Caso Torremezzo, i giornalisti che facevano? (di Saverio Paletta)

Gli errori della Conti, l’affare Torremezzo col suo gettito fiscale e le sviste della stampa

di Saverio Paletta

Caro Gabriele, Mi ero promesso di non cadere in tentazione e di farmi i fatti miei. Ma l’esca che hai piazzato sulla faccenda di Torremezzo è stata golosa e ho abboccato.

Il mare a Torremezzo è sporco? Sì e lo è da anni. Torremezzo, da luglio in avanti, è caotica, specie nei week end, e tenuta non proprio a regola d’arte? Verissimo.

Il problema è che Torremezzo è la parte costiera di Falconara Albanese, un Comune arbreshe schiacciato tra i monti alle spalle di San Fili, che se non avesse questo popò di sbocco sul mare sarebbe collassato da anni, al pari di tutti quei paesini inseriti nelle black list in cui il Ministero dell’Interno classifica periodicamente i Comuni a rischio di estinzione demografica da accorpare e da sciogliere.

I dati di Falconara non sono proprio esaltanti: 1.800 abitanti di anagrafe (i falconaresi doc, più qualche sanlucidano che risiede nella frazione costiera più vari proprietari di case che mantengono lì la residenza, magari per tutelare, com’è legittimo, i propri interessi e diritti, soprattutto fiscali), meno di 900 residenti effettivi e voglia di decrescere.

Falconara_Albanese-Castelluccio_2 Grazie a Torremezzo – che sarebbe un paese a sé, più grosso del piccolo centro, se vi abitasse stabilmente almeno un decimo della sua popolazione estiva – il paesino arbreshe dispone di un patrimonio immobiliare pari a quello di Paola. Il che, in soldoni, si traduce in un imponibile di tutto rispetto, a meno che i proprietari di case siano evasori o elusori fiscali in massa.

Ma i tributi, in qualsiasi ordinamento civile (a cui tuttavia la Calabria continua a fare eccezione), dovrebbero servire anche a finanziare servizi. Che, come lamentano i tuoi lettori, a Torremezzo, sono pochi e, l’esempio del depuratore è chiarissimo, spesso non perfettamente funzionanti.

La signora Conti, figlia del sindaco Ercole e sua oppositrice in consiglio comunale per dovere istituzionalfamiliare, ha ragione su una cosa: i cosentini spesso sono incivili. Però non sono sporchi. Non più di tanti altri villeggianti, almeno.

I rifiuti sporcano se e quando non sono raccolti. Passi per la spiaggia, che può essere demanio, ma le stradine interne sono o no competenza del Comune?

Ercole Conti
Ercole Conti

La signora Conti, inoltre, non rende un bel servizio a papà Ercole quando scarica la colpa dell’inquinamento marittimo sui Comuni confinanti: il sindaco Conti, infatti, non è un neoeletto ma è arrivato al suo terzo mandato consecutivo.

Possibile che, nei precedenti dieci anni e passa non sia riuscito a sollevare nelle sedi istituzionali idonee il problema dei suoi vicini inquinatori? E se per caso fosse tutto in complotto e i confinanti inquinassero a bella posta? Già li immagino tutti, salucidani, paolani e persino fuscaldesi, andare al bagno con la feroce consapevolezza di sporcare il mare altrui.

Di più: ci sarebbe da pensare che persino qualche amanteano si trattenga a oltranza e vada al bagno solo nei giorni in cui le correnti marittime girano verso nord pur di insudiciare uno splendido tratto di mare aperto altrui…. Suvvia, siamo seri.

C’è solo da sperare che il sindaco Conti possa esibire tracce documentali di sue lamentele sul mare, altrimenti anche quest’attenuante, impeccabile a livello naturalistico, molto meno a livello politico-amministrativo, verrebbe meno.

Il peggior servizio, tuttavia, ai falconaresi, ai torremezzani e ai villeggianti l’abbiamo reso noi giornalisti. Quando, qualche mese fa, Conti tentò la sua terza candidatura con l’ausilio della lista civetta guidata dalla figlia, scoppiò il gossip: il sindaco uscente avrebbe rischiato di non ottenere il quorum, poco più di 500 voti effettivi, perché il suo oppositore non aveva presentato le liste (forse con l’intento di sabotarlo).

614_001Tutti scrissero magnifici pezzi di colore, con poca politica e ancor meno “amministrazione” dentro. Si sono scordati, grandi e piccole firme, di menzionare Torremezzo. Così è sembrato che Falconara finisse alla seconda curva della vecchia strada provinciale prima della costa. Quella, per capirci, dove morì, malissimo e precocemente, la povera Roberta Lanzino.

Di Torremezzo, nessuno, compresa la Rai, ha fatto menzione. Eppure la vera partita di quelle amministrative un po’ ridicole, chiedo scusa ai tanti che hanno votato in buonafede, era tutta su Torremezzo e consisteva nella possibilità di gestire il gettito fiscale, di sicuro cospicuo, della frazione costiera.

Nessuno ha menzionato questo dettaglio, ingombrante quanto una casa (anzi, una costa) di un Comune calabrese che replica la stessa proporzione abitanti/territorio/beni immobiliari di Riccione con performance amministrative di gran lunga inferiori. E Conti è passato alla storia come il salvatore di un piccolo paese dell’entroterra e non come il sindaco, forse non troppo brillante, di una grossa zona costiera.

Che facevano lorsignori? Non c’erano? Dormivano? Si facevano una canna, una birra o entrambe (senza offrir nulla agli amici)? Nel 2016 la proprietà, a dispetto di tanta vecchia retorica, non dovrebbe più essere un furto: costa cara, a livello fiscale, e dà parecchi grattacapi. Chiedere servizi è il minimo.

Tanto più che i Comuni, checché ne pensi la famiglia Conti, non sono più solo “referenti identitari”, ma soprattutto erogatori di servizi. Per chi li paga e per chi ne ha bisogno. Al “dramma” di un commissariamento Conti ha preferito la farsa di elezioni in famiglia. Peccato solo che i cittadini non ridono.

Con affetto

Saverio Paletta