Calabria corrotta, Renzi ad Oliverio: ti saluto pedi i ficu!

Come vi avevamo annunciato, per il PD che ha in testa Renzi, Oliverio è sacrificabile. Siamo di fronte ad un Palla Palla totalmente isolato dal suo stesso partito, una condizione, la sua, che fa quasi pena. Anche se gli sta bene. L’ennesima palata ara catrea di Oliverio è arrivata ieri sera attorno alle 19,30, alla fine del Consiglio dei Ministri. La seduta ha decretato, tra le altre cose, la nomina di De Luca, presidente della Regione Campania, a commissario alla sanità, e bocciata quella di Oliverio. Na palata che arriva tra capu e nuci i cuaddru, e sancisce, di fatto, la fine del rapporto tra Oliverio e il governo targato PD.

A niente è servito l’interessamento (a nonna) di Luca Lotti. Non appena ha tentato solo di proferire il nome di Oliverio, è stato subito “invitato” a farsi i cazzi suoi, e pensare ai suoi di problemi, che, come si sa, non gli mancano.

Palla Palla bocciato su tutti i fronti. Paga le sbagliate alleanze politiche in Calabria e soprattutto la vicinanza a Madame Fifì e Nino De Gaetano. Il suo, fino ad oggi, è stato un governo inesistente, infatti nessun calabrese ha percepito il benché minimo cambiamento. Tranne, ovviamente, i suoi clienti, e tutta la pletora di lecchini, corrotti e parassiti che con il suo governo si sono arricchiti. A questo vanno aggiunti tutti i problemi giudiziari che coinvolgono proprio i suoi “uomini”, in giunta e in consiglio, e la ‘nzalata riccia è servita. E poi Renzi non si è dimenticato dello sgarro di Oliverio: gli aveva chiesto di prendersi in giunta quella rompiscatole della Lanzetta, e lui, invece di accontentare il capo, pensando di essere invincibile, preferì tenersi De Gaetano. Che come tutti sappiamo, poco tempo dopo, fu costretto a dimettersi. Uno sgarro che Renzi si era legato al dito. E ieri gli ha reso la pariglia.

Lo scriviamo da tempo, Oliverio ha le ore contate, prima se ne va, e meglio è per tutti. Presto la sua amministrazione, oltre a quelle già esistenti, sarà sommersa da altre inchieste giudiziarie che coinvolgono principalmente il suo capo gabinetto Pignanelli. E questo è a conoscenza di tutti i pezzotti del PD, su tutti Minniti che, come già vi abbiamo detto, ha mollato Oliverio e tutti coloro i quali sono coinvolti o saranno coinvolti in inchieste giudiziarie.

Renzi non vuole legare la sua faccia a quella troppa compromessa di Oliverio. Ha capito che se il PD in Calabria non cambia volto (fisicamente parlando) e si “ripresenta” di nuovo con gli stessi soggetti, oggi invisi al 90% dei calabresi, può dire addio alla Regione. E questo, in vista delle imminenti elezioni politiche, Renzi non se lo può permettere. Ed è per questo che ha detto senza se e senza ma ad Oliverio: ti saluto pedi i ficu!

Piano piano tutti i nodi stanno arrivando al pettine, dopo la Regione toccherà senz’altro a Cosenza che non può restare immune dalle inchieste giudiziarie antimafia. Anche perché se è toccato al PD finire nei guai, dovrà toccare anche alla destra, altrimenti passa il messaggio che i corrotti e i ladroni sono solo nel PD, che tradotto significa consegnare la Regione e i voti dei calabresi alla destra di Forza Italia.E questo quel pelato di Minniti lo sa.

Mi sa che la parabola politica di Oliverio, che è durata 40 anni, volge al termine. Sarebbe cosa buona, giusta e onorevole se decidesse di lasciare autonomamente, e ridare la parola agli elettori. Ma non lo farà mai, almeno fino a che non sarà cacciato con la forza, perché la cosa più importante per lui, non è il bene della Calabria, ma i profitti che ancora può tirare fuori da questi pochi mesi di gestione che ancora gli rimangono. In poche parole: un s’abbuttanu mai!