Calabria 2021. Questa non è una richiesta, è un grido di allarme: fate votare i fuorisede

di Saverio Di Giorno 

Questa non è una richiesta, è un grido di allarme. C’è un tempo in cui la richiesta, diventa allarme e questo tempo è passato da troppo. La richiesta è: fate votare i giovani calabresi. In Calabria non vota nessuno. In Calabria quei pochi che votano, sono clienti. In Calabria esistono solo scambi e nessuna opinione. In Calabria si votano sempre gli stessi e poi ci si lamenta. In Calabria nessuno si interessa, nessuno partecipa, pochissimi votano e tutti obbediscono in silenzio.

Quante volte queste parole si sono scritte, ripetute e dette con quell’aria di chi la sa lunga e la vede lunga. Sulla base di cosa? Di qualche percentuale post voto e dei risultati. Nessuna analisi si è spinta un po’ più a fondo. Dietro questa richiesta però c’è un’analisi che aspetta di essere detta.

La percentuale di voto è bassissima, è vero. Perché viene calcolata sui residenti aventi diritto, non su chi abita e risiede davvero in Calabria. Eppure si susseguono rapporti su rapporti, studi su studi che indicano una drammatica emergenza demografica. Si perdono decine di migliaia di persone ogni anno, soprattutto studenti universitari, giovani ricercatori, lavoratori emigrati.  Persone impegnate, informate e formate che vanno via a migliaia. Questa non è più emigrazione, è un’emorragia; è una terra che sta facendo defluire via il suo sangue lasciando senza forza i nervi. Vanno via e non votano né possono votare perché tornare in Calabria è difficile, lungo e costoso. Bisogna studiare non si può votare, bisogna lavorare. Il drammatico paradosso di un diritto che elimina l’altro. Quest’anno la situazione è diventata più drammatica perché si sono aggiunte le restrizioni da Covid che  hanno colpito duramente la Calabria isolandola: è impossibile rientrare.

E quindi ecco che il collettivo Valarioti (un cognome importante in questa battaglia), decide di riprendere in mano questo eterno dibattito. “Facciamo un appello” dicono “e rispondono due costituzionalisti, Bin e Curreri, che scrivono la proposta ed è arrivata all’on. Brescia (M5s) ed è stata calendarizzata per la discussione”. Per ora ha incontrato l’appoggio oltre che del M5s, di “più Europa” e di “Alternativa c’è”. Il PD ha aperto il dialogo, ma si sono incartati perché avevano già la proposta di legge Madia. “Quella proposta però riguarda elezioni nazionali, referendum, europee, noi chiediamo per regionali ed amministrative: sono complementari e possono viaggiare insieme”. Il collettivo Valarioti sottolinea l’importanza della trasversalità, di un appoggio largo.

“Il Covid potrebbe fare da grimaldello; sono state varate misure eccezionali quindi anche questa misura deve essere tenuta in considerazione”. Una tragedia che potrebbe anche essere un’opportunità per smuovere questo fronte. Non solo è necessario, è tardi.

In Calabria non esiste il voto di opinione, solo quello di bisogno. Quelli che votano sono il resto, quello che resta di quelli che vanno via. Anagraficamente più grandi e quindi, storicamente attaccati ad altre logiche: quando era possibile promettere posti di lavori, appalti, condoni e favori. Oggi un giovane è drammaticamente vaccinato a questo: stage, tirocini, doppi lavori. È già abituato all’idea di dover fare un periodo di duro lavoro (se non sfruttamento) prima di una realizzazione, non è spaventato da questa alternativa. Soprattutto sono persone che si sono confrontate con realtà altre, molte volte estere, con un livello di formazione maggiore, non sono svogliati, disinteressati e distratti come sempre vengono descritti da chi poi vota per amicizia. È il voto di opinione. Gli altri, quelli che restano sono i genitori, i nonni che non sono peggiori: semplicemente si sono abituati. Sperano che accettando questo possano dare un futuro migliore ai figli. Una logica miseramente fallita. Una logica che non appartiene più alle nuove generazioni e lo si è visto nei voti referendari, in quelli politici quanto sia abissale il salto generazionale nel voto. Anche il collettivo Valarioti sottolinea il punto: “Noi siamo partiti dall’emergenza da Covid-19, ma è chiaro che questa è un’opportunità perché il voto dei fuorisede, ad esempio, è un voto libero”.

In Calabria c’è altro. C’è ancora una rabbia sana anche se spesso disorientata e confusa. Il M5s quando incarnava questo ha avuto un boom, Gentile alle ultime elezioni ha perso il suo storico zoccolo di preferenze. Bisogna consolidare e dare forza a questo (anche a fronte di una legge elettorale regionale assurda) e bisogna farlo ora che i vecchi patron della sanità, delle preferenze non hanno più molto da promettere né potere da mantenere. Lo testimonio: cari Gentile, Adamo, Bruno Bossio, Occhiuto, Magorno ecc. e vostri amici imprenditori non potete darmi più nulla, non siete più credibili.

Oltre alla proposta di legge, il collettivo ha proposto anche due delibere da far approvare ai comuni non solo calabresi perché il voto come ogni diritto o è di tutti o è di nessuno. Bisogna fare pressioni e iniziare comune per comune a ristabilire un minimo di agibilità democratica.

Queste le delibere

Delibera per comuni calabresi

Delibera generica