Calabria 2021. Roberto Occhiuto candidato ideale di Forza Italia, il partito più caro a Nicolino

Ora più che mai bisogna sostenere la candidatura di Roberto Occhiuto alla carica di presidente della regione Calabria alle prossime elezioni regionali per il centrodestra unito. Il momento è propizio, tutta Forza Italia lo acclama, e gli alleati si dicono pronti a fare da notai ratificando la sua candidatura ufficialmente. I giochi sono fatti. Almeno a sentire le parole che circolano nel centrodestra locale e romano: Roberto Occhiuto è l’unico candidato possibile. Una frase che dobbiamo cavalcare: è arrivato il momento di spingere tutti insieme per abbattere le poche resistenze che il nome di Roberto potrebbe incontrare sulla via della candidatura. Una occasione così potrebbe non capitarci più, la congiunzione astrale è dalla nostra, e tutti i presagi ci indicano questa strada. Provarci è nostro preciso dovere.

Dobbiamo sfruttare questo favorevole momento per Roberto, pompato anche da certa stampa, per mettere al sicuro il risultato e scongiurare così ogni possibilità di vittoria del centrodestra. Già, perché il rischio, se non ci muoviamo subito, è quello che il centrodestra potrebbe ravvedersi rispetto a questa scelta e, magari, candidare una persona perbene che con lo sfascio sanitario, sociale ed economico, che da trent’anni a questa parte stiamo vivendo, non ha nulla a che vedere.

Di più: il centrodestra potrebbe tirare fuori anche un candidato autorevole e onesto che la gente potrebbe votare. Con Roberto, invece, questo rischio non c’è. In Calabria lo conoscono tutti, e tutti sanno di che pasta è fatto. Ha già governato la regione, con un personaggio che dire ambiguo è dire poco: Chiaravalloti. E i risulti ottenuti sono pari a zero. Escluso per i loro affari, ovviamente. Quelli con Chiaravalloti erano gli anni belli della regola del 20% ad appalto. Una prassi bene amministrata dal segretario di Robertino dell’epoca: Giuseppe Cirò, altrimenti detto mister 20%, appunto. Se non fosse stato per lo sbianco venuto fuori a seguito della denuncia di un imprenditore onesto, la vigna sarebbe continuata per molti lunghi anni. Ma Robertino una ne fa e cento ne pensa, e dopo lo sbianco, cerca “conforto” tra le braccia di Casini prima, e Cesa dopo, e scusate se è poco: il primo campione di coerenza, e il secondo (Cesa) campione di intrallazzi. Robertino viene e va dai partiti, ma Forza Italia e zio Silvio restano il suo grande amore. Un amore senza limiti che lo porterà dritto ai vertici del Pdl Calabrese, insieme al suo caro amico Scopelliti, già presidente della regione Calabria. Con Peppe ne combineranno di tutti i colori, compresa quella di chiudere ben 18 ospedali in Calabria, per fare un bel regalo agli amici degli amici della sanità privata.

Ed è proprio su questo stretto legame tra Robertino, zio Silvio e Forza Italia che dobbiamo puntare per far passare definitivamente la candidatura (perdente) di Robertino in tutto il centrodestra. Il candidato spetta a Forza Italia, e i patti si rispettano. Su questo dobbiamo spingere, e i compari sono già all’opera. E le possibilità crescono. Resta da dare solo la “spallata finale”, e il gioco è fatto, ma serve, però, l’aiuto di tutti.

Se così andrà e così deve andare (noi ce la stiamo mettendo tutta) la vittoria di De Magistris arriverà liscia come l’olio.

Il perché del rafforzarsi di questa nostra convinzione, è presto detto: il pentimento di Nicolino manu i gumma. Si sa: Nicolino è stato tra i fondatori di Forza Italia nel triangolo “Catanzaro- Vibo- Crotone”, con tentacoli a Lamezia e qualche strascico a Cosenza, e le sue dichiarazioni stanno già mettendo nero su bianco, quello che tutti sanno: Forza Italia (e non solo ovviamente, ma qui stiamo parlano di FI) in Calabria è stata fondata dalla ‘ndrangheta. Robertino si troverà, così, ad essere il rappresentante del partito fondato dalla ‘ndrangheta… ecco perché ci piace questa candidatura che si presenta come un vero e proprio suicidio politico. Meglio di così non potrebbe andare. Daje Robè, che stavolta ce la facciamo.