Calabria. Congresso Pd, la strategia di Palla Palla per “rientrare” con l’aiuto dei giornalisti amici

Tanto per cambiare sono ore di tensione in casa Pd in Calabria. Si sta consumando la guerra dei mondi fra il segretario regionale Nicola Irto, alias Bello, Muto e (soprattutto) Inutile, attuale senatore, e il già Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, alias Palla Palla, ex amici che in passato avevano rappresentato due delle punte della stagione di governo del centrosinistra 2014-2020.

In realtà, la guerra non è recente e risale alle Regionali del 2021 dopo che Oliverio non aveva espresso entusiasmi per la candidatura del suo ex Presidente del Consiglio Irto a Presidente di Regione. La crisi era stata poi acuita dalla scelta di Mario Oliverio di candidarsi contro il centrosinistra con una propria lista avversaria al Pd di sua espressione.

Ad oggi però la tensione si è riaccesa perché Oliverio vuole tornare nel Pd per sostenere la Mozione Cuperlo ma nelle regole del Pd è vietato che le persone candidate in liste contro il Pd si iscrivano per due anni consecutivi. Tutto semplice a parole ma nella realtà è un po’ più complicato. 

Oliverio ha scelto di non considerare la regola del divieto dei due anni e ha compilato il modulo di richiesta online per essere iscritto, secondo qualcuno proprio con l’intento di provocare la reazione del regionale e lanciare un’operazione “martirio”, anche grazie al sostegno di alcuni giornalisti politicamente in passato vicini.  

Noi non vogliamo in nessun modo sostenere Irto e l’apparato dei democrat, ma appare in effetti suggestivo che un Presidente di Regione esca da un partito, si candidi contro alle Regionali con una sua coalizione avversaria e voglia tornare dopo qualche mese compilando un anonimo link senza avvisare Irto o meglio Letta.

Tutto ciò ha dunque aperto l’attuale fronte di scontro. Inutile dire chi sta con chi, Irto può contare su un solido asse con Iacucci, Bevacqua, Bruno Bossio, Guccione e Di Natale a Cosenza, tutti alleati contro il ritorno di Oliverio, ma negli organismi provinciali della Federazione di Cosenza c’è un punto debole: Oliverio ha mantenuto in questi anni buoni rapporti con alcuni dirigenti provinciali cosentini tramite l’intermediazione del parlamentare europeo Andrea Cozzolino, ora coinvolto nel Qatargate, ma noto e conosciuto con tante amicizie nel Cosentino dai tempi della sua prima elezione. Perciò la richiesta regionale di rimuovere Oliverio dall’elenco degli iscritti inizialmente aveva trovato diverse timidezze nel fronte cosentino, ma alla richiesta ufficiale del regionale di eliminare gli iscritti candidati con Oliverio e De Magistris nel 2021, sarebbe scoppiato il caos e uno scaricabarile generale.  

Il comitato provinciale congressuale avrebbe così deciso di non fare nulla e rimandare la palla alla Commissione provinciale di garanzia, anche in virtù di un conflitto di interessi visto che fra i nomi da “epurare” vi sarebbe anche l’avvocato oliveriano Marco Palopoli, amatissimo “nipote” (o almeno cosi lui racconta) proprio di un membro della Commissione rappresentante della Mozione Cuperlo, Sergio De Simone, noto amico dell’ex parlamentare Franco Ambrogio e suo collega di footing e camminate veloci.

A sua volta, la Commissione provinciale di Garanzia avrebbe scelto di non occuparsi del caso perché in presenza di un altro conflitto di interessi, essendo il suo Presidente Salvatore Perugini schierato con Cuperlo come Oliverio e fra l’altro proprio uno degli speaker durante il tour calabrese di Cuperlo alla presenza di Oliverio. 

Il caso cosi rimane aperto e dovrebbe passare alla Commissione congressuale regionale dove toccherà a Bruno Villella, rappresentante della mozione Cuperlo, difendere gli iscritti oliveriani candidati contro il Pd dall’espulsione. Questo sempre che nessuno sollevi un altro conflitto politico perché proprio il figlio di Villella a noi risulta uno dei massimi dirigenti del “Partito” fondato da Orlandino Greco – IDM – (Italia del Meridione secondo gli iscritti; Italia dei Magnaccioni secondo la questura…), partito che non si colloca nemmeno chiaramente nel centrosinistra e a fasi alterne ha espresso sostegno per Occhiuto. 

Fra le tessere sospese poi ci sarebbe anche quella dell’ex sindaco Pd di San Giovanni in fiore Giuseppe Belcastro, che alle comunali del 2020 si racconta avrebbe scelto di sostenere al secondo turno la candidata di Forza Italia, Rosaria Succurro. A dire il vero, lo sanno anche le… pietre. 

In tutto ciò, l’accusa rivolta da molti ad Oliverio è di aver giocato con la candidatura di un intellettuale triestino come Cuperlo solo per fare un po’ di confusione e provare a non fare celebrare i congressi in Calabria inondando gli organismi di ricorsi per creare un caso e riparlare della sua vicenda in chiave garantista. Garantismo che Oliverio ha rivalutato negli ultimi anni, dato che era stato proprio lui a rimuovere con rigore e anche in poche ore Carlo Guccione nel 2014 dalla Giunta regionale per un avviso di garanzia… 

La cosa divertente è che la mozione Cuperlo non arriverà al ballottaggio delle primarie e probabilmente convergerà su Bonaccini nei prossimi giorni, con il simpatico quadro di Oliverio che dovrà convergere sulla stessa mozione di Irto. Nel frattempo, la voce pubblica diffusa in alcuni circoli che Oliverio da un anno fosse in avvicinamento a Renzi e Calenda nel terzo polo sembra essere stata smentita dalla passione “democratica” di queste ore e per essere sinceri era stata da lui sempre negata nonostante qualche sospetto. Resta da capire a cosa punta Mario Oliverio: un ritorno in Consiglio regionale? Un ritorno in Parlamento? Un futuro da amministratore locale? Per ora le porte del Pd restano chiuse.