Catanzaro, la delibera che sconfessa Nick Fiorita: l’assessore di don Pierino è (ancora) incompatibile

Catanzaro è la città della massomafia. Questo è un dato ormai consolidato e le interferenze sono sempre attive, anzi sembra che si siano ulteriormente rafforzate anche nel cambio di regia, quello che è stato decretato dalle ultime elezioni comunali che ha eletto a sindaco della città, il professore di religione Nicola Fiorita.

«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi» è la teoria del Gattopardo, quella specie animale che a Catanzaro è da sempre sostituita con l’avvoltoio. Sono loro, gli avvoltoi, che detengono il potere del cambiamento nella città di Catanzaro, che hanno ucciso ed imbalsamato l’Aquila Imperiale simbolo della città e che, a ben guardare, stanno orchestrando la stessa fine per il sindaco Nicola, da non confondere con l’altro Nicola, il procuratore Gratteri, diventato ormai anche lui un altro trofeo impagliato.

Il nostro Nicola è il meno strutturato, è un esempio disarmante da scuola dell’infanzia, una sorta di “Nick la cacioffola, che per la smania di vestire la fascia tricolore ha venduto la ragione, la coscienza e l’anima alla cupola, al mondo di mezzo che l’ha già ancorato al suolo impedendogli per sempre ogni possibile volo, anche pindarico.

Il cambiamento è sepolto senza infamia e senza lode e la norma del Gattopardo e della massomafia nasconde un duplice significato, sempre attuale a Catanzaro. Se vogliamo salvarci, è necessario un cambiamento. Ma il cambiamento non deve aver luogo: non viene dall’esterno. Il discorso è chiuso ma qualcuno dovrebbe spiegarlo a Nick la cacioffola, ormai rinchiuso nelle stanze “spiate” di Palazzo De Nobili, dove altri hanno eretto i check point e controllano come sempre i flussi, gli ingressi e gli ingranaggi della macchina burocratica (http://www.iacchite.blog/catanzaro-fiorita-getta-la-maschera-il-direttore-sanitario-di-don-pierino-citrigno-assessore-al-welfare/).

L’onda “anomala” del cambiamento che ha spinto Nick, letteralmente, a varcare il portone del palazzo si è spenta e non bastano, per come non sono bastate le coreografie delle sue “cheerleader”, quelle obiettivamente incartapecorite e peraltro in evidente disarmo. Noi questo l’abbiamo scritto già in campagna elettorale, quando si definiva di frodo quel perimetro tossico che si era cercato di nascondere nelle cucine, che oggi a risultato acquisito è prepotentemente ritornato a governare facendo di Nick la perfetta allodola impagliata.

Il vero problema non è capire se l’anatra zoppa ha ancora capacità di deambulazione e la risoluzione non è nemmeno nella scelta del presidente del Consiglio comunale, perché la politica a Catanzaro ha sempre una sua matrice, una sua scuola ed una sua accademia marcatamente criminale, che negli anni ha allevato i suoi sacerdoti alla Madrasa (convitto musulmano ove si impartiscono insegnamenti di religione e diritto) dei Ta-ra-llini. La materia, intesa in senso fisico o come manifestazione di pensiero, rientra fra le competenze del sindaco Nick, ma non si risolve semplicemente con il riconoscimento e l’assunzione di un dogma religioso, che sia cattolico o di radice islamica, ecco perché valutare le capacità motorie dell’anatra non risolve il problema, anzi oggettivamente l’aggrava!

La politica a Catanzaro non conosce la regola del mutuo soccorso e questo dovrebbe mettere in allarme il sindaco Nick dal firmare un altro pacco di cambiali in bianco, che si aggiungerebbero pericolosamente a quelle sottoscritte ai vari Tallini, Parente, ai signori della Legacoop che alla scadenza rischiano di andare in protesto, generando così il default di quella politica che si è definita sognatrice e moralizzatrice. I sogni si chiudono nel cassetto e le cambiali si mettono all’incasso.

Ecco perché appare difficile credere ai “fiori d’arancio” ed a qualche improvviso quanto estemporaneo “lancio dei confetti”, quelli che nove volte su dieci, sono sempre farciti con il veleno. Questa è la regola della massomafia politica che governa la città di Catanzaro e che ha fatto del sindaco Nick Fiorita, il suo fantoccio a la sua vittima preordinata ad uno schema che non conosce la fine e nemmeno la vergogna.

Tutto ritorna al punto di partenza, a quella gioiosa macchina da guerra che ha i suoi punti di ancoraggio nei falsari, generosamente distribuiti nelle fila della politica e dei colletti bianchi. Quelli che tirato un sospiro di sollievo e riconfermati nel loro ruolo tossico di guida della burocrazia, hanno capito che il nuovo sindaco, Nick la cacioffola non è un cavallo di razza, ma un modesto somaro pronto a ragliare al bisogno.

Sono le frequentazioni il vero problema di Nick il sindaco e sono proprio loro che l’hanno ammanettato stando acquattati nel perimetro, quello presentabile e non presentabile, tanto da aver già mandato un segnale forte ed inequivocabile nella seduta del Consiglio comunale del 21 luglio 2022. Nick Fiorita è avvisato e deve rispondere in solido delle cambiali già sottoscritte, anche perché nessuno è disposto a spostare i propri obiettivi economici e di profitto, quelli che mettono insieme il boss delle cliniche Claudio Parente; la finta scienziata Amalia Bruni, meglio nota come Lady truffa; don Pierino Citrigno ed il “signore” della Legacoop, Giancarlo Rafele.

Ecco perché il primo passo del sindaco Nick ci è sembrato sospetto e disarmonico, il raglio del somaro, quando prima ancora del turno di ballottaggio, presentava alla città il nuovo assessore al Welfare, il dott. Bonaventura Lazzaro detto Venturino, consegnando di fatto la cassaforte della città  nelle mani di don Pierino Citrigno, riconosciuto strozzino ed avvoltoio della sanità calabrese.

Già questo era bastato a farci capire che l’andazzo non era cambiato, che la regola della massomafia catanzarese aveva già impagliato il sindaco Nick la cacioffola e che il percorso era sgombro da pericoli, tutelando gli interessi della cupola e degli avvoltoi della sanità. Il somaro non raglia solo una volta, lo fa sempre, soprattutto quando è saggiamente indirizzato e guidato dai complici del sistema che si annidano fra i colletti bianchi. A Catanzaro la mafia non spara, legifera autonomamente e piega la norma ai bisogni degli incappucciati e dei falsi sacerdoti, quelli consacrati e quelli laici.

La premessa, il dubbio ed il sospetto è confermato: la città di Catanzaro è saldamente nelle mani della massomafia sanitaria, quella più pericolosa con la complicità del sindaco Nick Fiorita che ha svenduto faccia, culo e dignità, arrendendosi ai bisogni economici di don Pierino Citrigno e di tutta l’allegra comitiva dei ladroni. Per quanti pensano ancora di nutrire qualche dubbio, sono i documenti che parlano, che ci dicono che la norma è mobile e che, qualcosa non ritorna. In estrema sintesi, il raglio del somaro stonato e fuori pentagramma, sottoscrive che la legalità e la trasparenza sono sempre merce rara anche per quanti dicono di essere il “cambiamento”.

La delibera di giunta del 15 luglio 2022 presieduta dal sindaco Nick Fiorita, al netto della vicenda formale di costituzione in un ricorso promosso contro la Regione Calabria ed altri attori, fra i quali il Centro Clinico San Vitaliano (Gruppo Citrigno o se preferite don Pierino lo strozzino), ci dice che qualcosa non quadra in relazione all’art. 66 del Dl.18 agosto 2000 n.67 TUEL: «La carica di direttore generale, di direttore amministrativo e di direttore sanitario delle aziende sanitarie locali e ospedaliere è incompatibile con quella di consigliere provinciale, di sindaco, di assessore comunale, di presidente o di assessore della comunità montana».

Ci conferma che a Catanzaro, come sempre la segretaria generale, Vincenzina Sica la mistica della stimmate di Simeri Crichi, è nella migliore delle ipotesi distratta o forse complice e che, l’assenza tecnica dell’assessore al Welfare, Venturino Lazzaro ci evoca il sospetto che le cause di incompatibilità stabilite dalla norma di legge non sono state rimosse, tanto che probabilmente alla data della nomina e della formulazione dell’atto di giunta, lo stesso Lazzaro sia ancora in carica nella sua funzione di “direttore sanitario” del Centro Clinico San Vitaliano (Gruppo Citrigno, sempre quello di don Pierino lo strozzino), una società certamente di diritto privato ma accreditata al SSN.

L’escamotage dell’assenza di fatto non rimuove il problema di fondo, quello della legalità e ci conferma che non è il cigno che canta, ma il solito somaro che raglia, il sindaco del cambiamento Nick la cacioffola, il cui acume politico ed amministrativo ha ancora bisogno della scuola dell’infanzia e di una grossa dose di umiltà e coerenza, quella che al primo colpo è già defunta. Catanzaro resta la città della massomafia. Tuttappostu, dissi Tallini… e puru u zu Nicola…