Catanzaro, scacco al Re? Le pedine di Abramo sullo scacchiere dei concorsi

Catanzaro è la città della massomafia. Questo è ormai un dato acquisito che non si presta alla valutazione, a volte estemporanea, a volte interessata, dei cultori della lingua latina che pensano di essere gli unici depositari della verità e dell’archivio… Purtroppo, anche per loro, Catanzaro fa parte a tutti gli effetti del triste elenco delle città massomafiose.

La storia è lunga e, come stiamo vedendo, abbastanza articolata perché parte da lontano, da un malcostume radicato nel tempo che si è fatto passare come una dote, quella qualità di illibatezza che vestiva la città di Catanzaro, l’unica capace di distinguersi nel panorama ‘ndranghetista della regione Calabria. Abbiamo tutti visto che non è così, che a Catanzaro le cose avvengono come da tutte le parti, che la politica è corrotta fino al midollo senza distinzione di colore e di appartenenza, che gli imprenditori hanno venduto l’anima al diavolo insieme ai servitori dello stato e che il “diavolo” non solo “veste Prada” ma alloggia nei sacri palazzi. Nei palazzi della città di Catanzaro, quelli dagli stucchi nobili e dagli arazzi pregiati, si consumano da sempre le spartizioni, gli accordi, le lottizzazioni, le protezioni e, perché no, anche le carriere dei colletti bianchi, dei politici rampanti cresciuti a Vangelo e santino ed il famoso “posto di lavoro” per i figli bisognosi dei dipendenti pubblici…

Sono belli ed importanti i palazzi della città, conservano dietro i grandi portoni la storia, quella sì nobile di un passato importante, profumano, anzi profumavano di pulito, mentre oggi puzzano di “incenso”, lo stesso profumo “benedetto” che ha lasciato nei corridoi di Palazzo de Nobili, l’assessore Danilo Russo, nel tentativo di marcare il territorio, garantire il bisogno di famiglia e rafforzare l’alleanza fra la Curia locale e grembiule e cappuccio. Non è più una “notizia”, visto che ormai è di dominio pubblico nella città che proprio l’assessore Russo,  facendo finta di non sapere, ha favorito l’assunzione della cugina, la dottoressa Marino Erminia Marta, come docente di religione presso l’asilo comunale Pepe, con la complicità del palazzo e della giunta tutta. Quello che invece ha ancora valore di “notizia” è il ritardo con il quale non arriva fino ad oggi una smentita. Non parla il sindaco Sergio Abramo, non parla il Vescovo Bertolone, considerato che la Curia c’è dentro fino al pallio, ma in particolare tutto il palazzo è muto anche perché ora, ogni spiffero, ogni vocale ha il valore della confessione su una notizia di reato.

Tempi tristi e necessità di sanificare i locali non solo per necessità Covid. Bisogna dire la verità che le “incensatine” dell’assessore Russo non sono le uniche e non hanno valore di eccezionalità. Tutti hanno dato il loro, tutti hanno gestito ed orientato le assunzioni nel Comune di Catanzaro, basta solo che la magistratura vada a scavare negli ultimi concorsi effettuati: nomi, cognomi, indirizzi di residenza, parentele e frequentazioni politiche e di compasso sono un indizio… ma c’è di più.

Abbiamo visto e sperimentato personalmente che fare delle domande, magari anticipando pubblicamente il risultato del “concorso”, genera malumore ed imbruttisce le persone che non amano essere sgamate. Questo lo sa bene la dottoressa Maria Sergi, funzionario del Comune di Catanzaro che ha la necessità di sistemare la prole. Ecco perché importanti sono le progressioni verticali per il cambio di profilo professionale ed economico del personale assunto, che il Comune di Catanzaro ha messo a concorso per 2 unità di personale con la Determina dirigenziale, Settore Personale n.3591/30.12.2020 per le categorie C, mentre con la Determina dirigenziale, Settore Personale n.3602/30.12.2020 so dispone la progressione verticale di 2 unità di personale per la categoria D.

Sono importanti perché di fatto sottoscrivono un’alleanza funzionale fra i “vincitori” baciati dalla fortuna e dalla commissione esaminatrice, rispondendo ad una spartizione anche politica che vede i nominati dai gruppi di interesse di Tallini/Cardamone, Esposito/Polimeni e senza dimenticare il buon assessore Russo che fra una preghiera ed un santino ha i suoi amici da tutelare – la cugina è già a posto…- anche perché così può aumentare le sue quotazioni nel gruppo di CZ da Vivere prima della verifica politica e consolidare la protezione del Vescovo come figlio prediletto, un qualcosa che non guasta nemmeno ad Abramo.

Tutto è importante e come poi vedremo, il tempo ce lo insegna, anche le domande pervenute per la progressione delle categorie C, in numero di 12 al momento, troveranno tutte o quasi tutte una “sistemazione”, anche perché un ampliamento delle disponibilità di posto e delle risorse non si nega a nessuno! Salvo che a questo gioco di società non ci si metta di traverso la Procura di Catanzaro, magari sparigliando le carte e le speranze di qualche genitore…preoccupato.

E questo lo sappiamo ormai tutti e pure Gratteri lo sa, tanto che si sussurra che le prossime manifestazioni di affetto con il carillon dal suono delle manette che il Procuratore sta preparando, saranno riservate ai tanti colletti bianchi corrotti ed ai funzionari e dirigenti degli enti locali catanzaresi che hanno rubato l’argenteria, mentre i loro riferimenti politici o facevano il palo, oppure si spartivano il bottino.

A tal proposito assume particolare importanza strategica, anche per la funzionaria Sergi, il concorso per l’assunzione di 20 unità di personale da destinare alla Polizia municipale, il concorso dove si incrociano le aspettative di tanti, i favori da celebrare prima nelle commissioni di valutazione per le progressioni verticali che abbiamo già indicato, dove la vittoria di Anna Mellace è confermata dai bookmarkers e dagli allibratori che gestiscono i concorsi interni al Comune di Catanzaro. Insieme alla Mellace sono indicati nelle scommesse come vincitori La Rosa, Ortone e Sodano, con la supervisione del dirigente del settore che stranamente non presiede la commissione esaminatrice, chissà perché…?

Qualcuno sotto sotto parla di scandalo ad orologeria, si avventura nel tentativo di svelare quale e dove sia la regia, pensando di essere il depositario della verità e dimenticando di essere, come tutti i cittadini normali ed imbecilli di Catanzaro, complice e sodale di un progetto criminogeno, il sistema Catanzaro. Qui non si tratta di credere o non credere in possibili “primavere” di riscatto, perché queste non ci sono e non ci saranno fino a quando si dimostrerà di avere segatura al posto del cervello, magari oggi depotenziando e svilendo l’azione del Procuratore Gratteri, quello che fino a ieri era considerato il “Messia” civico a cui affidare il proprio futuro. Non servono né gli urlatori parolai, né i conigli in salmì, se in qualche modo si manomette l’orologio della storia, boicottando anche a livello di pensiero una possibilità. Siamo tutti colpevoli.

Ecco che così facendo continuerà lo schifo. E chi fino a ieri manifestava il suo scandalo sui costi della politica, il sindaco Sergio Abramo, continuerà a spendere fra i quattrocentomila ed i cinquecentomila euro solo per il mantenimento della suo staff come primo cittadino della città capoluogo di regione, dove alcuni dei magnifici otto ricevono anche il contentino dalle strutture della Provincia di Catanzaro in epoca Abramo.

E’ giusto attribuire colpe politiche specifiche al sindaco Abramo, come non aver fatto emergere e crescere una classe dirigente autonoma e degna di questo nome, per la mancanza di pratiche di buona amministrazione come citano le cronache odierne, ma vogliamo ricordare, in termini politici, che volgere lo sguardo altrove non è mai metodo di buona amministrazione, cosa che è avvenuta ed avviene nell’Ente comunale anche in relazione alle azioni di indagine della magistratura cittadina. Quella stessa magistratura alla quale ci rivolgiamo quotidianamente nella certezza che tenga alta l’attenzione sugli ultimi colpi di mano del sindaco Abramo e dei suoi fedelissimi.

Vedremo, scruteremo le carte ed osserveremo con puntualità la pubblicazione e lo svolgimento dei Concorsi per Dirigenti al Comune di Catanzaro.

Lo scandalo è dietro l’angolo, nascosto da decenni come si è nascosta la vergogna a Catanzaro. Questo consente al sistema di continuare a posizionare le sue pedine sulla scacchiera, dove i posti di lavoro e le postazioni da dirigente sono quelle più appetibili. Ecco che ritorna in evidenza il famoso concorso alla Provincia di Catanzaro, che proprio noi sollecitati dai nostri lettori avevamo denunciato. Risultato? Sparito dal radar della legalità e dell’opportunità, perché non ci sono i soldi per poterlo espletare. Questa è la motivazione ufficiale.

Ben altro è quello che realmente si nasconde, dove è diventato necessità di salvezza e di equilibrio chiudere la vicenda “ammucciandola” e trovando soluzioni alternative dallo stesso risultato, ma certamente meno evidenti.

I concorsi farsa non si faranno, ma Abramo ha l’esigenza di garantire una sistemazione ai “suoi” dirigenti, una sistemazione definitiva che gli garantisca una possibilità di controllo sulla macchina pubblica, il Comune di Catanzaro, anche quando lui non sarà più sindaco.

C’è da sistemare Giovanni Laganà, l’ingegnere nato a Reggio Calabria e già dirigente fedelissimo di Scopelliti, Peppe Dj, nel suo percorso politico. Oggi Laganà si prepara a diventare l’uomo di fiducia del sindaco e presidente Sergio Abramo, usando i concorsi da Dirigente a tempo indeterminato nel Comune di Catanzaro, quella prebenda che è normalità e costume di trasparenza e legalità nelle istituzioni che si richiamano al sistema Catanzaro. D’altronde l’ingegnere Laganà è già da tempo dirigente tecnico del settore edilizia privata del Comune di Catanzaro, con un decreto di nomina in virtù di un incarico conferito ai sensi dell’art. 110, comma 1 del TUEL, su una selezione pubblica comparativa indetta dall’amministrazione comunale con la durata di tre anni. Ma Laganà non è il solo che sarà premiato dal sistema Catanzaro.

C’è da sistemare anche l’architetto Gianmarco Plastino attuale Dirigente d’Area dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro.

L’architetto Gianmarco Plastino, attualmente Dirigente di Area Amministrativa e del Patrimonio presso l’Amministrazione provinciale di Catanzaro, ricoprì anche l’incarico di assessore comunale nella Giunta tecnica varata dal sindaco Abramo al Comune di Catanzaro  dopo la devastante inchiesta denominata “Catanzaropoli”, della quale in molti ricorderanno i servigi elettorali dell’ex talliniano di ferro, l’assessore Massimo Lomonaco alla prostituta colombiana. E’ l’assessore “La Qualunque” è quello che ha superato dalla realtà il Cetto di “chiù pilu ppi tutti” e, come scrive il Fatto Quotidiano del 22 marzo 2014: “Chiù pilu ppi tutti?”. No: Chiù pilu per l’assessore…

Massimo Lomonaco, assessore al personale fino a poche ore fa del Comune di Catanzaro, sfortunato capoluogo della sfortunatissima Calabria, grande elettore del sindaco Sergio Abramo, è irrefrenabile. Di fronte alle donne non resiste. Chiama, telefona, manda sms, si informa sul “prezzo”. Paga. O fa favori. Un uomo vero, ideatore della lista “Per Catanzaro”, politico dalle idee chiarissime. “Poche storie, qui a Catanzaro ci vuole un sindaco che non si riempia la bocca di buoni principi”. I catanzaresi votarono lui e a quelli come lui affidarono la città. Lomonaco, detto anche “assolutamente a disposizione”, è un cacciatore nato.

Dopo l’esperienza tecnica decisa dal sindaco Abramo come momento di salvezza civica e morale anche per l’esposizione dell’assessore la qualunque, l’architetto Gianmarco Plastino fu rimosso da Abramo nottetempo, perché il suo agire era in aperta violazione delle più elementari norme che regolamentano i pubblici incarichi. Infatti lo stesso Plastino, in molti progetti di opere pubbliche appaltate dall’Amministrazione comunale era in quella fase contemporaneamente: il progettista, il RUP e, addirittura, l’assessore che ne approvava le deliberazioni in Giunta comunale, il tutto con il placet di Sergio Abramo, l’uomo della legalità e socio del sistema Catanzaro.