impegno nel tentativo di salvare il tribunale non possa non ricordare proprio il ruolo avuto dalla Santelli, E siamo di nuovo al punto di partenza.