Catanzaro, esplode la faida nella sanità mafiosa: il caso Centro San Pio e le accuse a Claudio Parente

La data importante è il 23 agosto 2022. A distanza di un mese ed un giorno dalla Conferenza dei sindaci dell’Ambito di Catanzaro, scoppia sulla stampa locale la vicenda della struttura Villa Sant’Elia, quella di Marcellinara, che risulta vincitrice, senza interrogarsi sul perché, di trenta posti quale centro diurno, con un trasloco di struttura sul territorio calabrese…

La cronaca giornalistica è così riportata dal quotidiano Gazzetta del Sud: «Sarebbero otto, quattro di Marcellinara, gli operatori polivalenti della locale struttura sociosanitaria “Villa Sant’Elia” gestita dall’Associazione Interregionale “Vivere Insieme”, il cui consiglio direttivo è presieduto da Gianmario Poggi Madarena, raggiunti dalla comunicazione preventiva dell’intenzione della società di procedere al licenziamento per giustificato motivo. In sostanza la decisione dell’associazione sarebbe riconducibile alla necessità di procedere ad un nuovo assetto organizzativo per una più efficiente gestione dell’impresa ritenuta improcrastinabile da una serie motivata di fattori».

Andiamo per sintesi: Villa Sant’Elia annuncia un licenziamento quasi collettivo per una necessità di rilancio gestionale, quello che potrebbe essere una riduzione del costo della manodopera che, generalmente, si inquadra in un momento di crisi imprenditoriale. Ma c’è un elemento di novità, che mette in equilibrio precario una scelta aziendale, quella stessa struttura che deve licenziare, aumenta le sue capacità ed i suoi ritorni imprenditoriali con l’aggiunta di 30 posti come centro diurno…

La cronaca si annuncia a colpi di comunicati stampa, da una parte c’è il sindaco Vittorio Scerbo del comune di Marcellinara che difende i livelli occupazionali del suo territorio, nonostante il silenzio ingombrante all’interno della Conferenza dei sindaci dell’Ambito Catanzaro del 22 luglio 2022; dall’altra l’associazione – a delinquere – Vivere Insieme che ha incassato il “favore” dell’Amministrazione Fiorita e che è tristemente nota per le vicende del San Francesco Hospital e Corvo, dove il sindaco Fiorita sembra stia trasformando la sua posizione da opposizione a compiacente, sotto l’occhio attento del “grande vecchio”, il vero manovratore della svolta del CambiaVento cittadino.

Nei corridoi di Palazzo de Nobili c’è maretta, il clima di malumore è palpabile e in molti, dentro e fuori dalle istituzioni, puntano il dito contro i dirigenti comunali, quei colletti bianchi inquinati che sono la caratteristica della città massomafiosa, che vengono ritenuti morbidi e compiacenti ai bisogni di Claudio Parente, della sua Associazione e del nuovo clima di de escalation, l’unico che può garantire nei numeri la seggiola di Nicola Fiorita.

«Iniziamo bene. Nuova amministrazione. Soliti inciuci. I politici amici degli amici (Vivere Insieme è di Parente) ottengono tutto e senza regole. Hanno sempre detto che trasferimenti, volture e nuove autorizzazioni sarebbero state possibili solo dopo l’approvazione ufficiale del Piano di zona, ancora non approvato e, in effetti, tutte le operazioni e richieste pregresse sono bloccate. Come mai il Centro San Pio ha potuto cambiare nome ed è stato prontamente trasferito? A 2 passi …c’è già da tempo un analogo centro diurno».

Non sono le nostre parole di commento che riportiamo, appartengono ad un altro protagonista della “truffa” socio assistenziale e socio sanitaria – quella che è diventata sistema ai danni dei calabresi e delle casse regionali – che con buona pace di tutti i complici sta ormai emergendo lentamente, tanto che si immaginano nuovi scenari, visto che il procuratore Gratteri non è ancora in viaggio verso altre destinazioni e l’attività di indagine sul settore della sanità e del welfare è in pieno svolgimento.

Chi parla è padre Piero Puglisi, il presidente di Città Solidale, la onlus che specula sulla disabilità e sulla carne umana a buon mercato che sbarca sulle coste calabresi; il liquidatore di Fondazione Betania; il detentore dei fondi Caritas della diocesi catanzarese, dove con il favore di vescovi massomafiosi e di quelli attualmente imbalsamati nell’episcopio, monopolizza i fondi dell’8 per mille secondo i “suoi” bisogni imprenditoriali. Lo sappiamo bene che non stiamo parlando di un’anima  bella e pura, perché padre Piero Puglisi è per noi e per sempre, il “palazzinaro” di Squillace Lido, un avvoltoio del “sistema” anche lui sbarcato in Calabria dalla Sicilia non per vocazione ma per business, peraltro allevato alla corte del massomafioso vescovo Bertolone, che gli ha consegnato le chiavi dei forzieri della curia di Catanzaro.

Tuttavia, le parole di padre Piero Puglisi, certamente dettate dal mal di pancia e dall’essere stato fottuto da altri avvoltoi a lui simili, aprono una crepa nella corazza del metodo truffaldino e, ci lasciano capire che, per quanto inopportune a difesa del sistema, di fondo narrano una verità da tutti conosciuta, ma da tutti taciuta.

Siamo al cuore del problema e del sistema che truffa la sanità calabrese, dove l’opzione onlus, o peggio ancora l’impronta solidale della Chiesa, non sono elementi di garanzia e di distinguo, perché tutti, inclusi gli altri faccendieri imprenditori privati, siedono al tavolo della spartizione usando la politica ed i colletti bianchi inquinati, come facilitatori del percorso in barba alle regole ed alla legalità. Questo ha detto in grande sintesi padre Piero Puglisi, quella che resta una confessione di colpevolezza non sottoposta al vincolo ecclesiastico, facendo ritornare il pallino nelle mani della dirigenza del comune di Catanzaro, dove guida, governa ed insabbia la mistica di Simeri Crichi, responsabile della “corruzione”, Vincenzina Sica.

Cosa si voglia fare di questa storia, dai contorni sospetti come dice padre Piero Puglisi, ancora non si è capito. Cosa farà il sindaco Fiorita? Ma soprattutto come si pone Fiorita in termini di trasparenza e legalità? Romperà mai i fili dei colletti bianchi collusi che di fatto governano il comune capoluogo di regione?

Siamo all’analisi del rischio. Quello che espone tutti i protagonisti della truffa diffusa; il rischio che parole dette troppo velocemente mettono al muro la credibilità di certa burocrazia, quella del comune di Catanzaro nel caso in questione; il rischio che quanto approvato in “via di favore” dall’Ambito di Catanzaro a vantaggio dell’associazione Vivere Insieme sia la porta di accesso per spiegare meglio e fino in fondo, quale è il teorema su cui si regge un’altra truffa che declassa i pazienti e quindi il percorso di cura, facendoli diventare utili al comparto socio assistenziale, con la complicità dell’Asp territoriale, dei gestori delle strutture e dei colletti bianchi, che certificano il fatto.

Tutto questo diventa sfacciatamente evidente con la Determina Dirigenziale n. 1836 del 26/06/2022 avente oggetto: Accreditamento provvisorio Centro Diurno per disabili “San Pio” Social Service srl e contestuale voltura all’ente gestore Associazione Interregionale Vivere Insieme Onlus e cambio di denominazione. La firma è dell’attuale mega dirigente del comune di Catanzaro, il dott. Antonino Ferraiolo, il braccio destro ed armato della mistica di Simeri Crichi, Vincenzina Sica e, specializzato nel seppellimento della legalità e della trasparenza: questo è il profilo se le parole di padre Piero Puglisi, sfuggite al controllo, hanno il valore della profezia funesta e sono la mappatura della corruzione al comune di Catanzaro.

Siamo certi che tutto diventerà un caso, magari giudiziario, l’inizio di una disvelazione più organica sul panorama dell’assistenza e del welfare, quella gallina dalle uova d’oro affidata dal sindaco Nicola Fiorita all’assessore Venturino Lazzaro, il direttore sanitario del Centro Clinico San Vitaliano, la struttura catanzarese dello strozzino cosentino, don Pierino Citrigno, un altro avvoltoio della disfatta sanitaria calabrese. Ecco perché prima ancora di entrare nelle pieghe dei documenti, quelli costruiti sulla falsità dei burocrati, indagheremo sulla genesi del Centro diurno San Pio e sulla sua involuzione imprenditoriale, magari già scritta, non senza porre delle domande propedeutiche ed esporre alcuni dubbi.

C’è un fatto che sembra strano, che scavalca la “lista” di attesa dell’Ambito di Catanzaro, mandando in sorpasso in splendida solitudine i tentacoli di Claudio Parente, favorito dalla “simpatia” dell’Amministrazione Fiorita e dei dirigenti del comune di Catanzaro.

Perché si adotta la Determina Dirigenziale n. 1836 in data 26 giugno 2022? E’ legittimo l’atto considerato che lo stesso è subordinato all’approvazione del Piano di zona dell’Ambito sociale di Catanzaro trasmesso alla regione Calabria, stranamente, proprio il 24 giugno 2022? E, se il piano di zona è stato recepito dalla regione Calabria, perché gli altri soggetti che avevano già disposto precedentemente richieste di autorizzazione al funzionamento e di accreditamento, perché sono stati scavalcati nel protocollo di acquisizione? Dove è la trasparenza degli atti assunti dall’Ambito di Catanzaro e la sua pubblicazione? Si può accreditare sia pure a termine, una struttura che migra sul territorio ed la cui autorizzazione al funzionamento è inquadrata su altro immobile e su requisiti strutturali, di certo non esportabili? C’è una legittimazione nel depauperare un territorio, sia pure all’interno dell’Ambito e, quindi l’offerta assistenziale spostandola in altra posizione estrema rispetto a quella originaria? Si configura nei fatti un danno erariale per i fondi precedentemente riconosciuti al Centro San Pio? Come sono stati rendicontati questi contributi?

Benvenuti nel nuovo rebus del sociale a Catanzaro, quello che diventerà un nuovo gioco di società, dove magari sarà la Guardia di Finanza e la Procura di Catanzaro a giungere alla soluzione… e noi daremo il nostro modesto contributo.