Calabria, sanità mafiosa. Il presidente Ponzio Pilato dalla faccia di bronzo adesso scarica Peppe ‘ndrina

IL PRESIDENTE PONZIO PILATO DALLA FACCIA DI BRONZO

Il presidente Occhiuto s’è “risbigliatu” (ara cusendina) e  in questi giorni di festeggiamento per il suo secondo anno da parassita in Regione e ha detto in quel caravanserraglio del Consiglio regionale: “An(g)he all’in(d)erno dell’Asp di Vibo c’è la necessità di a(bb)rofondimen(d)i in ordine a even(d)uali in(v)il(d)razioni, così come c’è stata in moltissimi (g)omuni della (b)rovincia”. ALLELUJA! ALLELUJA! Verrebbe da dire, NON è MAI TROPPO TARDI. All’esplosione dell’operazione Cartagho-Maestrale a maggio scorso abbiamo chiesto più volte al presidente Occhiuto di rompere il suo mutismo e di proferire verbo visto che da quella operazione uscivano fuori fatti sconcertati sulla vita amministrativa dell’Asp di Vibo valentia.

Troverete  i dettagli della vicenda in questo articolo linkato in basso. In sintesi, per non essere ripetitivi e noiosi. https://www.iacchite.blog/calabria-il-silenzio-di-occhiuto-sulla-deriva-mafiosa-di-mangialavori-e-dellasp-di-vibo/.

Le due operazioni definite Carthago-Maestrale parlano degli intrecci di esponenti ‘ndranghetisti con esponenti politici di alto livello a partire dal parlamentare Giuseppe Mangialavori alias Peppe ‘ndrina, per continuare con Vito Pitaro e arrivare a Brunello Censore, ex parlamentare potente del Pd. Canali privilegiati con dirigenti sanitari potenti come Cesare Pasqua, Michelangelo Miceli, eccetera eccetera. Molte decisioni importanti venivano prese così, in un mondo fatto di intrecci e contatti tra politica, dirigenti Asp, esponenti mafiosi. Le mense ospedaliere erano assegnate con criteri di pura logica mafiosa, i concorsi e le graduatorie dei concorsi per Oss seguivano la stessa sorta,  le ispezioni ad attività commerciali idem. Tutte le persone citate, ad eccezione di Cesare Pasqua, non sono state indagate nell’ operazione Carthago-Maestrale. Ma a noi non interessa l’aspetto giudiziario, ma vedere come la cattiva politica ha ridotto la sanità. A completamento della vicenda, la notizia di poche ore fa con il Gup del Tribunale di Vibo Valentia che ha rinviato a giudizio il direttore Sanitario Angela Caligiuri, Michelangelo Miceli, direttore del distretto sanitario unico dell’Asp e il prode Davide Matalone, faccendiere messo in Commissione dagli amici degli amici per concorso in abuso d’ufficio. Avrebbero nominato come Direttore del distretto sanitario dell’Asp di Vibo un certo Vincenzo Damiani senza che ne possedesse i titoli.

Il presidente Occhiuto s’è “risbigliatu” (sempre ara cusendina) alla buon’ora, forse è un tentativo di crearsi una verginità di fronte ai rumori di palazzo che parlano con sempre maggiore insistenza di tempesta in arrivo. Si butta con le mani avanti per non cadere indietro. Le iniziative intraprese dal nuovo Prefetto di Vibo Valentia, che nel giro di poche settimane ha inviato la commissione di accesso a Stefanaconi, Nicotera e soprattutto Tropea, considerato un Principato intoccabile, hanno tolto il sonno a molti politici e amministratori nel vibonese e non solo. Il Quotidiano del Sud, in un articolo di qualche giorno fa,  ci informava che il Comitato per l’ordine pubblico si è occupato specificatamente dell’Asp di Vibo.

“… La questione è aperta tant’è che circa due settimane addietro della vicenda si sarebbe occupato il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal Prefetto Paolo Giovanni Grieco in una riunione con i dirigenti delle forze dell’ordine provinciali nonché esponenti di primo piano della Direzione distrettuale antimafia. Si attendono, dunque, le determinazioni dell’organismo nei confronti dell’Azienda vibonese della quale si parla diffusamente nelle carte dell’inchiesta Maestrale-Carthago e pertanto era inevitabile che lo Stato accendesse i riflettori sull’attività di palazzo ex Inam dopo che in precedenza l’aveva fatto l’Ufficio del procuratore Nicola Gratteri”.

Quindi qualcosa sta per esplodere. E’ un po’ come i segnali che provengono dai Campi Flegrei a Napoli, la terra ribolle accompagnata da piccole scosse di terremoto e tutti hanno paura che arrivi una scossa devastante. Il nostro presidente tenta di adeguarsi in modo tale che quel giorno potrà dire: “Io l’avevo (g)hies(d)o”.

La tragedia però per il parassita Robertino Occhiuto è che lui non è un passante qualunque, è il presidente della Regione e soprattutto il commissario della sanità calabrese e dunque non può continuare a fare il Ponzio Pilato. Non può auspicare seppur tardivamente l’intervento della magistratura e del Prefetto quando sarebbe stato anche e soprattutto compito suo accertare gli intrallazzi all’Asp di Vibo Valentia. Lui come commissario poteva e può controllare le carte e i fascicoli in tutti i momenti. Lui dovrebbe compiere atti concreti e invece sa solo parlare e festeggiare gli anniversari della sua presidenza con codazzo di papponi al seguito. Non si capisce poi che ha da festeggiare, se non il nulla che rappresenta. Addirittura è da settimane che festeggia l’arrivo di 60 ambulanze. Un fatto di ordinaria amministrazione che viene fatto passare come un fatto storico. Come se le avesse pagate lui, di tasca propria, queste ambulanze.

Noi gli avevamo chiesto a maggio scorso di intervenire, ma lui ha fatto orecchie da mercante e ha continuato a non prendere decisioni. A suo tempo di fronte  alle accuse circonstanziate della Dda, di gravità enorme, gli avevamo chiesto, come commissario alla sanità calabrese che intendeva fare. E gli chiedevamo di  proporre subito il commissariamento dell’ente. Un ente con un grado di inquinamento così alto, chiedevamo,  come potrà controllare  la trasparenza i lavori del nuovo ospedale di Vibo Valentia?  Non contenti del primo articolo,  siamo ritornati sulla questione con un secondo e poi anche con un terzo articolo che illustrava la storia della penetrazione ‘ndranghetista nell’ospedale e nella sanità vibonese https://www.iacchite.blog/vibo-elezioni-democratiche-tra-ciao-caro-e-che-forza-hai-tu-e-che-si-aspetta-a-sciogliere-lasp-per-mafia/

Abbiamo chiesto a Gratteri e al prefetto dell’epoca se a Vibo vi fossero le condizioni per andare al voto. Abbiamo chiesto lo scioglimento dell’Asp di Vibo per infiltrazioni mafiose. Nessuno ci ha risposto e soprattutto nessuna iniziativa è stata messa in campo, tutto è continuato con il solito tran tran. Poi arriva il nuovo Prefetto e tutti vanno in fibrillazione.

Il presidente Occhiuto sta solo cercando un alibi da presentare al momento opportuno e lo si capisce quando afferma : “ …che  la squadra che abbiamo composto alla guida delle diverse aziende ospedaliere e sanitarie è una squadra che probabilmente non ha mai avuto queste qualità in Calabria, forse perché è stata composta senza guardare a spartizioni politiche ma semplicemente al merito”.

Ci vuole una bella faccia tosta anzi di bronzo. Chissà se in questa squadra eccellente ci entra anche Giuseppe Giuliano nominato a febbraio scorso da Robertino il parassita commissario dell’Asp di Vibo Valentia… pochi mesi dopo viene sospeso dal Gip di  Catanzaro dall’esercizio di pubblici uffici e da qualsiasi carica pubblica  per due anni. Indagato per falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici quando era commissario del Policlinico Mater Domini a Catanzaro.

Noi ci auguriamo che il Prefetto Giovanni Paolo Grieco ordini l’accesso agli atti per l’Asp di Vibo valentia così uscirà fuori tutto il marcio degli ultimi dieci anni, compresi gli ultimi due sotto il commissariamento di Roberto Occhiuto. Avremo uno spaccato di quello che c’è scritto  nell’ordinanza della Dda.

Il quadro investigativo emerso consente di avere un chiaro panorama di cointeressenza dell’Asp di Vibo Valentia sia con la criminalità organizzata e sia con esponenti politici di vario livello. Tale cointeressenza di fatto condiziona in modo totale l’esercizio delle funzioni dell’ente che mediante i propri atti risponde a logiche criminali e politiche invece che perseguire l’interesse pubblico afferente la sanità”. “Le risultanze acquisite, suffragate dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, consentono di individuare specifici legami con i vari dirigenti medici da parte di esponenti politici e criminali”.

E a quel punto potremo vedere anzi toccare con mano il nulla che ha fatto Roberto Occhiuto in questi due anni da commissario della sanità per mettere ordine, ripulire, rinnovare la Sanità a Vibo Valentia. E vedremo che avrà il coraggio – esattamente come faceva suo fratello quando a Cosenza c’era il rischio di “retate” – di scaricare tutte le responsabilitò di questo fallimento solo su Giuseppe Mangialavori e su qualche altro suo amico politico vibonese. Mangialavori, in particolare, è candidato a fare la fine di Pietro Giamborino, che da “garanzia” è diventato “uomo nero”…