Calabria, l’assurdo caso del dirigente-zerbino (e illegittimo) che nessuno vuole cacciare

Giacomo Giovinazzo

REGIONE CALABRIA – DIPARTIMENTO AGRICOLTURA

ASSUNTO CON UNA LEGGE DICHIARATA INCOSTITUZIONALE RICOPRE LA CARICA DI DIRETTORE GENERALE

Con un post pubblicato su Facebook la senatrice del M5s Margherita Corrado comunica di avere depositato in Senato una interrogazione a risposta scritta, dove interroga i Ministeri della Funzione pubblica e Affari regionali rispetto all’annosa vicenda della sentenza della Corte Costituzionale con la quale veniva dichiarata incostituzionale l’assunzione di tre dirigenti regionali provenienti da altre amministrazioni. Uno dei tre è Giacomo Giovinazzo attuale dirigente generale del dipartimento agricoltura voluto fortemente da Mauro d’Acri e Oliverio e prima ancora sponsorizzato da Scopelliti ed ora prorogato dalla Santelli, nonché fiduciario di Gianluca Gallo (da qualcuno definito il suo zerbino – http://www.iacchite.blog/lettere-a-iacchite-calabria-lultima-nomina-clientelare-dellassessore-gallo-e-del-suo-zerbino/).

Più volte giornalisti di caratura nazionale come Gian Antonio Stella, il Corriere della Sera e anche questo giornale si sono occupati di questa vicenda ma nonostante tutto nulla è cambiato. Non solo non avevano diritto ad essere assunti ma addirittura fanno carriera nell’alta burocrazia…. un vero paradosso. Neanche l’incostituzionalità riesce a riportare alla legalità degli atti in Regione Calabria. Questa interrogazione dovrebbe porre fine alla questione in quanto ha scoperchiato la pentola tenuta coperta per anni. Ora il cerino è in mano al dirigente del Dipartimento Risorse Umane che dovrà decidere se dare seguito alla norma o tenere tutto insabbiato come è stato fatto finora. Il presidente Santelli parla spesso di atteggiamenti gattopardeschi del governo. Più storia gattopardesca di questa sembra non ce ne sia, eppure viene avallata sempre dai governi regionali Santelli compresa.

Nel frattempo il Dipartimento Agricoltura viene governato o meglio mal governato rispondendo esclusivamente a logiche di politica clientelare. Su questo giornale è stato segnalato l’anomalo decreto con il quale viene contrattualizzato il sindaco di Altomonte alla segreteria della Direzione Generale (http://www.iacchite.blog/lettere-a-iacchite-calabria-lultima-nomina-clientelare-dellassessore-gallo-e-del-suo-zerbino/). Decisamente un incarico politico per un ruolo prettamente tecnico. Per non parlare dell’ Autorità di Gestione del PSR ormai divenuta un ufficio di collocamento per nullafacenti. Giovinazzo (che si autodefinisce tipo da aree interne appare spesso sul profilo FB fotografato accanto ad un asino, casualmente) pur di mantenere la poltrona avalla ogni volontà espressa dalla politica, come ha sempre fatto in questi anni. Prossimamente renderemo pubblici i decreti fatti a favore della Reggina calcio e miss Italia all’epoca di Scopelliti…

E veniamo al post riportato integralmente in attesa che i Ministeri si pronuncino……

POST Facebook della Senatrice Margherita Corrado – 15 maggio 2020

RIPORTIAMO LA CALABRIA IN ITALIA!…

Ecco la mia Interrogazione a risposta scritta ai Ministri per la pubblica amministrazione e per gli affari regionali e le autonomie.

Premesso che:

la neo-presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, a margine della riunione del Consiglio regionale che a fine aprile 2020 ha votato l’approvazione del Bilancio, ha reso alla stampa una dichiarazione sconcertante: “Ci sono 800 persone che lavorano negli uffici della Regione ma non sappiamo a quale titolo e per fare cosa”, e ha chiosato, rivolta alla maggioranza e all’opposizione, “aiutateci ad aprire i cassetti e scrosteremo molto” (“calabria.gazzettadelsud.it“, 29 aprile 2020);

qualche anno fa, essendo Presidente Giuseppe Scopelliti, anch’egli espressione di una coalizione di centro-destra, la Giunta Regionale della Calabria, con Deliberazione n. 302 del 25/03/2010, attuando la previsione normativa della L.R. 26 febbraio 2010 n. 8, art 15, comma 1, ha stabilizzato personale appartenente all’ex contingente LSU/LPU (lavori socialmente utili/lavori di pubblica utilità);

la Giunta medesima, con le deliberazioni nn. 304-305-306 del 25/03/2010, richiamando l’art. 30 del D. Lgs 30 marzo 2001 n. 165, ai sensi dell’art 16, comma 2, della sopra citata legge regionale, ha trasferito in posizione di comando nei ruoli regionali tre unità dirigenziali dipendenti a tempo indeterminato di altre pubbliche amministrazioni;

con sentenza n. 108 del 1° aprile 2011, la Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi sulla legittimità costituzionale degli artt. 15, comma 1, e 16, comma 2, della summenzionata L.R. 8/2010, ne ha dichiarato l’illegittimità per contrasto rispettivamente con i principi di cui all’art. 117, comma 2, e all’art. 3 della Costituzione;

con Deliberazione n. 127 del 12/04/2011 la Giunta regionale prendeva atto della dichiarazione di incostituzionalità e veniva costituito un tavolo tecnico per gli adempimenti previsti;

con deliberazione n. 370 del 30/07/2012, trasmessa alla Corte dei conti in data 05/09/2017, la Giunta regionale ha ritenuto di non dover procedere all’annullamento degli atti proprio sulla base di quanto riportato nella relazione del precedente tavolo tecnico;

nonostante il grande scandalo mediatico, i tre dirigenti in comando non sono stati rimossi né restituiti agli uffici di provenienza e due di loro risulterebbero tuttora in servizio;

circa la posizione dei tre componenti del tavolo tecnico, accusati di abuso d’ufficio, la Procura di Catanzaro ha chiesto l’archiviazione sul presupposto che “non ci fu dolo intenzionale, ma solo manchevole conoscenza della materia e una superficiale lettura del dettato normativo di cui all’articolo 21 nonies della legge 241/90” (“quotidianodelsud.it“, 25 ottobre 2013);

considerato che:

il D.L. 6 luglio 2011 n. 98, recante “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”, convertito con modificazioni nella L. 15 luglio 2011 n. 111, all’art. 16, comma 8, dispone che: “I provvedimenti in materia di personale adottati dalle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ed in particolare le assunzioni a tempo indeterminato, incluse quelle derivanti dalla stabilizzazione o trasformazione di rapporti a tempo determinato, nonché gli inquadramenti e le promozioni posti in essere in base a disposizioni delle quali venga successivamente dichiarata l’illegittimità costituzionale sono nulle di diritto e viene ripristinata la situazione preesistente a far data dalla pubblicazione della relativa sentenza della Corte Costituzionale. Ferma l’eventuale applicazione dell’articolo 2126 del codice civile in relazione alle prestazioni eseguite, il dirigente competente procede obbligatoriamente e senza indugio a comunicare agli interessati gli effetti della predetta sentenza sul relativo rapporto di lavoro e sul correlato trattamento economico e al ritiro degli atti nulli.”;

il comma 14 dell’art. 20 del suddetto D.L. n. 98/2011 dispone che “Ai fini del coordinamento della finanza pubblica, le regioni tenute a conformarsi a decisioni della Corte costituzionale, anche con riferimento all’attività di enti strumentali o dipendenti, comunicano, entro tre mesi dalla pubblicazione della decisione nella Gazzetta Ufficiale, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per gli affari regionali, tutte le attività intraprese, gli atti giuridici posti in essere e le spese affrontate o preventivate ai fini dell’esecuzione”;

il comma 15 dello stesso art. 20 stabilisce che “In caso di mancata o non esatta conformazione alle decisioni di cui al comma 14, il Governo, su proposta del Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale, sentito il Presidente della regione interessata, esercita, in presenza dei presupposti, il potere sostitutivo di cui all’articolo 120, secondo comma, della Costituzione, secondo le procedure di cui all’articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131”;

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto sopra;

se, stanti la nullità e l’insanabilità degli atti dichiarati incostituzionali, non reputino opportuno e necessario adottare le opportune iniziative per verificare gli atti sopra descritti e accertare le ragioni per le quali la suddetta Regione non abbia dato attuazione a quanto previsto dalla normativa vigente, né si sia curata del grave nocumento così arrecato alla propria immagine agli occhi dell’intero Paese.

Francesco Cosentino