Il carabiniere che ha registrato e fatto girare il video della giudice Iolanda Apostolico durante una manifestazione del 2018 a Catania rischia l’iscrizione nel registro degli indagati e un’azione disciplinare. Lui ha raccontato ai suoi superiori di averlo postato in una chat di amici. Tra cui c’erano anche molti colleghi. Lui lavora come luogotenente proprio a Catania. E sostiene di non sapere come sia finito nelle mani di Matteo Salvini, che lo ha poi pubblicato su X. L’onorevole Anastasio Carrà, ex carabiniere catanese e oggi nella Lega, ha negato di aver avuto un ruolo nella sua diffusione. La procura di Catania ha aperto per ora un fascicolo a modello 45, cioè atti non costituenti notizie di reato. L’indagine dovrebbe procedere in parallelo con quella di Roma. Aperta dopo l’esposto dell’esponente di Avs Angelo Bonelli.
Il fascicolo disciplinare
Contestualmente, fa sapere Repubblica, l’Arma ha aperto un fascicolo disciplinare nei confronti del carabiniere. Perché esistono circolari specifiche, alcune emanate dopo il caso Cerciello Rega, che vietano la diffusione di materiale prodotto mentre si è in servizio. E il militare in quel momento, per sua stessa ammissione, stava lavorando. Intanto la Lega chiede le dimissioni della giudice. Mentre il ministro della Giustizia Carlo Nordio annuncia l’apertura di un procedimento disciplinare. Il nuovo video targato Lapresse ha acatenato la polemica, anche se intanto altri giudici hanno preso le stesse decisioni di Apostolico. Il Carroccio parla di «una pagina oscena per la democrazia». La polizia ha negato coinvolgimenti nella vicenda. Mentre la premier Meloni ha escluso il dossieraggio. Lei ha detto che si trovava lì «per evitare gli scontri».
L’uomo con la telecamera
Nei giorni scorsi alcuni giornali avevano indagato sull’«uomo con la telecamera» durante la manifestazione per la Diciotti. Che però non pare essere la persona indicata nell’immediatezza della diffusione del video. Il carabiniere ha invece sostenuto di aver girato il video con un telefonino e non con la videocamera. Il militare avrebbe deciso di riferire spontaneamente ai suoi superiori di aver registrato il video, cinque anni fa, ma «senza alcuna finalità». Video che non sarebbe «mai stato allegato ad atti interni o a informative all’autorità giudiziaria». Poi, quando è scoppiato il caso Apostolico, il carabiniere avrebbe deciso di condividere le immagini con una «ristretta cerchia di persone». Le autorità giudiziarie di Catania sarebbero state già informate su quest’ultimo sviluppo.