Il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, è stato trasferito a Potenza come misura cautelare e con relativo cambio di funzione.
Il provvedimento è stato deciso dalla sezione disciplinare del Csm, presieduta da Davide Ermini, vicepresidente del Csm, relatrice la togata Paola Braggion. Facciolla è indagato a Salerno per aver violato i doveri di imparzialità, correttezza e riserbo.
Avrebbe fornito a chi non era legittimato dati sensibili abusando della sua funzione. Fino al 2018, secondo le accuse avrebbe favorito una società che si occupa di intercettazioni, la Stm, riconducibile al poliziotto della Stradale di Cosenza Vito Tignanelliì, rimasta impelagata in una oscura vicenda di intercettazioni abusive. Il Fatto Quotidiano, che per primo ha dato notizia del trasferimento di Facciolla, a proposito della società Stm scrive che “.. si tratta di una società che sarebbe amministrata di fatto da un suo amico di vecchia data nonché agente della polizia stradale, anche se intestata alla moglie dell’agente…”.
La misura cautelare è stata richiesta dal ministro Alfonso Bonafede e dalla procura generale della Cassazione. Facciolla si occuperà di giustizia civile.
Proprio per oggi, intanto, a Salerno è in programma l’udienza preliminare per decidere il rinvio a giudizio o meno dello stesso Facciolla, accusato dei reati di falso e corruzione sempre nell’ambito della stessa vicenda, che vede coinvolto anche il maresciallo Carmine Greco. Facciolla ha preannunciato ricorso in Cassazione contro la decisione del Csm.
Il procuratore di Castrovillari al momento resterà al suo posto in attesa della definizione del procedimento in tutti i suoi gradi. Sorpresa per il provvedimento è stata manifestata dall’avvocato Antonio Zecca, legale di Facciolla in sede penale ma non davanti al Csm, che ha evidenziato come gran parte delle accuse contestate siano già state archiviate su richiesta della stessa Procura di Salerno.
Zecca, in una dichiarazione rilasciata all’agenzia giornalistica Agi afferma che “è giunta l’ora che i cittadini possano esercitare un controllo non solo sull’esercizio della giurisdizione, visto che le sentenze sono emesse in nome del popolo italiano, ma anche sui procedimenti disciplinari che determinano singolari spostamenti di magistrati, proprio alla luce degli ultimi accadimenti che hanno innescato sicuro allarme sociale”.