CAOS CORAP
E così ci siamo: chi voleva la liquidazione del CORAP (o, meglio, degli ex Consorzi Industriali) chissà per quale mafiosa ragione, sta per raggiungere l’obiettivo. La stragrande maggioranza dei consiglieri regionali, dopo averci illuso sulla possibilità di ottenere un minimo di giustizia, è approdata sulla medesima posizione di Oliverio e company. Una bella pietra tombale su ben sei anni di gestione regionale delle ASI e chi si è visto si è visto!
Scordiamoci il tragicomico Marocco, le pastette varie, le ben pagate consulenze approdate a nulla, i crediti mandati in perenzione (è un istituto del processo amministrativo in base al quale se le parti non compiono alcun atto di procedura nel corso di un anno il processo si estingue…), le spese per intavolare convegni sulle “prospettive” del CORAP, i vergognosi atti transattivi e le svendite dei beni delle ex ASI. La Regione, dopo aver sperperato le risorse consortili, non ha soldi e quindi è tutto da dimenticare. Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordiamoci il passato siamo calabresi, paisà!
Essì! Perché adesso del “buco” nei propri conti che la Regione ha improvvisamente scoperto devono farsene carico i dipendenti del CORAP. Alle oltre cento famiglie che -bene o male- fino all’entrata in vigore dei quel pastrocchio di legge sull’accorpamento riuscivano a pagare le spese per il proprio sostentamento, tocca oggi farsi carico pure del default della Regione più inefficiente d’Italia. Una “Regione carogna” che prima incensa se stessa sproloquiando sulle “passate inefficienze” e poi, scoperto l’inganno, senza provare vergogna alcuna e senza neanche la benché minima autocritica, passa a sostenere che la liquidazione del CORAP sia l’unica soluzione possibile. Con buona pace della magistratura che, pur sollecitata più volte, deve occuparsi di ben altro che non sia una delle più grandi truffe messe in piedi negli ultimi anni. Truffa alla quale ne seguiranno altre consistenti nella svendita programmata di terreni ed immobili di pregio che passeranno nelle mani dei soliti furbetti.
Poco importa se finanche il Revisore Unico dei Conti, il dottor Sergio Tempo, in extremis scrive il suo ultimo verbale nel tentativo di scongiurare la liquidazione e, numeri alla mano, dimostra che l’Ente ed il suo notevole patrimonio possono essere ancora salvati. Sono numeri che nessuno valuterà anche se il dottor Tempo arriva a dichiarare che “i problemi di gravissimo squilibrio economico, patrimoniale e finanziario sono da attribuire in larga parte ad una scellerata azione politica degli ultimi cinque anni. Adesso, a pochissimi mesi dalle elezioni affidare la risoluzione del problema a chi ne è stato la causa appare come la medicina che fa più danni della malattia”.
Come dargli torto?
I consiglieri regionali, anche quelli più fortemente critici rispetto alla gestione commissariale delle ex ASI, finanche quanti negli anni hanno presentato interrogazioni ed ordini del giorno ai quali il Governatore non ha inteso dare uno straccio di riscontro, si sono rassegnati a dar seguito ai “desiderata” di Oliverio, così come fossero una “qualsiasi Sculco”: delle tre proposte di legge presentate da vari consiglieri nel tentativo di porre rimedio al caos CORAP, se ne faccia una sintesi.
E così si farà. Quindi, ci verranno a raccontare che la cosiddetta “sintesi” salvaguarda i posti di lavoro procedendo alla contemporanea liquidazione del CORAP e al varo di una nuova Agenzia.
Quindi, ci pare di capire, da un lato il commissario liquidatore procederà alla vendita dei beni delle ex ASI per far fronte ai debiti contratti dai regionali e, dall’altra, la neo Agenzia -nel frattempo depauperata dei beni e quindi classica scatola vuota- assorbirà i dipendenti del CORAP. Pagandoli come? Con quali risorse sarà sostenuto l’avvio del nuovo Ente? E chi metterà un domani mano all’ennesimo pastrocchio normativo che il Consiglio regionale si appresta ad approvare quando, fra non molto, avrà prodotto i suoi bravi danni?
Ma non basta perché, ciliegina sulla torta!, tanto per non farci mancare niente, a fungere da “temporaneo” direttore generale della neonata Agenzia sarà chiamato indovinate chi? Un dirigente regionale! E sul significato da dare al termine “temporaneo” non occorre dilungarsi. Sarà come il “temporaneo” commissariamento che per legge avrebbe dovuto durare sei mesi e che ci ha tormentato per sei anni.
Speriamo che i dipendenti del CORAP (nome tamarro come chi se l’è inventato!) non si facciano infinocchiare per l’ennesima volta. Chiedano a gran voce che -per carità!- i consiglieri regionali evitino di aiutarci: lascino pur stare. Meglio che del CORAP se ne occupi il nuovo governatore. Sperando vivamente che nuovo sia.
Rosario Perrotta