Catanzaro, tutta la verità sul Policlinico. Cotticelli mandato al massacro da Belcastro e dai baroni della Magna Graecia

Gentilissimo Direttore Gabriele Carchidi,

sono un assiduo e affezionato lettore del suo quotidiano on-line e volevo segnalare la seguente notizia risalente al 30/05/2020 è nascosta in parte all’opinione pubblica grazie all’emergenza Covid. La notizia è la seguente: 62 milioni di crediti fantasma, il Policlinico di Catanzaro verso il default, il fallimento. In questa notizia ci sono i principali attori protagonisti della malasanità calabrese, che in ordine di apparizione sono: Antonio Belcastro, all’epoca commissario straordinario del Policlinico di Catanzaro ed oggi udite udite Delegato della Regione Calabria per l’emergenza Covid -19 e il Generale Saverio Cotticelli: un casting da film horror alla Dario Argento ! ! !

La cosa ridicola è che la Regione Calabria o chi per lei dovrà ripianare questa voragine finanziaria creata dalle solite logiche massomafiose di potere nel corso degli anni. Povero Generale Cotticelli, mandato al massacro tra due fuochi incrociati senza via di scampo. Da un lato la Regione Calabria che ha interesse a mantenere il carrozzone del Policlinico Universitario di Catanzaro come serbatoio elettorale, dall’altro i baroni della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, che sono i veri PADRONI del Policlinico di Catanzaro che non vogliono vedersi intralciati nei loro affari. Ovvero: creazione di duplicati di Unità operative complesse e cattedre dove sistemare i loro protetti e protette provenienti anche da altre facoltà di Medicina italiane (Napoli, Salerno, Sapienza, Tor Vergata).

Un piccolo esempio è il professore Steven Paul Nisticò. Professore  e direttore della scuola di specializzazione in dermatologia e venereologia all’Università di Catanzaro, figlio del professore Giuseppe Nisticò, docente di farmacologia all’Università di Napoli, Londra, Messina e Catanzaro appunto e anche presidente della Regione Calabria ed Europarlamentare nel 1999.

E poi tutti i giornalisti ed opinionisti in TV si scandalizzavano della nomina a commissario della sanità in Calabria del professore Eugenio Gaudio prima professore di anatomia umana alla facoltà di Medicina e poi Rettore della stessa Università La Sapienza di Roma e indagato per i concorsi truccati dei docenti universitari…

Ma all’ università di Catanzaro non sono stati da meno: infatti ci sono stati due professori indagati: Navalesi Paolo, professore di Anestesia e Rianimazione (attualmente trasferito all’Università di Padova con “regolare concorso”) e De Franciscis Stefano professore di Chirurgia Vascolare, che nelle intercettazioni della procura della Repubblica di Catania dice non a caso: PACTA SUNT SERVANDA.

Alla luce di tutto ciò che ho scritto quale speranza hanno i calabresi di vedere rispettato il loro diritto alla salute? Ora tutti sono indaffarati a montare gli ospedali da campo per l’emergenza Covid. Ma il motivo per il quale ci siamo ridotti agli ospedali da campo non è dovuto al Covid ma all’ intreccio di malaffare tra politica, manager e baroni universitari senza scrupoli, sanità privata e ‘ndrangheta e anche una certa stampa con giornalisti che non informano in modo trasparente i cittadini calabresi.

Il bubbone, dunque, sta per esplodere e a certificare la deflagrazione sarà il documento contabile che il Policlinico Universitario di Catanzaro si apprestava ad approvare, non senza una buona dose di faccia tosta. Prima che qualcuno non corresse ai ripari mettendoci una pezza che è stata ancora peggio del buco…

Nel consuntivo relativo all’annualità 2019 era evidente a tutti una vera e propria voragine: la quota di crediti che il Policlinico vanta nei confronti dell’ex polo oncologico Fondazione Campanella.

La fondazione Campanella

Un rapporto aggrovigliato e opaco che se per ora ha portato all’affondamento della Fondazione, messa in liquidazione il 6 ottobre del 2014, ora rischia di trascinare nel baratro anche il Policlinico Universitario. A provare a rimettere ordine nelle poste debitorie e creditizie tra i due enti, che per anni hanno coabitato all’interno dello stesso edificio lavorando gomito a gomito, ci aveva provato il neo direttore amministrativo del Policlinico, Giovanni Stroppa, che ha perfino affidato una consulenza ad una società di revisione dei conti per venire a capo del guazzabuglio contabile. Gli accertamenti della società romana, consegnai alla direzione generale, non sono però andati molto lontano dal quadro già tratteggiato da una precedente relazione stilata nell’ottobre del 2017 dalla Auditores, altra società di revisione incaricata di ricostruire i rapporti contabili tra policlinico e fondazione dal 2006 al 2015.

62 milioni di crediti fantasma

Era la prima volta che l’azienda universitaria metteva a disposizione le scritture contabili, dopo la liquidazione della fondazione Campanella. Ed era, quindi, anche la prima volta che i bilanci dei due enti potevano essere confrontati. La relazione della Auditores non lasciava spazio a dubbi: la Fondazione Campanella vantava crediti per prestazioni assistenziali erogate in favore del Policlinico per 28 milioni di euro mentre il Policlinico vantava crediti dalla Fondazione per 62 milioni di euro. Somme immediatamente disconosciute dal commissario liquidatore, Andrea Bonifacio, che assieme all’allora commissario straordinario del Policlinico, Antonio Belcastro, nel febbraio del 2017 avevano dato mandato alla società milanese Auditores di effettuare le procedure di verifica sulle scritture contabili.

Il salvagente della liquidazione

Ma già due anni prima, nel giugno 2015 sempre il commissario straordinario del Policlinico Antonio Belcastro, aveva tentato di inserirsi nella procedura di liquidazione della Fondazione Campanella incaricando due consulenti esterni – Alessandro Bonura e Massimiliano Passi – di accertare le posizioni creditorie nei confronti dell’ex polo oncologico derivanti dalla fornitura di beni, servizi e altre utilità. Crediti poi quantificati nel 2017 in 62 milioni di euro ma che non hanno mai trovato il conforto di alcun contratto tanto da essere stati disconosciuti nella fase di accertamento. E però quei crediti hanno continuato ad apparire nei bilanci del Policlinico anno dopo anno, fino ad oggi. Somme non solo più esigibili ma nemmeno accertabili e, quindi, fittizie. 

Sull’orlo del default

A distanza di tre anni questi importi spuntano fuori dal bilancio in via di definizione sotto l’insidiosa forma di crediti da svalutare o, meglio ancora, sotto la forma di una voragine che adesso la Regione Calabria sarà chiamata a ripianare. Ai 62 milioni di euro bisognerà però aggiungere anche i costi derivanti dal trasferimento delle unità operative oncologiche, prima in capo alla Fondazione Campanella ma al momento della sua liquidazione transitate sotto la competenza del Policlinico, che faranno lievitare ulteriormente l’entità del disavanzo sfiorando cifre monstre.

Il finale della storia è noto: al povero Cotticelli è stato ordinato di togliere i 62 milioni di crediti fantasma e di inserire un “buco” di 101 milioni della Fondazione Campanella, che ormai è finito anche sui media nazionali. Subito dopo Cotticelli è andato dal procuratore Gratteri, che a questo punto dovrebbe avere chiara la situazione. E francamente non si capisce perché non abbia ancora preso a calci nel sedere Belcastro, che invece siede ancora al suo posto alla Regione Calabria e tutti i baroni/papponi di un Policlinico virtualmente già fallito.

Egregio Direttore,

mi scusi tanto se sono stato prolisso e ripetitivo ma io sono un povero cittadino stanco di vedere sistematicamente la mia terra umiliata e violentata dai nostri governanti di turno e spero e mi auguro che questa mia segnalazione abbia il giusto spazio sul quotidiano che lei ha l’onere e l’onore di dirigere con passione e dedizione. La prego, si distingua come ha sempre fatto da certa stampa ambigua, opaca, vociante, pennivendola perché si ricordi che il dovere di un giornalista è quello di informare senza guardare in faccia nessuno e di dire sempre la verità perché la verità prima o poi viene sempre a galla. Grazie.