Calabria 2021. Mario Tassone il dinosauro e il baby-bluff di famiglia

«Buongiorno Giuseppe, sono Mario…» inizia così una telefonata, quella che si definisce al fotofinish fra l’ex parlamentare di lungo corso Mario Tassone ed il senatore Giuseppe Mangialavori, coordinatore regionale di Forza Italia o Forza Mafia. Il colloquio “riservato”, ma in effetti molto pubblico, avviene nelle ore che precedono la chiusura delle liste elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria ed il tema non è la valutazione delle forze messe in campo del segretario nazionale del Nuovo CDU, quello che a tutti gli effetti è un serraglio di dinosauri in via d’estinzione, bensì la richiesta esplicita di accasare nelle liste di Forza Italia o Forza Azzurri, la lista del candidato presidente Roberto Occhiuto, sempre Mafia è, il rampollo di famiglia!

Non ha truppe da schierare l’onorevole Mario Tassone, una cosa che ormai tutti conoscono, ha solo l’esigenza di intruppare il figlio Gianluca, senza nemmeno portare in dote la cintura esplosiva, si parla di solo di fuochi d’artificio, e per la “ragione” di famiglia si salta l’ostacolo della coerenza sventolata e della politica cosiddetta nobile, proponendo e promuovendo a bocce ferme il baby-bluff. In fondo cosa non si fa per la famiglia! Il risultato è nullo anche questa volta, come nella tornata precedente il risultato è stato, diciamo pure, irrilevante per la storia ed il casato, solo 1.325 voti nella lista Santelli presidente. Poca cosa per chi porta con se la storia di 34 anni e 12 giorni di onorata carriera parlamentare, tanto è stato Mario Tassone seduto a Montecitorio per un motivo che a molti appare oscuro e benedetto da un’altra era e da un altro Dio.

La risposta alla telefonata promozionale di Mario Tassone è stata picche! Il baby bluff può trovare ricovero in altra lista…senza dover scomodare le Forze Armate ed i voli umanitari! «Mi hanno detto 6.800 euro, una cifra molto modesta». Questa fu la risposta che sempre Mario Tassone diede durante una trasmissione su Radio 24, quando gli venne chiesto l’ammontare del suo vitalizio, e forse è questa la frase che lo consegna alla storia, quella dei “Dinosauri” della politica italiana. Il dato è peraltro oggettivo e dovrebbe consigliare di godersi la “pensione” per quanto modesta, secondo un metro di valutazione che fa urlare di rabbia il popolo dei pensionati che hanno lavorato veramente e senza privilegi, restituendo i fatti alla storia ed al museo delle cere, quelle che vengono spacciate nel mercato del nulla. La solita storia familistica che nella circostanza della promozione telefonica del figlio Gianluca non ha nemmeno lasciato la scia, né di un improbabile cometa, né di presunti Magi ormai invecchiati nel cammino.

«Non ci sono i partiticosì dichiarava Mario Tassone qualche giorno prima della chiusura delle candidaturema solo ‘banchetti’ di un mercato rionale dove vagano gli aspiranti candidati. Non c’è più una convinzione, una fede, non ci sono differenze tra destra centro sinistra , si sceglie sulla base della convenienza personale. Con queste premesse il percorso della Calabria sarà sempre più accidentato. C’è il pericolo che il Consiglio regionale continuerà a vivere (si fa per dire) nell’afasia senza dibattito, slancio, confronto, ricerca di soluzioni così come è accaduto nelle ultime consiliature. L’ultimo comune della Calabria (per numero di abitanti) è stato più dignitoso. Con alcuni amici continueremo a fare la nostra parte per costruire un’area mediana che offra occasioni e stimoli per ritrovare la politica. La storia dei cristiani democratici, dei laici riformisti va recuperata e storicizzata. Fare solo liste senza progetti è un insulto».

«Il mercato della politica tra offerte e domanda rischia di stritolare i cittadini e premiare solo chi punta su se stesso senza pensare al noi. È in palio in Calabria la democrazia. Noi siamo per la democrazia l’unico strumento che può sconfiggere vecchi e nuovi feudatari[…]». Dimenticando però di essere conseguenziale, che gli stemmi araldici e di famiglia è bene lasciarli alla polvere, senza rincorrere un feudalesimo casalingo dove tutto si addomestica e diventa commestibile anche in quelle liste, che fino a qualche giorno prima della “chiamata”, erano un insulto perché mancanti di un progetto. Forse il progetto mancato del baby bluff…di famiglia.