Calabria, il silenzio di Occhiuto sulla deriva mafiosa di Mangialavori e dell’Asp di Vibo

Il presidente della Regione Roberto Occhiuto ha ritrovato la parola ed ha approvato l’operazione della Dda al Porto di Gioia Tauro: «Bene il maxi-sequestro di cocaina, quasi tre tonnellate, effettuato stamane nel porto di Gioia Tauro. Congratulazioni ai finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria, all’Ufficio dogane e alla Dda di Reggio Calabria».

Era da giorni che stava in silenzio, dopo l’iniziale applauso all’operazione  Maestrale- Carthego sempre della Dda, ma quella di Catanzaro, condotta da Gratteri, quando si era dichiarato entusiasta dell’operazione appena svolta: “La Calabria può contare su inquirenti forze dell’ordine di indiscutibile valore, in grado non solo di disarticolare i poteri criminali che inquinano e infiltrano i nostri territori ma anche di rappresentare per la nostra comunità sana un punto di riferimento contro la violenza delle mafie».

Poi alla pubblicazione delle informazioni più scottanti contenute nell’ordinanza aveva misteriosamente perso la parola. Eppure ci sono cose su cui  come presidente della Regione e come Commissario alla Sanità e come leader politico nazionale avrebbe dovuto spendere qualche parola. Anzi, dovrebbe spenderle ancora oggi.

Nell’ordinanza della Procura distrettuale di Nicola Gratteri, viene  scritto che Domenico Colloca (accusato di far parte della ‘ndrina di Paravati e per questo a suo tempo, quando era assessore, fu sciolta l’amministrazione comunale  di Mileto) sarebbe collegato politicamente al consigliere regionale Vito Pitaro, rappresentando anche il punto di riferimento del sodalizio nell’ambito politico ed istituzionale, vantando anche rapporti con uomini politici di livello nazionale come il senatore Giuseppe Mangialavori”.

Forse il presidente Occhiuto non si è accorto di questo passaggio. Purtroppo questi della Dda insistono e rendono ancora più esplicito l’intreccio amicale : “E’ evidente che i soggetti sono portatori di un rilevante patrimonio di conoscenze e di rapporti privilegiati con esponenti di primo piano a livello politico-istituzionale-massonico. Difatti il Colloca è strettamente collegato al tessuto politico, istituzionale e massonico vibonese con l’attuale consigliere regionale nonché esponente della massoneria Vito Pitaro, con il senatore Giuseppe Mangialavori, con l’ex deputato Bruno Censore e con apparati massonici e istituzionali importanti quali il direttore sanitario di Vibo Valentia Angelo Michele Miceli e il commercialista ed ex direttore della Bbc di San Calogero e Maierato Gennaro Davola”. 

Se ancora il presidente Occhiuto non coglie la gravità politica e morale della questione, può leggere questa intercettazione del 22 giugno 2018  di un colloquio amichevole tra il Colloca, definito nell’ordinanza “imprenditore di riferimento della ‘ndrina di Paravati e l’On. Mangialavori.

Colloca: “buongiorno.   

Mangialavori: ciao caro

Colloca: scusa se ti disturbo ma è un.. è una.. era una cosa mezza urgente.. quindi ho detto io…lo chiamo!.. se c’è…; 

Mangialavori: dimmi…; 

Colloca: ci sei a Vibo? O no…; 

Mangialavori: sì, sono allo studio io…; 

Colloca: e devo venire a trovarti con Azzurra Pelaggi.. che deve parlare lei.. la conosci?? si.. sicuramente si…; 

Mangialavori: si.. ho già capito qual è la problematica…”.

La problematica era relativa alla ventilata minaccia di chiusura dei centri di accoglienza per i migranti nel vibonese e Mangialavori lo indirizza all’allora  assessore al commercio del Comune di Vibo, Francesco Pascale, oggi nella struttura dell’assessore regionale  Rosario Vari con la carica di responsabile amministrativo, nonché nipote della Sindaca  Limardo di Vibo Valentia. 

Mangialavori: “ti incontri con lui e lo chiami a nome mio… gli dici che lo devi incontrare a nome mio… capito? no ma… se.. cioè.. vogliamo risolvere il problema o vogliamo fare sceneggiate?”;

Colloca: “no..,no…risolvere il problema…; 

Mangialavori: “e allora gli dici che io non le seguo queste cose e che ti ho dato il numero di Ciccio…;

Colloca: “a posto ok…”;

Mangialavori: “e parlate con lui capito?”;

Colloca: “va bene dai!” 

Mangialavori: ok?

 Colloca: ok grazie.

E qui nasce la prima domanda a Robertino. Come giustifica questo rapporto amicale tra un parlamentare della Repubblica e uno, il Colloca, che nella relazione  del 2012 che  ha portato allo scioglimento del Comune di Mileto viene descritto come persona che “non gode di stima in pubblico, ed è conosciuto come soggetto truffaldinoRisultano a suo carico frequentazioni con soggetti pregiudicati”? 

E come lo interpreta l’uso di simile linguaggio in bocca ad un parlamentare della Repubblica? Un comune cittadino al suo posto altro che non indagato probabilmente sarebbe agli arresti.

Occhiuto sta zitto per vergogna? Eppure solo qualche mese fa sponsorizzava ardentemente la nomina di Peppe Mangialavori a sottosegretario di Stato dicendo che i suoi presunti  contatti con personaggi equivoci erano tutta una montatura. Forse sta riflettendo sull’errore di valutazione compiuto? Forse queste intercettazioni gli stanno aprendo gli occhi su un mondo mai sospettato?

Sarebbe bello se indirizzasse un altro plauso alla magistratura e a Gratteri – anche se a… scoppio ritardato – con l’incitamento ad un ulteriore sforzo ad andare a fondo senza alcun eventuale timore istituzionale. Siamo alla terza indagine, dopo Rinascita Scott e Imponimento in cui spunta il nome di Mangialavori.

La Calabria aspetta tutta la verità o uno sforzo maggiore per ricercarla.

La seconda domanda nasce per la sua carica di Commissario alla Sanità calabrese. Ha letto quest’altro passaggio dell’ordinanza della Dda? “Il quadro investigativo emerso consente di avere un chiaro panorama di cointeressenza dell’Asp di Vibo Valentia sia con la criminalità organizzata e sia con esponenti politici di vario livello. Tale cointeressenza di fatto condiziona in modo totale l’esercizio delle funzioni dell’ente che mediante i propri atti risponde a logiche criminali e politiche invece che perseguire l’interesse pubblico afferente la sanità”. “Le risultanze acquisite, suffragate dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, consentono di individuare specifici legami con i vari dirigenti medici da parte di esponenti politici e criminali”.

Nello specifico le accuse della Dda riguardano gli appalti delle mense degli ospedali della Provincia di Vibo, la gestione di un concorso per 5 posti di Oss, la gestione degli appalti in generale. Le accuse sono circostanziate e di gravità enorme, come Commissario alla Sanità Calabrese che intende fare? Perché non propone subito il commissariamento dell’ente? Un ente con un grado di inquinamento così alto come potrà controllare  i lavori del nuovo ospedale di Vibo Valentia?

Ma siamo sicuri che da Occhiuto non arriverà nessun segnale di… vita.