Calabria Verde, l’ingegnere Allevato e la sua villetta hollywoodiana a 4 piani nel centro di Cosenza

A Calabria Verde il cerchio si stringe. Nel giro di due mesi, la procura di Catanzaro e la Corte dei Conti hanno fatto carne da macello, come si dice in gergo, sequestrando beni di lusso e conti correnti a tavoletta ai dirigenti papponi che si sono arricchiti sulle spalle dei calabresi. E così, dopo ‘O Principale Furgiuele, San Giuseppe Campanaro e l’asinello Pastorino (beni sequestrati per circa due milioni), qualche giorno fa è toccato all’ingegnere Alfredo Allevato (che figurava tra gli arrestati di settembre 2016). 

Allevato è napoletano di nascita (come ‘O Principale) ma è trapiantato a Cosenza ormai da una vita, dirigente dal 2004 dell’Afor (Commissario Afor 2012) ed ora dirigente del settore Forestazione di Calabria Verde (esperto informatico visto la velocità con la quale ha disinstallato l’hard disk dal suo computer) e prima ancora direttore dell’Ente Parco del Pollino-

Luigi Matacena nel corso di una dimostrazione
Luigi Matacena nel corso di una dimostrazione

La sua notorietà (e tanti soldini) è dovuta ai bandi, in associazione con il direttore generale Furgiuele, che vinceva sempre Luigi Matacena, altro napoletano che con la Calabria ha collezionato circa 30 milioni di appalti vinti. E non solo!

Sì, perché non possiamo certo dire, come sanno benissimo i magistrati, che si trattasse di appalti regolari: nel 2011, per esempio, non c’era neanche la copertura finanziaria del bando… E non solo: la Regione dei balocchi (perché di questo si tratta) ha anche sborsato un sacco di denari per gli interessi legali maturati a favore del Matacena e poi liquidati. Come dire: oltre al danno la beffa. Con la Regione ovviamente complice e connivente di queste operazioni al limite dell’incredibile.

L’ingegnere Allevato è sempre quel dirigente ex Afor ora Calabria Verde che si occupava della lista dei cambi di livello degli operai e del passaggio degli stessi ad impiegati, manovre illegittime e clientelari vergognosamente coperte dalla Regione.

Dopo aver conosciuto l’onta della galera, ad Allevato hanno toccato anche il patrimonio perché non è davvero possibile che un dirigente di un ente sub regionale possa essere prima incaricato dal Dipartimento Agricoltura come libero professionista, svolgere e portare a termine il contratto. emettere fattura ed essere liquidato. Anche perché questo giochino è andato avanti per più di un decennio, vivaddio…

IL SEQUESTRO DI BENI AD ALLEVATO 

Furgiuele e Allevato

Ed eccoci arrivati, dunque, al cuore del problema di Allevato, al quale – nonostante l’inerzia evidentemente complice della Regione – sono stati sequestrati beni per circa un milione e mezzo di euro proprio per la sua attività di libero professionista, che era assolutamente incompatibile con quella di dirigente di Calabria Verde.

Nei giorni scorsi i finanzieri del comando provinciale di Catanzaro, su disposizione della procura regionale della Corte dei Conti per la Calabria guidata dal procuratore regionale Rossella Scerbo, hanno sequestrato beni immobili, crediti, conti correnti e attività finanziarie per quasi 1,5 milioni di euro nei confronti – appunto – di Alfredo Allevato, dirigente dell’azienda Calabria Verde di Catanzaro, già in servizio presso l’azienda forestale della Regione Calabria (A.FO.R.).

L’importo costituisce il danno erariale causato all’azienda pubblica che la magistratura contabile, nell’ambito dell’operazione “Prendo Tutto” dei militari del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, contesta al manager in questione.

L’istruttoria, condotta dalla guardia di finanza su coordinamento del sostituto procuratore regionale dott. Davide Vitale, ha, infatti, consentito di rilevare che Allevato aveva continuativamente svolto, per oltre un decennio e senza mai essere stato autorizzatoattività libero-professionale ingegneristica assolutamente incompatibile con l’incarico di dirigente pubblico.

Tale attività veniva condotta parallelamente a quella ufficialmente ricoperta in A.FO.R. (e, successivamente, in Calabria Verde), in un arco di tempo che va dal 2004 al 2015, e consentiva di conseguire lauti compensi “extra”, che invece di essere riversati nelle casse dell’ente pubblico, come invece la normativa espressamente prevede, sono stati incassati direttamente dal dirigente.

L’ammontare del danno erariale cagionato all’azienda forestale regionale è stato, quindi, determinato proprio in base a tali compensi indebitamente riscossi, nonché tenendo conto degli stipendi percepiti in questi 13 anni quale dirigente pubblico.

Tutte queste somme sono state sottoposte a sequestro conservativo da parte dei finanzieri del gruppo tutela spesa pubblica del nucleo P.E.F di Catanzaro, al fine di garantire il risarcimento alle casse dello Stato in caso di condanna.

Queste note – come avrete intuito – le hanno scritte direttamente gli inquirenti, che però passandole alla stampa si sono “dimenticati” di scrivere il nome del dirigente… E visto che dobbiamo sopperire ormai da anni alle “dimenticanze” di questi servitori, più o meno fedeli del nostro stato sempre più simile a una Repubblica delle Banane, aggiungiamo un altro importante elemento di novità.

Con tanti dei soldi che ha “rubato” ai calabresi, l’ingegnere Allevato non si è fatto neanche scrupolo di ostentare la sua ricchezza e così a Cosenza, in pieno centro – via Nicola Parisio -, ha deciso – magari pressato dai suoi parenti prossimi… – di farsi costruire una villetta hollywoodiana a quattro piani “arricchendo” un professionista già chiacchierato e vicino ai poteri forti come l’ingegnere Vulnera (quello del pasticciaccio di Viale Parco) e l’architetto Alessandra Zini. Noi non sappiamo se la villetta fa parte dei beni sequestrati ma ci auguriamo vivamente che lo sia… e crediamo anche la stragrande maggioranza dei calabresi onesti. Sempre a futura memoria.