Carenza idrica: la mancanza d’acqua in città conviene alla politica

Non c’è pace tra gli ulivi. O meglio non c’è acqua nelle case dei cosentini. La carenza idrica in città è un vecchio problema, questo va detto, a cui nessuno è mai riuscito a porre rimedio, neanche il vecchio leone.

O per un motivo o per un altro, ogni giorno sistematicamente questa o quella parte della città è senza acqua. Quando non è quasi tutta la città a secco. L’erogazione del prezioso liquido a Cosenza, mo’ ci vo, avviene con il contagocce. Spesso il tempo di erogazione non basta neanche a riempire le cisterne di chi, vuoi o non vuoi, alla fine si è dovuto attrezzare. I tanti che non l’hanno fatto vanno avanti a bagnarole e bidoni.

Tutti i sindaci hanno sempre presentato la loro ricetta per risolvere il problema, facciamo di qua, facciamo di là, raddoppiamo questo, triplichiamo quell’altro, ma l’acqua nelle case dei cosentini continua mancare. E allora giù con le scuse: l’acquedotto è un colabrodo, le perdite lungo le tubature superano l’80%, è colpa dei Borboni, dei romani, e per finire della seconda guerra mondiale. E siccome il problema è atavico tutti ci speculano di sopra –  ogni anno il Comune spende bei dollaroni in somme urgenze per rattoppare le perdite – e nessuno fa niente per affrontare il problema alla radice.

Il problema sta nel fatto che nessuno all’oggi ha concepito il rifacimento totale del sistema idrico “locale” come una grande opera necessaria. Perché noi l’acqua ce l’abbiamo. Siamo, insieme al Vento, tra le riserve idriche nazionali. Il nostro problema è il trasporto, senza perdite, dalle “sorgenti”, fino ai rubinetti.

Del resto neanche il cosentino vuole che si parli di questa necessaria grande opera, tant’è che preferiscono un sindaco che costruisce piazze e non un sindaco che ponga al primo punto del suo programma il problema dell’acqua. Così come si trovano le risorse, e parliamo di centinaia di milioni di euro, per la metro, l’ovovia, e cazzate simili, roba che non serve, almeno non nell’immediato, lo stesso si potrebbe fare per il “problema acqua”. Ma nessuno lo fa, e a questo punto chiedetevi il perché. Se ci fosse a Cosenza un sistema idrico efficiente e senza perdite, finirebbe di colpo anche la vigna delle regalie delle somme urgenze, dei cottimi fiduciari e degli affidamenti diretti, agli amici degli amici. Infatti la voce riparazione “tubature”, nelle determine farlocche,  è la più consistente: ogni giorno ce n’è una.

Ora l’assessore De Cicco lancia un appello ai cittadini che giornalmente lo riempiono di lamentele per la mancanza d’acqua: limitare l’uso dell’acqua ai soli bisogni domestici, quali cucinare e se ne rimane per lavarsi le mani e il viso.

Assessò scusa ma te lo devo dire: il problema non è limitare lo spreco dell’acqua, che rimane un consiglio di buon senso, qui il problema è la totale mancanza del prezioso liquido. E se l’acqua manca, mi dici che vuoi sprecare?