Catanzaro. I Quartieri: “Sulla gestione dell’Asp è il tempo delle verità”

SULLA GESTIONE DELL’ASP DI CATANZARO E’ IL TEMPO DELLE VERITA’

Nota stampa del 05.07.2021 di Alfredo SERRAO, presidente Associazione I QUARTIERI

E’ arrivato il tempo delle verità, quelle fino ad oggi presumibilmente tenute nascoste e che, una volta certificate ulteriormente rappresenteranno il risultato di gestione della triade commissariale dell’Asp di Catanzaro.

Chi avrebbe dovuto gestire l’Asp cittadina titolari di un compito in virtù di uno scioglimento per infiltrazione mafiosa, ha soltanto inanellato in una progressione geometrica scandalosa solo risultati molto scivolosi, quelli che nei fatti come contestato più volte hanno scavato un ulteriore solco di inefficienza e di mancata risposta alle richieste territoriali di servizi sanitari. Questo non siamo noi a dirlo perché non titolati se non al netto di una civile protesta, ma lo affermano le diverse sentenze del TAR Calabria e non ultimo le bocciature della struttura del Commissario ad Acta sui bilanci del 2018 e 2019, dove un elemento negativo è l’aumento del contenzioso ed una forma impropria a resistere alle liti, quelle che causano ulteriori spese in termini di interessi passivi e spese di giudizio.

Il risultato obiettivamente negativo è una specie di ipotetica estorsione ambientale dove le vittime sono e restano chi chiede equamente un diritto alla cura, i calabresi tutti ed i tanti professionisti della sanità ugualmente vittime dell’applicazione soggettivamente distorta delle norme e delle leggi.

Nella storia della sanità calabrese e della città di Catanzaro resterà come un fatto emblematico e grottesco la “vicenda” del Sant’Anna Hospital che per lunghi sei mesi è stata sotto ricatto dalla burocrazia ostile dell’Asp cittadina, ma anche colpevolmente abbandonata da una politica poco responsabile e forse troppo vittima di fazioni, di agguati e di silenzi imbarazzanti. Gli stessi silenzi che oggi si sono trasformati in applausi perché quella morte annunciata e preordinata del Sant’Anna Hospital non si è verificata non per una fortuna inaspettata, bensì perché esiste ancora un valore della legge e della sua uguaglianza.

Sul Sant’Anna Hospital il filo delle responsabilità volontariamente sfuggite al servilismo politico sono state scritte proprio dall’Asp di Catanzaro nell’ormai famoso “ adozione piano delle performance 2020-2022” che approvato il 07.12.2020 in una sperimentazione gestionale a miglioramento dei Lea, prevedeva una forma di esproprio e trasferimento unilaterale della clinica catanzarese all’interno dell’ospedale di Lamezia Terme (?). Quel miglioramento dei Lea che poi il 24.12.2020 si concludeva con la revoca illecita dell’accreditamento del Sant’Anna Hospital operata in violazione dall’Asp di Catanzaro, come ha sancito il TAR Calabria.

Oggi è il momento della verità a cui la commissione prefettizia dell’Asp di Catanzaro deve rispondere forse anche in termini di responsabilità patrimoniale e di una gestione che sembra fallimentare, che passa nell’aver azzerato la sanità territoriale, le guardie mediche, il servizio del 118, il mancato controllo sull’acquisto di altri servizi sanitari e le premialità non corrisposte al personale Covid.

Si impone una valutazione di legittimità dell’Asp di Catanzaro, le cui mancanze non possono ricadere sul dipartimento regionale alla Salute, che invece richiede uno sforzo collettivo per colmare la desertificazione operata dall’ex giunta Oliverio prima e dopo da Bevere, che per un vezzo elettorale non può rendere sterili gli sforzi di riorganizzazione messi in campo dall’attuale DG Giacomino Brancati. Lo stesso richiamo di responsabilità che si impone per il Commissario ad Acta che sarà chiamato a rispondere dei valori LEA al prossimo Tavolo Adduce, la nostra curiosità è molto alta, mentre i commissari dell’Asp di Catanzaro in una formula impropria legittimata da una nomina del Ministero degli Interni continuano ad inciampare in una irresponsabilità amministrativa consolidata e forse pericolosa su un vincolo di autarchica non più sostenibile.