Calabria, caos al Dipartimento Lavoro: continuano gli atti illegittimi

REGIONE CALABRIA
AL DIPARTIMENTO LAVORO E FORMAZIONE CONTINUANO INESORABILI GLI ATTI ILLEGITTIMI – ORMAI E CAOS

Oggi racconteremo di un sistema, che attraverso atti ancora più illegittimi, come quelli riguardanti gli elenchi fasulli dei Commissari d’esame nel corsi di Formazione professionale, di cui via abbiamo già dato informazione e di cui aspettiamo la revoca in autotutela, cerca di autorigenerarsi e che, senza tanti preamboli, continua a tessere le file con quella zona d’ombra, che lambisce e mantiene viva certa politica, rispondente a certe logiche estranee alla normalità ed alla legalità.

Tale malcostume, che diventa cattiva politica nella Regione Calabria. avrebbe dovuto far scattare nei confronti dei nostri amministratori una sorveglianza rafforzata da parte degli organi preposti a cui più volte sono stati segnalati fatti e misfatti e che continueremo a segnalare fino al raggiungimento dell’agognata legalità.
Ci riferiamo, questa volta, espressamente all’ultimo decreto che riguarda il conferimento degli incarichi temporanei di reggenza dei Settori interessati alle modifiche organizzative di cui alla deliberazione di giunta N. 63/2019, che visto il caos che regna poco hanno di organizzazione.
Infatti, con Decreto N. 6699 del 05/06/2019, sottoscritto, con firma digitale, dal Dirigente Generale Vicario Roberto Cosentino, sono stati conferiti i predetti incarichi, ai Settori del Dipartimento Lavoro, Formazione Professionale e Politiche Sociali, che risultano essere i seguenti:
Settore N. 1 “Affari Generali, Giuridici ed Economici attuazione misure FSE Dipartimentali” assegnazione dell’incarico temporaneo di reggenza all’Avv. Antonietta Trotta;
Settore N. 2 “Formazione e istruzione professionale, Accreditamento Servizi Ispettivi, Funzioni territoriali” incarico temporaneo di reggenza all’Avv. Sabina Scordo;
Settore N. 3 “Mercato del lavoro, Osservatorio, Politiche territoriali” all’Arch. Cosimo Cuomo;
Settore N. 5 ”Pari opportunità Politiche di genere Servizio Civile Immigrazione Centro regionale antidiscriminazione” alla Dott.ssa Edith Macrì;
Settore N. 6 “Centri per l’impiego” all’Avv. Rodolfo Elia;
Settore N. 7 “Politiche sociali assistenziali inclusive e familiari economia sociale Volontariato” alla Dott.ssa Rosalba Barone.

Mentre, lo stesso Dirigente Vicario, prende contemporaneamente atto che con decreto dirigenziale n. 6620 del 03.06.2019 gli è stato, inoltre, conferito l’incarico di temporanea reggenza del Settore N. 4 “Politiche attive, superamento del precariato e vigilanza Enti” niente meno che da un Dirigente di altro Dipartimento (Agricoltura) che non ha nulla a che vedere con quello in parola.

Una partita delicatissima che, come sempre, si gioca sul terreno minato del Dipartimento Lavoro della Regione Calabria, nel mirino dell’Anticorruzione e della Procura della Repubblica del capoluogo, che faranno ballare sui carboni ardenti l’amministrazione della Cittadella.
Una mossa, quest’ultima, che potrebbe finire per dare l’ultima spallata all’esecutivo regionale con possibili ripercussioni politiche.

Dopo i fatti commessi a Catanzaro, secondo gli investigatori, il 7 marzo 2018, che hanno causato la sospensione dalla carica dei Direttori generali VARONE e FORCINITI, i decreti dirigenziali emessi dal Vicario del D.G. Varone, compresa la propria nomina di conferimento del vicariato, potrebbero rivelarsi nulli, in quanto hanno subito effetto caducatorio per la sospensione del titolare che li ha emessi.

La motivazione risiede nel fatto che così recita il decreto di nomina: “conferire, ai sensi dell’art. 32, comma 1, della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7, e ss.mm.ii., le funzioni di Dirigente Generale Vicario del Dipartimento Lavoro, Formazione e Politiche Sociali al Dott. Roberto Cosentino; stabilire che il predetto conferimento ha durata di un anno dall’adozione del presente provvedimento e comunque non eccedente quella dell’incarico di Dirigente Generale del Dott. Fortunato Varone”.

Poiché com’è noto, a causa dei fatti sopra citati, il Dirigente VARONE è stato ed è tuttora sospeso dall’incarico, il suo vice Dott. Cosentino si trova proprio nella fase “comunque eccedente” a quella dell’incarico del DG Varone e pertanto non più soggetta a vicariato, anche se l’avvocatura regionale, con una nota di cui nessuna pare abbia conoscenza e non resa pubblica, ha ritenuto, a suo parere, di dover considerare ancora valida.

Un parere, che non è vangelo, tanto più se emesso da un’avvocatura coordinata dall’Avv. Gianclaudio Festa e dall’Avv Dario Borruto, che risultano tra i nove indagati per l’inchiesta su fondi pubblici per eventi culturali in Calabria appare proprio, in questo momento, non del tutto idonea ad emettere sentenze.
Ad avvalorare la tesi della illegittimità dei decreti emessi dal dirigente vicario ci corre in aiuto la Deliberazione n. 160 della seduta del 16 aprile 2019.
Come mai è stata adottata dalla Giunta Regionale della Calabria la sopracitata deliberazione avente ad Oggetto: “Proroga dell’incarico di Dirigente Generale reggente del Dipartimento “Infrastrutture Lavori Pubblici e Mobilità” mentre per lo stesso motivo, riferito al Dott. Cosentino, chiaramente decaduto, non è stata altresì adottata una simile deliberazione?

Per quale motivo per il Dipartimento “Infrastrutture, Lavori Pubblici, Mobilità” è stato nominato l’Ing. Domenico Maria Pallaria, dirigente di ruolo della Giunta della Regione Calabria, in regime di prorogatio mentre per il Dott. Cosentino non è stato utilizzato lo stesso metodo?

Perché non è stato seguito l’iter previsto dell’art. 10, comma 4, della Legge regionale 7 agosto 2002, n. 31 e sue modifiche ed integrazioni, ove è previsto che gli incarichi di funzione dirigenziale siano conferiti con decreto del Presidente previa deliberazione della Giunta Regionale?

Come mai anche per la Dott.ssa Paola Rizzo è stato emesso atto deliberativo della G.R. N. 224 del 28/05/2019 per conferire l’incarico dell’ex Settore “Coordinamento e Sorveglianza POR, FESR, PAC, FSC”,?

Per quanto sopra raccontato, non vorremmo che gli sforzi per riportare la Regione Calabria alla normalità, qualche tempo fa tanto decantati, fossero resi vani dalla cocciutaggine di chi imperterrito pensa di gestire a suo proprio uso e consumo dirigenti e dipendenti regionali con tecniche di disparità di trattamento a seconda se trattasi di amici degli amici oppure da persone non del tutto conformi alle volontà politiche del momento.
Non vorremmo, infine che anche le posizioni organizzative, del Dip. Lavoro e Formazione, imminenti alla pubblicazione, vengano decretate da chi non appare averne titolo di firma.

d. r.