Calabria, la scelta degli ospedali da campo ennesimo fallimento della malapolitica

di Ferdinando Gentile

Spirlì è ormai nel pallone, non ne fa una giusta, verrebbe da ridere se non avessimo la consapevolezza che ogni sua azione ha un risvolto pratico immediato sulle nostre vite.
L’ultima trovata riguarda gli ospedali da campo, richiesti alla Protezione civile nazionale, che saranno montati a Cosenza, Vibo, Catanzaro e Locri. Nella nostra città sorgerà nell’area di Vaglio Lise, ospiterà fino a 40 pazienti e sarà pronto non prima di fine mese.
Oggi, con decine di malati in attesa di un posto letto e le strutture ospedaliere al collasso, ben venga qualsiasi tipo di soluzione se realmente finalizzata a superare la drammatica situazione.

Ma con sincerità e serietà non possiamo esimerci dal dire che la scelta di ricorrere agli ospedali da campo è l’ennesimo fallimento della malapolitica calabrese, segno di totale incapacità amministrativa.
In questi anni abbiamo assistito alla chiusura e al progressivo depotenziamento di ospedali e strutture sanitarie varie, azioni di taglio della spesa figlie della gestione criminale che centrodestra e centrosinistra hanno condotto. Loro hanno creato il debito della sanità e noi stiamo pagando il prezzo del piano di rientro.

Tra prima e seconda ondata, hanno avuto a disposizione mesi e risorse per reperire strutture e personale, non hanno fatto nulla, hanno i morti sulla coscienza, ora corrono a implorare l’intervento della protezione civile e dell’esercito.
Perché non si riaprono gli ospedali chiusi ? Perché non si potenziano quelli sottoutilizzati ?
I 40 posti dell’ospedale da campo sono davvero troppo poco a fronte di ciò che si potrebbe fare se le istituzioni locali fossero capaci e all’altezza della fase attuale.
In questo scenario, i calabresi e le calabresi non sanno ancora chi gestirà la sanità regionale. Il Governo nazionale ci sta costringendo ad una umiliazione insopportabile. Mentre noi assistiamo alle file delle ambulanze fuori dagli ospedali, alla sofferenza dei nostri cari e alle scelte disastrose della politica locale loro sono impegnati, nelle segrete stanze romane, nei soliti e squallidi giochi di potere per decidere chi dovrà essere il nuovo commissario. Meritiamo di più e non staremo a guardare.