Calabria. Igiene ambientale, lettera aperta dei lavoratori: “Perché l’Inail gioca sulla nostra pelle?”

Lettera aperta lavoratori igiene ambientale.

PERCHÉ L’I. N. A. I. L. GIOCA SULLA NOSTRA PELLE?

Quello che si verifica sistematicamente in caso di infortunio sul lavoro è ormai un consolidato meccanismo dai taciti accordi che ha quali attori principali l’ I. N. A. I. L. (l’istituto nazionale per l’assistenza sugli infortuni sul lavoro) e le grandi aziende che, a questo punto possiamo pensarlo, ne beneficiano.

In base alle statistiche nazionali emerge in maniera evidente un calo del 16,1% delle denunce per infortunio, calo sostanzialmente dovuto ad un ritardo di almeno tre mesi da parte dell’Inail per i pagamenti delle diarie ai lavoratori infortunati. I dati riguardano anche la Calabria che chiude l’ultimo trimestre del 2023 con un – 6,45% di denunce per infortunio rispetto al quarto trimestre 2022 (Open Data INAIL) .

Spesso, noi lavoratori ci infortuniamo sul lavoro e ci sentiamo costretti ad usufruire della malattia INPS anziché far partire l’infortunio poiché l’I. N. A. I. L. risulta insolvente per l’avvio dello stesso e l’erogazione della liquidità.

Se chiediamo spiegazioni, la motivazione è generalmente la stessa per tutti: “la documentazione è incompleta”. E nel rimbalzo di responsabilità tra Inail e aziende il disagio è tutto del lavoratore che vuole assicurarsi il mantenimento di un’entrata mensile.

Abbiamo più volte toccato con mano questo scenario e restiamo sgomenti rispetto alla situazione. Sono diverse le casistiche per le quali l’ I. N. A. I. L. è stata inadempiente nelle tempistiche, ragion per cui in alcuni casi all’ennesimo diniego dell’istituto nazionale per gli infortuni sul lavoro che non fa chiarezza sulle comunicazioni inviate dalle aziende, ci siamo rivolti all’ispettorato del lavoro che ha appurato, al contrario di quanto affermato, che l’I. N. A. I. L. fosse in possesso di tutti i documenti necessari per la liquidazione, da più di due mesi.

Ci domandiamo cosa ci sia dietro e a chi serva di più mantenere in piedi questa partita; da un lato le grandi aziende mantengono i tassi applicati agli infortuni più bassi e dall’altro si genera un abuso dell’Istituto della malattia ai danni dell’INPS e, pur sempre, dei contribuenti.

Chiediamo che l’ I. N. A. I. L. faccia chiarezza sulla procedura adottata e sulle comunicazioni pervenute dalle aziende, nel rispetto dei diritti di tutti i lavoratori.