Catanzaro, Sant’Anna Hospital: da gioiello per la cardiochirurgia a “lavatrice”? Ieri il Cda, il dossier di Gratteri

Sant’Anna, da gioiello per cardiochirurgia a “lavatrice”

È proprio vero che col denaro (specie se sporco e mafioso) puoi fare tutto. Anche trasformare in vera e propria “lavatrice” di proventi criminali un gioiello della cardiochirurgia su scala nazionale quale era, e quale potenzialmente ancora potrebbe essere, la clinica Sant’Anna di Catanzaro.

Entro poche ore la struttura sanitaria pesantemente finita nel mirino della procura di Catanzaro per falso e truffa ai danni del servizio sanitario nazionale potrebbe finire nelle mani di don Pierino Citrigno, il faccendiere-usuraio-boss della sanità privata, già titolare di altre tre cliniche. Un vero e proprio colosso del malaffare, don Pierino, con oltre 100 milioni di euro di patrimonio prima sequestrati dalla Dia e poi “liberati” grazie ad una clamorosa sentenza in Corte d’Appello di Catanzaro che certamente rientra nell’ambito del “sistema Petrini”: giudici a gettoni e valigie di contanti per comprare dispositivi. Un classico, esattamente come quello di Marcello Mazzetta sindaco di Rende, beccato con i soldi in mano eppure ancora intoccabile e a piede libero.

Un pentito e forse anche più di uno avrebbe già raccontato tutto alla procura di Salerno, inserendo anche questa clamorosa e vergognosa sentenza nel “pacchetto” di quelle che sono state acquistate a fior di mazzette. Ormai non è più neanche una novità, chi vivrà vedrà. Don Pierino però, nel frattempo, agisce come se quel patrimonio fosse frutto del sudore della fronte e del lavoro e come se non fosse invece esclusivo risultato di una pluriventennale attività criminale. Dall’usura conclamata in Cassazione alle varie truffe passando per la corruzione, potendo contare costantemente su un manipolo fisso di consiglieri regionali a stipendio, assessori, faccendieri. Tutti però in secondo piano rispetto al suo vero sodale da una vita, Nicola Adamo Capu i Liuni. Gli affari più sporchi li hanno sempre fatti insieme e don Pierino non si è mai tirato indietro quando s’è trattato di finanziare interi pacchetti di politicanti venduti e pronti a delinquere. Poco più di un mese fa, l’ultima vergogna per il cosiddetto Gruppo Citrigno, che in sanità fa il bello e il cattivo tempo grazie alla corruzione. L’indagine a carico del figlio Alfredino, presidente di Unindustria sanità, per truffa e corruzione con sequestro di computer e telefonini per via di un Centro radiologico aperto ad Amantea e completamente fuorilegge, con vicende davvero tragicomiche come quella dei locali della moglie dell’ex sindaco di Amantea Mario Pizzino, altro soggetto alle dipendenze della coppia diabolica della politica calabrese.

Oggi, questo fior fiore di gruppo imprenditoriale da anni concentrato solo sul riciclaggio di proventi criminali, si è messo in testa un’altra fantastica idea: comprare la clinica più prestigiosa che c’è in Calabria, il Sant’Anna Hospital di Catanzaro. Manca poco, giura chi se ne intende e ormai anche nel capoluogo le voci dilagano. Perché don Pierino mette sul tavolo 33 milioni suonanti (e sporchi) e la famiglia proprietaria della clinica non riesce a resistere alla tentazione maledetta. Molti, maledetti e subito, vogliono i Frontera. E potrebbero abbracciare i milioni di don Pierino che pure sul tavolo non offre niente in termini di crescita e prospettive della clinica.

Vi sono almeno altri due potenziali acquirenti, di livello e di caratura nazionale, che hanno intenzioni ben più serie per il Sant’Anna. Due colossi non calabresi che hanno presentato dei veri piani aziendali che salverebbero lo storico Sant’Anna proiettandolo verso dimensioni come minimo interregionali, garantendo soprattutto un livello occupazionale in costante crescita. Ma la situazione è difficole: la famiglia che detiene il Sant’Anna è spaccata: c’è qualcuno che vuole i soldi sporchi di don Pierino e “l’affare” è in pieno svolgimento. Ieri si è svolto un drammatico Consiglio d’amministrazione. Il pericolo c’è ed è reale: i Frontera potrebbero prendersi i milioni e don Pierino finalmente entrerebbe nel “salotto buono” delle fatture sanitarie, oltretutto ampliando il sistema della “lavatrice” del suo denaro sporco.

Da eccellenza per cardiochirurgia a “lavatrice” di interessi criminali, questo potrebbe diventare il Sant’Anna di Catanzaro. Protagonisti del “capolavoro” il luminare della medicina interna Francesco Perticone, medico nel nuovo Cda della clinica ma soprattutto uomo fidato di don Pierino avendo già lavorato per lui nelle sue strutture. E Giuseppe Failla, marito di una Frontera, direttore generale del Sant’Anna, indagato dalla procura guidata da Gratteri per truffa al sistema sanitario nazionale nell’ambito dell’inchiesta denominata “Cuore matto”. Anche Failla, come Perticone e come il commissario Asp ed ex prefetto Luisa Latella, fa il tifo per don Pierino (magari non gratis). E lavorano tutti e tre per il passaggio della clinica nelle mani del peggiore che c’è in giro. I dipendenti del Sant’Anna, appena si è sparsa la voce, hanno iniziato ad andare in fibrillazione. Sono preoccupati e nelle chat si rincorrono allarmi. Sono convinti che chiuso l’affare verranno mandati, in gran parte, a casa. Come succede sempre del resto quando al centro di un progetto c’è solo il riciclaggio e non un piano aziendale come Cristo comanda.

Ma qualcosa potrebbe andare per il verso storto, magari proprio all’ultimo. Perché ai vari dossier già presenti sul tavolo della procura di Catanzaro, ovviamente a carico di Citrigno, potrebbe aggiungersene un altro proprio attorno a quest’ultimo acquisto. Si sa che Nicola Gratteri è molto attento quando si tratta di sanità, e i Frontera dovrebbero saperlo bene. Vi terremo aggiornati come sempre.