Com’era prevedibile, formalmente viene rinviata ai prossimi mesi ma non è escluso che sia accantonata definitivamente, la proposta di legge cosiddetta del “consigliere supplente” per introdurre l’incompatibilità tra assessore e consigliere regionale e per introdurre, per l’appunto, la figura del consigliere “supplente”. La patetica riunione di maggioranza ha dato un esito che già da stamattina sembrava scontato, visti gli innumerevoli contraccolpi che avrebbe potuto avere una votazione in aula.
Alla fine i capigruppo di Forza Azzurri Crinò, di Forza Italia Arruzzolo (lo scifo), di Coraggio Italia Francesco De Nisi (delle ‘ndrine vibonesi), del’Udc Giuseppe Graziano (il famigerato generale) e di Fratelli d’Italia Giuseppe Neri, fratello di ‘ndrangheta per eccellenza, se la sono presa in quel posto ma non rinunciano dall’alto – si fa per dire … – della loro rappresentatività a seminare zizzania.
L’annuncio è arrivato a inizio dei lavori dell’odierno Consiglio regionale della Calabria, da parte del presidente dell’assemblea, Filippo Mancuso. Nel suo intervento, Mancuso ha rilevato «la giustezza polita e legislativa» della proposta di legge «che – ha aggiunto – «esiste in altre Regioni, non comporta aggravio di spesa nè modifiche statutarie» ed è finalizzata a distinguere nettamente la finzione di controllo e vigilanza tipica del consigliere, che ha compito di controllo e vigilanza e quella di assessore, che ha compiti gestionali, precisando tuttavia che «pur essendo condivisa all’unanimità da tutta la maggioranza, proprio per affrontare con maggiore serenità e in una logica di sistema le problematiche istituzionali, nel corso di una riunione del centrodestra si è convenuto – ha aggiunto Mancuso – di riproporre nei prossimi mesi alle commissioni competenti e all’aula la proposta» sul consigliere supplente, «insieme ad altre modifiche dello Statuto e del regolamento con l’obiettivo di migliorare l’architettura istituzionale della Regione sul piano della trasparenza e dell’efficienza». La proposta di legge sul consigliere «supplente» in questi giorni ha sollevato un vespaio di polemiche politiche, creando fibrillazioni soprattutto all’interno della maggioranza di centrodestra.