Politiche 2022. Caso Cinghiale jr, quando il (fu) M5s attaccava la Boschi: “Difesa ipocrita”

SANITA’, M5S: SU GENTILE IPOCRITA DIFESA DA BOSCHI

Nell’inchiesta di Giorgio Mottola su Report e relativa al caso Cinghiale jr nominato clamorosamente e senza titoli nel Consiglio d’amministrazione dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, compare anche la allora ministra Boschi, alla quale era stato affidato il compito di rispondere in Parlamento alle imbarazzanti domande del Movimento Cinque Stelle. Questa era la replica dei pentastellati.

Commentando l’intervento in aula del ministro delle Riforme sul caso del figlio del sottosegretario di Ncd Antonio Gentile, i parlamentari M5S fanno notare che Boschi e Lorenzin fanno finta di non conoscere il senso del termine “opportunità politica”.

ROMA, 17 marzo 2016 – “La difesa d’ufficio del ministro Boschi rispetto alla nomina di Andrea Gentile, figlio del sottosegretario Tonino, nel Cda dell’Istituto Tumori di Milano da parte del ministro Lorenzin è tanto ipocrita quanto risibile: la rispediamo al mittente. Boschi giustifica la questa scelta affermando che al tempo di questa nomina Tonino Gentile non era ancora sottosegretario. Il problema non è, evidentemente, la carica di governo ricoperta dal senatore di Ncd ma il fatto che questi sia un parlamentare appartenente allo stesso gruppo del ministro Lorenzin. Facciamo presente a Boschi e al ministro della salute che si chiama opportunità politica: concetto che, è evidente, non rientra nel loro vocabolario”.

Lo affermano, commentando l’intervento in Aula del ministro Boschi a Montecitorio sul caso Gentile, i parlamentari calabresi M5S (ormai tutti fuori dal Movimento, ndr) Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela e Federica Dieni e i membri della commissione Affari Sociali alla Camera e della commissione Sanità al Senato.

“Quando Boschi afferma che la nomina è stata fatta nel rispetto delle norme vigenti ribadiamo che la questione non è legata a leggi, leggine o codicilli, ma all’opportunità politica. Tra l’altro, è davvero triste che, al fine di giustificare la scelta compiuta, il ministro per i rapporti col Parlamento abbia dichiarato che per sedere nel Cda dell’Istituto tumori non è necessaria la laurea in medicina o un titolo di studio in materie sanitarie.

La verità è che l’unico modo per non gettare un’ombra indelebile di nepotismo e clientelismo su questa nomina sarebbe stato necessario che Andrea Gentile presentasse di un curriculum inattaccabile e che la sua designazione avvenisse attraverso un processo trasparente. Tutto questo non è avvenuto”.