Calabria 2021. E la Lega arruola anche la moglie dell’ex sindaco (mafioso) di Cirò

Calabria orgogliosa e fiera. E’ questo lo slogan della Lega di Salvini ormai alla conquista della Regione, uno schieramento di truppe che nelle intenzioni dei sondaggi, si contende la pole position con le altre forze del centrodestra. Alle elezioni del 3 e 4 ottobre per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria, in un clima apparentemente strano, ci si è arrivati attraverso la composizione di liste, in entrambi gli schieramenti secondo modalità diverse, depurate dei cosiddetti impresentabili mantenendo tuttavia l’alchimia – formalmente corretta – della sostituzione con il parentato, quello che quasi mai ha un DNA strutturalmente diverso da una sodale di mafia, per appartenenza, per frequentazione ed ovviamente per catena dinastica.

E’ un problema che attraversa in modo trasversale gli schieramenti, quello della scienziata del centrosinistra, Amalia Bruni che dopo essersi carbonizzata la mano come Muzio Scevola sul braciere della legalità, scopre (!) di avere le liste inquinate nell’area dello Stretto; mentre sull’altro versante, quello di Roberto Occhiuto nonostante la verifica della Commissione Antimafia (che con la presenza di Peppe Mangialavori e Wanda Ferro è più simile a una locale di ‘ndrangheta che tiene per la palle il ridicolo presidente Morra), si è scoperto che le figurine sono state cambiate e comprate nell’edicola delle “famiglie”, annacquando il valore della legalità e lasciando in pista, nelle retrovie, gli impresentabili storici del centrodestra calabrese.

Il sospetto è che nella rincorsa al titolo di purezza che ognuno sbandiera, le sviste siano state calcolate, secondo la logica del principe di Salina: tutto cambia perché nulla cambi.

L’impresentabilità diventa un valore, uno stemma da esibire al pari del casato nobiliare. Fa curriculum, non offende nessuno e consolida la tradizione tutta calabrese dove la politica cammina a braccetto con la ‘ndrangheta, quella che piace e che è fonte di affari con gli imprenditori, che diventano maggiormente graditi come i politici, se sbarcati dal nord e resistenti per lignaggio padano al cattivo odore.

Così, senza alcun clamore, nella lista della Lega che si richiama all’intransigenza del suo leader Matteo Salvini, trova cittadinanza nella circoscrizione Centro, la signora Pina Scigliano, avvocato di professione e moglie di Mario Caruso, già sindaco di Cirò, riconfermato nel 2012 e sollevato dall’incarico nel 2013, dopo lo scioglimento con decreto del Presidente della Repubblica del comune per “infiltrazioni mafiose”.

Quanto riportato nella relazione del Ministro degli Interni dell’epoca è già di per se assolutamente tranciante. Si evidenziano rapporti consolidati dell’amministrazione comunale di Cirò attraverso legali di parentela o affinità tra amministratori ed esponenti del locale sodalizio criminale, frequentazioni di elementi della criminalità organizzata da parte di membri del consiglio comunale, nonché elementi fattuali che inducevano a ritenere possibile il condizionamento dell’azione amministrativa. Il tutto era stato oggetto di un attento monitoraggio sia nella precedente consiliatura, che in quella uscita dalle urne il 6 e 7 maggio 2012, sempre sotto la guida del sindaco avvocato Mario Caruso.

L’approdo della moglie dell’ex sindaco di Cirò, Pina Scigliano, nelle liste della Lega non è indubbiamente elemento di garanzia dall’inquinamento del voto e non mette al riparo la presentabilità della Lega di Salvini, che potrebbe, quasi certamente, fregiarsi del consenso di pezzi di politica di stampo ‘ndranghetista, con la stessa semplicità con la quale il suo leader, Matteo Salvini raccoglie voti e carciofi… E’ la lunga storia di alcuni ambienti politici, da sempre in migrazione, così come ha fatto l’avvocato Mario Caruso tanto da essere stato nominato dall’allora coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani, quale responsabile Regionale del Dipartimento Giustizia del tragicomico partito della Meloni, che qui in Calabria ormai tutti chiamano Fratelli di ‘ndrangheta. Un altro capitolo controverso della storia dei partiti, duri e puri di Calabria…