“Carmilina” rievoca la Cosenza sparita

Ieri sera sono entrati al Teatro Rendano anche gli esclusi della Cosenza vecchia; sì, perchè sul palcoscenico si sono rivisti i diversi, i “gnurati”, che facevano sorridere per le loro tipicità ma che erano persone emarginate e molte volte sofferenti…

Se li è portati appresso CARMILINA nella omonima commedia di Ciccio De Rose, replicata per la prima volta senza il prof. Petrassi che interpretava il ruolo del “Padreterno”. C’erano Pistiddru, Popoì, Speranzinu, Gemma, Carla, Rafilina, Micaranu, Nanù, Totonnu ‘u squalu, U mutilatu, Pajonnu, Chiuritu e tanti altri “diversi” che vivevano insieme ai notabili, agli aristocratici, agli impiegati e professionisti prima della discesa a valle della città dove furono divisi dal rilevato ferroviario che formò negli anni ’50 il quartiere di via Popilia facendo nascere i pugni in tasca ai giovani emarginati dal contesto cittadino e dove si formarono cittadini di serie A e quelli di serie B…

Ieri sera stavano tutti insieme a raccontare le loro storie davanti a una tavola imbandita di ogni ben di Dio in Paradiso e lì,in Paradiso, sono stati raggiunti da un’ombra nera, la morte, che li ha fatti restare in un simbolico Paradiso mai raggiunto in terra.

Commovente il ricordo delle “signorine” di Santa Lucia che hanno raccontato come hanno iniziato la loro vita e il calvario in mano agli sfruttatori. Il grido di “sciagurata è a vita” e le tarantelle di Ciccio “Fred” Scotti sono stati la colonna sonora che ha rievocato la Cosenza sparita.