Cosenza, metro senza autorizzazioni e lavori mai iniziati: Palla Palla tace. E quel Parco non vedrà mai la luce

Il Governatore di tutte le Calabrie non dice una parola da mesi e mesi sull’assenza delle necessarie autorizzazioni della Grande Opera per eccellenza: la metro leggera sponsorizzata, promossa e finanziata dalla Regione Calabria, a guida Oliverio, per decine e decine di milioni di euro. Centocinquantasei e rotti, secondo le ultime stime dei grillini, che hanno affermato chiaramente che quei soldi vanno riprogrammati, dal momento che per questa metro non è stato fatto nulla di nulla.

Sì, perché, nel caso vi fosse sfuggita la notizia, la metro è da mesi e mesi senza Autorizzazione Paesaggistica in presenza di vincolo, senza Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e senza Valutazione di Impatto Strategico (VAS) e, di conseguenza, non può essere realizzata. Come ormai hanno capito tutti.

Vi chiederete, e ce lo chiediamo anche noi: come è possibile che neanche la Regione abbia chiesto la VIA, la VAS, l’Autorizzazione paesaggistica al Mibac di cui all’art. 142, comma 1, lettera c) del D.Lgs. 42/2004 ed il permesso ai suoi stessi uffici dell’assessorato regionale alla Pianificazione territoriale ed urbanistica, retto dal professor Franco Rossi?

Il Governatore di tutte le Calabrie avrebbe dovuto rispettare la sua stessa Legge Paesaggistica perché sia la metro leggera, sia il progettone “Museo del Nulla-Ponte dei Vavusi-Parco della Scienza-Parco Acquatico-Planetario-Tagadà-Ovovia-Montagne Russe” sono sottoposti al QUADRO TERRITORIALE REGIONALE a valenza PAESAGGISTICA (QTRP) della Regione Calabria adottato il 22.04.2013, ma approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n. 134 del 3.08.2016 che –all’art. 73 ed all’articolo 13, comma 4, lett. a) e b) del Tomo IV pubblicato sul BURC n. 84 del 5.08.2016- vieta una numerosa serie di cose che, invece, Oliverio e Occhiuto avrebbero voluto realizzare sulla riva destra e sulla riva sinistra del fiume.

Il succitato QTRP, e quindi gli uffici regionali, avrebbe dovuto imporre vincoli nel Piano Strutturale Comunale del Comune di Cosenza riguardo ai fiumi intorno ai quali non si può costruire fino a 150 metri e solo con opere infrastrutturali e di ingegneria naturalistica e ai centri storici perché “le zone di espansione contigue al centro storico o interferenti con esso dovranno localizzarsi in modo da evitare o non consolidare contiguità edilizie con organismi urbani antichi cosi da non alterare l’aspetto del loro intorno, specie in situazioni morfologiche singolari (crinali, promontori)”. Come si spiegano tutte queste infrazioni e, soprattutto, come si spiega il mancato controllo della Regione e del Governatore di tutte le Calabrie?

Vi chiederete, e ce lo chiediamo anche noi: come è possibile che neanche la più grande impresa edilizia italiana, la Cooperativa CMC di Ravenna, non abbia alle sue dipendenze neanche un geometra che chieda, non diciamo la VAS, ma almeno la VIA, come quelle che si compilano per coprire un terrazzo?
Il controllore, dunque, è lo stesso Ente del controllato: la Regione Calabria. Il Governatore di tutte le Calabrie, forse il principale sconfitto a seguito di queste rivelazioni, non batte ciglio, tanto che i lavori non sono mai iniziati. Sì, certo, qualcuno ha sventrato ugualmente il Viale Parco ma non si chiama Oliverio e non è il Governatore di tutte le Calabrie. Si chiama Occhiuto ma tutti ormai lo chiamano il cazzaro e passerà alla storia come il più grande truffatore di tutti i tempi della città di Cosenza, l’unico che sia “riuscito” a mandare in dissesto il Comune. E che ora dovrà rassegnarsi a ripristinare lo stato dei luoghi sul Viale Parco. Con tanti saluti al suo tragicomico “Parco del Benessere”. Povera Cusenza nostra!